Dalla decontribuzione aggiuntiva di 1,2 punti da luglio a dicembre all’incremento da 258 a 600 euro della soglia dei cosiddetti “fringe benefit” esentasse, estesa anche al pagamento delle utenze domestiche. Non solo. Si allarga la platea dei percettori dell’“una tantum” di 200 euro, ricomprendendovi diverse categorie finora escluse e si mettono cento milioni in più per il bonus inflazione per gli autonomi (nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha firmato il decreto attuativo). Via libera anche alla rivalutazione anticipata delle pensioni. È ricco il pacchetto lavoro-pensioni contenuto nel dl Aiuti bis, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 9 agosto. Ecco nel dettaglio tutte le novità per dipendenti, autonomi e pensionati. Esteso il bonus 200 euro Il bonus di 200 euro è esteso anche a 40mila lavoratori con rapporto di lavoro in essere nel mese di luglio 2022 che finora non hanno beneficiato dell’indennità, poiché interessati da eventi con copertura di contribuzione figurativa integrale dall’Inps (cassintegrati, lavoratrici rientrate dalla maternità). L’indennità sarà pagata, in via automatica, nella retribuzione di ottobre 2022, previa dichiarazione del lavoratore di non aver beneficiato dell’indennità e di essere stato destinatario di eventi con copertura di contribuzione figurativa integrale dall’Inps. Tra le categorie che potranno ottenere il bonus anche 50mila pensionati, 56mila dottorandi e assegnisti di ricerca a condizione che abbiano contratti attivi alla data di entrata in vigore del provvedimento, e che siano iscritti alla gestione separata, nonché 148mila collaboratori sportivi, colpiti dalla pandemia e dalla crisi energetica, rimasti esclusi dalla misura. Fondi in più per il bonus anti inflazione degli autonomi La dotazione del Fondo per l’indennità una tantum per i lavoratori autonomi e i professionisti cresce di 100 milioni di euro. Il Fondo, istituito con il primo decreto Aiuti, con una dotazione finanziaria iniziale di 500 milioni di euro per l’anno 2022, è destinato a finanziare il riconoscimento di un’indennità una tantum, per l’anno 2022, ai lavoratori autonomi e ai professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps e ai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza. Con i 100 milioni aggiuntivi il bonus anti inflazione da 200 euro andrà a coprire una platea complessiva di 3 milioni di partite Iva con redditi fino a 35mila euro, stima la relazione tecnica. Di questi, 973mila sono commercianti, 859mila artigiani, 477mila iscritti alle casse professionali. E proprio nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha firmato il decreto attuativo. I beneficiari dei 200 euro sono i lavoratori autonomi e i professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps, nonché i professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza di cui al Dlgs 30 giugno 1994, n. 509 e al Dlgs 10 febbraio 1996, n. 103 che, nel periodo d’imposta 2021, abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 35mila euro. I destinatari della misura una tantum, pari a 200 euro e corrisposta a seguito di presentazione domanda, devono essere già iscritti alle menzionate gestioni previdenziali alla data di entrata in vigore del decreto Aiuti, con partita Iva e attività lavorativa avviata e devono aver eseguito almeno un versamento, totale o parziale, per la contribuzione dovuta alla gestione di iscrizione per la quale è richiesta l’indennità, con competenza a decorrere dall’anno 2020. Sono previste delle incompatibilità (articoli 31 e 32 del decreto Aiuti). Quanto alle modalità di presentazione della domanda, il soggetto interessato dovrà presentare istanza agli enti di previdenza a cui è obbligatoriamente iscritto, nei termini, con le modalità e secondo lo schema predisposto dai singoli enti previdenziali. Il provvedimento precisa inoltre che l’indennità è corrisposta sulla base dei dati dichiarati dal richiedente e disponibili all’ente erogatore al momento del pagamento ed è soggetta a successiva verifica, anche attraverso le informazioni fornite in forma disaggregata per ogni singola tipologia di redditi dall’amministrazione finanziaria e ogni altra amministrazione pubblica che detenga informazioni utili. Decontribuzione più robusta da luglio a dicembre Disco verde poi a un taglio del cuneo contributivo aggiuntivo dell’1,2% per il periodo dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2022. A beneficiarne i lavoratori con una retribuzione imponibile fino a 35mila euro e che dal 1° gennaio già avevano ottenuto l’esenzione contributiva dello 0,8% in vigore dallo scorso gennaio e fino alla fine dell’anno. La norma infatti subordina tale esonero, che non è riconosciuto ai rapporti di lavoro domestico, alla condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo di 2.692 euro al mese, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima. Per sei mesi l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, dunque, è di due punti percentuali. Tenuto conto dell’eccezionalità della misura, resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Gli oneri valutati inizialmente in circa 984,3 milioni di euro per il 2022 (438,7 milioni di euro per il 2023), sono saliti nella versione finale del provvedimento a 1.181,4 milioni di euro per l'anno 2022 e in 526,6 milioni di euro per l’+anno 2023. Welfare aziendale, il tetto di esenzione sale fino a 600 euro Il provvedimento punta poi a rafforzare il welfare aziendale. In particolare, si prevede, solo per l’anno 2022, l’incremento a 600 euro del valore dei beni ceduti e dei servizi che non concorre a formare il reddito di lavoro dipendente, includendo tra i cosiddetti “fringe benefit” anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori dipendenti per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale. La legislazione vigente prevede, per detti benefits, la non concorrenza alla formazione del reddito di lavoro dipendente fino a un limite di 258,23 euro. Se il valore è superiore, lo stesso concorre interamente a formare il reddito. Secondo la relazione tecnica, sono circa tre milioni i lavoratori che fruiscono di benefit (elaborazioni sul modello di Certificazione Unica per l’anno di imposta 2020). La misura costa 86,3 milioni di euro per l’anno 2022 e 7,5 milioni di euro per l’anno 2023. Anticipo rivalutazione delle pensioni Il decreto Aiuti bis, in via eccezionale, prevede anche due tipologie di interventi in favore dei pensionati per contrastare gli effetti dell’inflazione per l’anno 2022. Il primo è l’anticipo al 2022 del conguaglio di 0,2 punti percentuali per il calcolo della rivalutazione delle pensioni in relazione al tasso di inflazione dell’anno 2021 risultato a consuntivo 1,9% in luogo di 1,7%, applicato in via provvisoria al 1° gennaio 2022. Ciò comporta che i ratei spettanti in relazione a tali 0,2 punti percentuali per l’intero anno 2022 vengano riconosciuti nell’anno 2022 anziché a gennaio 2023, come previsto prima dell’entrata in vigore della presente disposizione. Il secondo intervento prevede, nelle more dell’applicazione della percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 con decorrenza 1° gennaio 2023, il riconoscimento in via transitoria di un incremento, limitatamente alle mensilità di ottobre, novembre, dicembre e tredicesima, di due punti percentuali, calcolato con le stesse modalità di cui all’articolo 1, comma 478, della legge n. 160/2019. L’incremento non rileva, per l’anno 2022, ai fini del superamento dei limiti reddituali previsti nel medesimo anno per il riconoscimento di tutte le prestazioni collegate al reddito, ed è riconosciuto qualora il trattamento pensionistico mensile sia complessivamente pari o inferiore all’importo di 2.692 euro. Smart working senza proroghe Nel decreto Aiuti bis non è arrivata invece la proroga del diritto allo smart working per i lavoratori fragili e per i genitori di figli minori di 14 anni, annunciata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando (stoppata dal Mef per ragioni di copertura). Pertanto, dallo scorso 1° agosto anche per queste due categorie di lavoratori nel settore privato è venuta meno la tutela di legge. Si deve dunque tornare in presenza. Nelle imprese che hanno siglato un accordo aziendale con le rappresentanze sindacali che disciplina il lavoro agile, questi lavoratori dovranno rientrare secondo le modalità previste dalle intese. Nelle altre imprese dovranno rientrare potendo contare sulla protezione assicurata dal Dlgs 105 del 2022 (articolo 4 lettera b): i datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi per l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile devono riconoscere «priorità» alle richieste formulate dalle lavoratrici e dai lavoratori con figli fino a dodici anni di età, o senza alcun limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104 del 1992), o alle richieste dei lavoratori con disabilità in situazione di gravità accertata (articolo 4, comma 1, della legge 104 del 1992) o che siano caregivers.