Tra le diverse misure previdenziali contenute nella legge di Bilancio 2023 vi è la proroga per l’anno in corso dell’Ape sociale, istituto che, unitamente ad Opzione donna, è nato a fini sperimentali e ha visto continuamente posposta la data terminale di vigenza, con taluni aggiustamenti nei requisiti richiesti per l’attivazione. Il differimento dell’Ape sociale avviene mantenendone immutati i requisiti e la procedura per la richiesta. La Relazione tecnica stima un accesso per il 2023 di 20.000 soggetti circa, in parziale decrescita rispetto a quanto riscontrato per l’anno 2022 (21.200 soggetti). Vengono conseguentemente adeguati i termini e le scadenze precedentemente previsti, per cui i soggetti che hanno i requisiti richiesti possono presentare domanda per il loro riconoscimento dell’Ape sociale entro il 31 marzo 2023, ovvero, entro il 15 luglio 2023. Le domande presentate successivamente a tale data (e comunque non oltre il 30 novembre 2021) sono prese in considerazione solamente nel caso in cui siano ancora disponibili le risorse finanziarie a ciò destinate. Va anche evidenziato come l’Ape sociale è una misura cui si guarda con particolare attenzione nell’ambito del confronto in corso tra Governo e Parti sociali con riferimento a un nuovo intervento di riordino del sistema previdenziale. Cos’è l’Ape sociale L’Anticipo pensionistico agevolato è un istituto assistenziale selettivo, rivolto a lavoratori rientranti in precisate condizioni di bisogno, che permette a un’età di almeno 63 anni, con un’anzianità contributiva pari, a seconda dei casi, a 30, 32 o 36 anni, di lasciare il lavoro e ricevere un assegno “ponte” sino al compimento dei più vicini requisiti per il pensionamento ordinario di vecchiaia (67 anni) o fino al conseguimento di un trattamento pensionistico diretto anticipato o conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia. L'indennità, in caso di iscrizione a un’unica gestione, è pari all'importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell'accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro) o pari a 1.500 euro (se la pensione è pari o maggiore di questo importo). Per i dipendenti pubblici che cessano l'attività lavorativa e richiedono l'Ape sociale, si prevede che i termini di pagamento delle indennità di fine servizio (comunque denominate) iniziano a decorrere dal raggiungimento del requisito anagrafico previsto per il pensionamento di vecchiaia. È anche da ricordarsi come l’Ape sociale è compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa dipendente o parasubordinata soltanto nel caso in cui i relativi redditi non superino 8.000 euro lordi annui e con lo svolgimento di attività di lavoro autonomo nel limite di reddito di 4.800 euro lordi annui. Non è compatibile con la NASpI e le altre prestazioni per disoccupazione. L'erogazione dell'Ape sociale è esclusa in caso di: - mancata cessazione dell'attività lavorativa; - titolarità di un trattamento pensionistico diretto; - soggetti beneficiari di trattamenti di sostegno al reddito connessi allo stato di disoccupazione involontaria; - soggetti titolari di assegno di disoccupazione (ASDI); - soggetti che beneficiano di indennizzo per cessazione di attività commerciale; - raggiungimento dei requisiti per il pensionamento anticipato. Come ha avuto modo di chiarire l’INPS, durante il godimento dell’indennità di Ape sociale non spetta contribuzione figurativa, né i relativi periodi di fruizione sono utili per il diritto a pensione. Ne consegue che il percettore di Ape sociale che intenda incrementare la propria situazione contributiva al fine di perfezionare il requisito per l’accesso alla pensione anticipata può farlo sia svolgendo un’attività lavorativa nei limiti di reddito annuali stabiliti dalla legge, ma anche effettuando dei versamenti volontari per i periodi non coperti da altra contribuzione nelle gestioni ove tale istituto sia previsto e ove ne sussistano le condizioni di legge. Chi può richiedere la prestazione Procedendo alla disamina delle categorie beneficiarie della prestazione assistenziale, vanno ricordati: - i disoccupati di lungo corso; - i caregiver; - gli invalidi dal 74%; - gli addetti ai lavori gravosi che abbiano maturato il requisito anagrafico dei 63 anni. È necessario poi avere un requisito contributivo individuato dalla normativa, costituito da 30 anni di contributi per i disoccupati di lungo corso, per i caregiver e gli invalidi dal 74%, 36 anni per gli addetti ai lavori gravosi e 32 anni per gli operai edili, come indicati nel CCNL per i dipendenti delle imprese edili e affini, per i ceramisti e i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta. Per quanto riguarda le donne, è prevista una riduzione dei requisiti contributivi richiesti per l'accesso all'Ape sociale pari a 12 mesi per ciascun figlio, nel limite massimo di 2 anni (cd. Ape sociale donna). Come richiedere l’Ape sociale Per quel che riguarda la modalità con cui richiedere l’Ape sociale, i canali attivabili sono rappresentati dal sito on-line dell’INPS, attraverso il servizio dedicato, dal contact center e dagli Enti di patronato e intermediari dell'Istituto. L’Ente previdenziale comunica ai richiedenti l’esito dell’istruttoria delle domande di verifica entro il 30 giugno e successivamente sarà possibile presentare istanza di pagamento della prestazione. Per quel che riguarda le altre due finestre, se la domanda è presentata dal 1° aprile al 15 luglio, la risposta dell’INPS è prevista entro il 15 ottobre, se, invece, la domanda viene presentata tra il 16 luglio e il 30 novembre (cd. istanza tardiva), la risposta dell’Ente previdenziale deve avvenire entro il 31 dicembre 2023.