Una quantità enorme di dati è a disposizione in tempo reale dell’Anagrafe tributaria ed è ormai affidata solo al Fisco la scelta se utilizzarli per un'azione preventiva e dissuasiva, oppure esclusivamente repressiva, in un momento storico in cui anche il Presidente della Repubblica ha cominciato a “tuonare” contro l’infedeltà tributaria e nel momento in cui il Governo ha dato centralità alla “lotta all'evasione fiscale” anche attraverso l'estensione incentivata dei pagamenti elettronici e con un inasprimento durissimo delle sanzioni per i reati fiscali. Attraverso un utilizzo massiccio delle banche dati, a breve si passerà dalle modalità di accertamento tradizionale ad una selezione digitale dei contribuenti da sottoporre a controllo e siamo quindi di fronte ad un’epoca in cui, attraverso un uso robusto di dati, vi sarà una profilazione del grado di rischio di evasione del contribuente basata su strumenti fortemente tecnologici, compresi i nuovi ISA. Sullo sfondo, ovviamente, affiora anche l’annoso tema della privacy del contribuente, un valore fondamentale che in questo ambito rischia di essere pesantemente violato da interessi erariali che, troppo spesso ritenuti superiori, potrebbero sconfinare in comportamenti illegittimi. Linee strategiche per il triennio 2019-2021 In attesa che entrino in vigore le nuove e incisive norme disegnate in materia dalla legge di Bilancio 2020 e di sapere quindi meglio ciò che sarà, è comunque già interessante conoscere quali siano le principali linee strategiche per il triennio 2019-2021 con cui il Ministero dell'Economia e delle finanze ha già individuato nel rafforzamento del contrasto all’evasione fiscale le priorità di cui l'Amministrazione finanziaria dovrà tenere conto nell’orientare le proprie attività. Come, infatti, affermato nella circolare n. 19/E/2019, la macchina fiscale per assolvere a tali priorità immagina di promuovere, da un lato azioni volte a favorire l’assolvimento degli obblighi tributari e la conseguente emersione spontanea delle basi imponibili in una logica ex ante (cd. tax compliance), dall’altro lato, invece, punta a ridurre il tax gap attraverso mirati interventi di controllo e accertamento all'esito di specifiche analisi di rischio. Obiettivo dichiarato dell’Amministrazione finanziaria è quello di valorizzare le basi dati disponibili e ampliare la capacità di analisi avanzata dei dati stessi attraverso l’evoluzione degli strumenti tecnologici a disposizione (big data, machine learning, intelligenza artificiale), rendendo possibile un’osservazione più ampia e tempestiva del comportamento dei contribuenti e permettendo di intervenire in maniera innovativa e con tempistiche più ridotte su ambiti critici come, ad esempio, l’evasione dell’IVA e le frodi fiscali. Per il raggiungimento degli obiettivi l’Agenzia delle Entrate dichiara di voler sviluppare azioni operative sempre più orientate ad attivare promozione dell’adempimento spontaneo, anche attraverso il ricorso a istituti volti ad instaurare un’interlocuzione costante e preventiva tra Agenzia e contribuente, vale a dire il contraddittorio preventivo. E già, tuttavia, sufficientemente chiaro a chi ha esperienza dei meandri anche più critici ed oscuri della materia che oggi, in chiave difensiva e di tutela del contribuente dall’accertamento tributario, un reale e concreto successo è solo quello di assumere comportamenti tributari non solo orientati alla fedeltà fiscale, ma che riescono a minimizzare la possibilità di essere selezionati per un contraddittorio finalizzato all’accertamento. Perché, purtroppo, nell’esperienza operativa una cosa si sta rivelando sempre più certa: una volta che un contribuente è selezionato per essere sottoposto all’accertamento ed è invitato in Ufficio a spiegare le ragioni della propria fedeltà tributaria, quasi mai riesce a passare completamente indenne al vaglio del controllo fiscale. E questo non sempre accade per finezza delle analisi selettive dei contribuenti in odore di evasione, ma perché le ricostruzioni indirette dei ricavi o l’interpretazione dell’art. 109 TUIR sul versante della verifica dei costi da parte dei funzionari, prevede sovente abusi che avvicinano le tecniche dell’accertamento più alla filosofia che alla matematica. Sarà, quindi, sempre più necessario conoscere approfonditamente tutte le novità sui temi più consolidati della materia e i casi tratti dalla rassegna giurisprudenziale di legittimità e delle principali commissioni tributarie, perché per difendersi è ormai sempre più necessaria la conoscenza delle tecniche di accertamento per comprenderne i limiti della legittimità, ma anche perché il Fisco, per indurre i contribuenti a un comportamento sempre più in linea con un corretto adempimento, ha attivato un nuovo fronte di “contrasto psicologico” all’evasione fiscale del quale gli ISA, quali portatori maliziosi di presunta inaffidabilità fiscale, sono la più moderna e attuale rappresentazione.