INAD: l’Indice dei domicili digitali debutta il 6 luglio

Dal 6 luglio 2023 sarà consultabile l’INAD, l'indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato non tenuti all'iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese. Già dal 6 giugno 2023 è diventato possibile alimentare questo data base ufficiale eleggendo il domicilio digitale utile per lo scambio formale di atti con le pubbliche amministrazioni. Sarà, quindi, più semplice la comunicazione e la notificazione di atti della P.A. con valore legale, ma dietro l’angolo incombono rischi sul fronte “privacy” per un utilizzo improprio di quella che è a tutti gli effetti una preziosissima mailing list. Si profila, tuttavia, uno slittamento al 30 novembre 2023 delle notifiche esclusivamente digitali delle P.A.: fino a quella data al destinatario sprovvisto di domicilio digitale sarà inviata una copia cartacea dell’atto (emendamento governativo al D.L n. 51/2023 convertito in legge). Cos’è l’INAD Il registro INAD è istituito dall'articolo 6-quater del CAD (D.Lgs. n. 82/2005) e si accoda all’indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti (INI-PEC) e all’indice dei domicili digitali delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi (IPA). L’INAD ha aperto i battenti il 6 giugno 2023, data dalla quale i soggetti appena elencati possono eleggere il proprio domicilio digitale, indicando un indirizzo PEC dove ricevere tutte le comunicazioni ufficiali della Pubblica Amministrazione. Per eleggere il domicilio bisogna accedere (con SPID, carta di identità elettronica o la carta dei servizi sanitari al sito https://domiciliodigitale.gov.it) e inserire il proprio recapito certificato. La norma di riferimento è l’articolo 6-quater del CAD, dedicato appunto all’Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato, non tenuti all'iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese. La realizzazione e la gestione dell’INAD sono affidate all'AgID, che si avvale delle strutture informatiche delle Camere di commercio. Il professionista, non iscritto in albi, registri o elenchi professionali può eleggere l’INAD un domicilio digitale professionale e un domicilio digitale personale diverso dal primo. Il domicilio digitale è l'indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata (PEC) o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale. Chi può eleggere il proprio domicilio digitale registrandosi all’INAD In dettaglio i soggetti che possono eleggere il proprio domicilio digitale mediante registrazione nell'INAD sono: a) le persone fisiche che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età e che abbiano la capacità di agire; b) i professionisti che svolgono una professione non organizzata in ordini, albi o collegi ai sensi della legge n. 4/2013; c) gli enti di diritto privato non tenuti all'iscrizione nell'INI-PEC. Cosa devono fare i professionisti iscritti all’INI-PEC Ci sono novità anche per i professionisti iscritti a INI-PEC. Il Codice dell’Amministrazione Digitale prevede che il domicilio digitale dei professionisti iscritti in INI-PEC, l’indice nazionale degli indirizzi PEC delle imprese e dei professionisti, venga importato automaticamente su INAD in qualità di persona fisica, restando salva la possibilità di modificarlo, indicando un altro indirizzo PEC. L'accesso ai servizi esposti sul portale INAD è a titolo gratuito, compreso l’accesso per le richieste di elezione, modifica e cessazione del domicilio. Perché eleggere un domicilio digitale Il principale vantaggio derivante dall’elezione del domicilio digitale è il risparmio sui costi di servizi, quale l'annullamento totale dei costi di postalizzazione o la riduzione del tempo e dei costi di invio di una comunicazione avente valore legale. Dal punto di vista della Pubblica Amministrazione l’elezione del domicilio digitale significa che le autorità possono usare i domicili presenti nell’INAD per inviare rimborsi fiscali e detrazioni d'imposte, accertamenti, verbali di sanzioni amministrative e tutte le altre comunicazioni con valore legale. L'ente, che invierà comunicazioni tramite il domicilio digitale, potrà avvalersi della conferma immediata di ricezione da parte del cittadino. Peraltro, il transito al sistema di notifiche integralmente digitali delle Pubbliche Amministrazioni dovrebbe subire uno slittamento. In effetti, con il dichiarato scopo di non mancare l’obiettivo di attuare la misura PNRR M1C1-128, un emendamento governativo (il n. 6.47) al disegno di legge di conversione del D.L. n. 51/2023 (noto come decreto “PA omnibus”), obbliga a inviare una copia cartacea dell’atto notificato, insieme all’avviso di avvenuta ricezione in formato cartaceo, al destinatario sprovvisto di domicilio digitale, che non abbia già perfezionato la notifica tramite accesso alla piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione. Formalmente si tratta di un emendamento all’art. 6, D.L. n. 51/2023, consistente nell’inserimento del comma 2 bis, il quale a sua volta aggiunge il comma 22 bis all'articolo 26 del D.L. n. 76/2020, dedicato, appunto, alla piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione. La misura tampone viene coperta dal citato emendamento con uno stanziamento di 979.050 euro per l'anno 2023, così da finanziare i maggiori oneri di stampa, imbustamento e recapito. In ogni caso, il domicilio digitale favorisce l'intero flusso di comunicazione, facendo risparmiare molto tempo sia alla P.A. sia agli utenti e alle imprese. Il domicilio digitale, in ogni caso, non può essere condiviso con altri (ad esempio un convivente del nucleo familiare). Sempre in materia di utilizzi dell’INAD, ai sensi dell’articolo 6-quinquies del CAD, in assenza di preventiva autorizzazione del titolare dell'indirizzo, è vietato l'utilizzo dei domicili digitali presenti nell’INAD per l'invio di comunicazioni commerciali (articolo 2, comma 1, lettera f), del D.Lgs. n. 70/2003) Tra le comunicazioni commerciali rientrano tutte le forme di comunicazione destinate, in modo diretto o indiretto, a promuovere beni, servizi o l'immagine di un'impresa, di un'organizzazione o di un soggetto che esercita un'attività agricola, commerciale, industriale, artigianale o una libera professione. Ai sensi del D.Lgs. n. 70/2003, non sono di per sé comunicazioni commerciali: 1) le informazioni che consentono un accesso diretto all'attività dell'impresa, del soggetto o dell'organizzazione, come un nome di dominio, o un indirizzo di posta elettronica; 2) le comunicazioni relative a beni, servizi o all'immagine di tale impresa, soggetto o organizzazione, elaborate in modo indipendente, in particolare senza alcun corrispettivo. Una precedente formulazione dell’articolo 6-quinquies del CAD vietava “l'utilizzo dei domicili digitali di cui al presente articolo per finalità diverse dall'invio di comunicazioni aventi valore legale o comunque connesse al conseguimento di finalità istituzionali dei soggetti di cui all'articolo 2, comma 2”. Qual è il parere del garante della Privacy per la protezione dei dati personali Sul punto è necessario riferire il parere del Garante per la protezione dei dati personali n. 288 del 22 luglio 2021. In quella sede il Garante ha sottolineato che la precedente versione sopra richiamata operava un significativo (per quanto non soddisfacente) restringimento dell’utilizzo del domicilio digitale alle sole finalità di notificazione di atti per le quali si rendeva necessario che fossero dotate di valore legale, e, nei fatti, aveva consentito di preservare la PEC, almeno in parte, da fenomeni di spamming e utilizzi impropri. Il Garante ha, pertanto, formulato esplicite critiche all’impianto normativo vigente, mettendo in evidenza che l’esclusione specifica delle sole finalità di tipo commerciale rende allo stato possibile l’utilizzo del domicilio digitale per molteplici finalità, con un impatto rilevante sulla gestione delle comunicazioni che pervengono al domicilio digitale (ad esempio, propaganda elettorale, comunicazione istituzionale, sondaggi di opinione, solo per citarne alcune). Questa porta aperta all’utilizzo dei domicili digitali ricavati dall’INAD (ma anche dall’INI-PEC) per una pluralità indeterminata di finalità, con la sola esclusione dell’invio di comunicazioni commerciali, secondo il Garante, è una palese violazione dei principi di correttezza e di limitazione della finalità di cui agli articoli 5, par. 1, lett. a) e b) del Regolamento Ue sulla protezione dei dati n. 2016/679 (GDPR). Nell’esaminare, nel citato parere, l’allora schema di linee guida Agid, il Garante riferiva che nel determinare l’ambito di utilizzo, le linee guida si limitavano a richiamare le disposizioni del CAD, specificando poi che i domicili digitali presenti nell’INAD sono utilizzabili per l’invio di comunicazioni elettroniche aventi valore legale. Sempre nel parere citato il Garante, nelle more di un intervento del legislatore che renda l’art. 6 quinquies, comma 3, del CAD conforme al GDPR, invitava l’AgID a valutare l’opportunità di limitare l’ambito di utilizzo dei domicili digitali presenti nell’INAD esclusivamente per l’invio di comunicazioni elettroniche per le quali si renda effettivamente necessario che siano dotate di valore legale. A prescindere dalla portata delle linee guida, dal parere del Garante emerge una preoccupazione per il possibile abuso nell’utilizzo dei dati sui domicili digitali elencati nell’INAD. Pertanto, chiunque accederà all’INAD deve intendere le parole del Garante come un monito e un possibile preannuncio di contestazione delle violazioni delle disposizioni sopra richiamate del GDPR e, conseguentemente, dovrà elaborare un apposito assessment delle finalità perseguite e dovrà procedere con estrema cautela nel caso ritenesse di poter utilizzare quei dati per scopi diversi dall’invio di comunicazioni con valore legale.

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Chi vi si registra, indicando la propria PEC (posta elettronica certificata) avrà un canale diretto di comunicazione con chiunque voglia inviare una comunicazione con valore legale, pubblica amministrazione in primis

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