Salute e sicurezza sul lavoro: sanzioni e ammende più care del 15,9%

Violare le norme prevenzionistiche costerà decisamente più caro. Questo è l’effetto del decreto n. 111 del 20 settembre 2023, con il quale la Direzione Generale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro del Ministero del Lavoro ha rivalutato tutte le ammende e le sanzioni amministrative in materia di igiene, salute e sicurezza, ai sensi dell’art. 306 del DLgs. 81/2008. Il comma 4-bis di tale disposizione stabilisce che le ammende e le sanzioni amministrative pecuniarie previste dal Testo unico in materia di salute e sicurezza (DLgs. 81/2008), nonché da atti aventi forza di legge, siano rivalutate ogni cinque anni in misura pari all’indice ISTAT dei prezzi al consumo previo arrotondamento delle cifre al decimale superiore, esattamente come avviene, con cadenza biennale, per le sanzioni del Codice della strada di cui all’art. 195 comma 3 del DLgs. 285/92. Nel caso delle sanzioni pecuniarie in materia di sicurezza, la prima rivalutazione è stata attuata direttamente dall’art. 9 del DL 76/2013, in vigore dal 28 giugno 2013, che ha introdotto il predetto comma 4-bis. In sede di prima applicazione la rivalutazione è avvenuta, a decorrere dal 1° luglio 2013, nella misura del 9,6%. Il citato art. 306 del DLgs. 81/2008, tuttavia, richiede uno specifico decreto che, al tempo, doveva essere adottato dalla Direzione generale per l’Attività ispettiva del Ministero del Lavoro, soppressa con l’avvento dell’Ispettorato nazionale del lavoro (INL). La prima vera e propria rivalutazione con decreto è avvenuta nel 2018 quando, con provvedimento n. 12 del 6 giugno 2018, il direttore dell’INL ha previsto un aumento delle ammende e delle sanzioni amministrative, pari all’1,9%, a decorrere dal 1° luglio 2018. Questa volta, complice l’aumento vertiginoso dei prezzi al consumo e, quindi, dell’indice ISTAT, registratosi nel quinquennio 2019-2023, l’incremento è davvero rilevante, attestandosi addirittura al 15,9%. Considerando che, di per sé, le ammende e le sanzioni amministrative in materia di salute e sicurezza, data la delicatezza della materia e i beni giuridici tutelati, risultano mediamente elevate, si può ben comprendere l’impatto che il DM 111/2023 avrà nelle attività di controllo sulla sicurezza dei lavoratori, poste in essere tanto dagli ispettori del lavoro, che ex DL 146/2021 sono oggi competenti in tutti i settori d’impresa, quanto dei tecnici delle aziende sanitarie. Sul punto si formulano alcune osservazioni. Innanzitutto, è bene rammentare i due meccanismi applicativi delle sanzioni in tale ambito. Ove la contravvenzione preveda la pena alternativa dell’arresto o dell’ammenda o la sola ammenda, il personale ispettivo che accerta la violazione dovrà necessariamente impartire prescrizione ex art. 20 e ss. del DLgs. 758/94, finalizzata alla rimozione degli effetti antigiuridici della condotta. Ottemperando all’invito formulato dagli ispettori, il contravventore potrà essere ammesso al pagamento di una sanzione pecuniaria pari a un quarto del massimo dell’ammenda prevista o della misura fissa, garantendosi così l’estinzione del reato in via amministrativa. Per le sanzioni amministrative, contenute nel DLgs. 81/2008, il meccanismo è simile. L’art. 301-bis del DLgs. 81/2008 permette, infatti, che il trasgressore sia ammesso al pagamento di una somma pari alla misura minima qualora provveda a regolarizzare la propria posizione non oltre il termine assegnato dall’organo di vigilanza. Un ulteriore aspetto, meritevole di approfondimento, attiene all’esatta quantificazione delle sanzioni in ragione della rivalutazione. Va infatti ricordato che, successivamente al decreto del 6 giugno 2018, l’art. 1 comma 445 lett. d) n. 2 della L. 145/2018 ha fissato, a decorrere dal 1° gennaio 2019, un aumento del 10% degli importi dovuti per la violazione delle disposizioni contenute nel DLgs. 81/2008, sanzionate in via amministrativa o penale. Viene spontaneo chiedersi se il DM 111/2023 operi unicamente nei riguardi degli importi previsti dalla precedente rivalutazione del 2018 o tenga conto anche dell’ulteriore incremento derivante dalla legge di bilancio 2019. Sebbene il DM 111/2023 non faccia menzione del citato comma 445, è indubbio che dal punto di vista temporale operi successivamente all’incremento del 10%, voluto da tale disposizione e, di conseguenza, ad avviso dello scrivente, il decreto in questione non può che ritenere impliciti e vigenti anche questi ultimi aumenti. In altre parole, la rivalutazione del 15,9% dovrà tenere conto degli importi così come da ultimo determinati a seguito degli aumenti del 10% della legge di bilancio 2019. Infine, è opinione di chi scrive che, sebbene il decreto preveda una decorrenza dal 1° luglio 2023, i nuovi valori sanzionatori, nel rispetto dei principi generali in tema di irretroattività della legge penale (art. 2 comma 4 c.p.) e di quelli sanzionatori amministrativi (art. 1 della L. 689/81), potranno essere applicati unicamente alle violazioni commesse successivamente all’adozione del DM 111/2023.

Concordato preventivo biennale: in un video le istruzioni per l’uso

Decreto salva casa: nuovi requisiti di abitabilità

Concordato preventivo forfetari: aggiornato il software

Via libera al Decreto Agricoltura: le misure approvate

Decreto Salva Casa: le novità in arrivo

Influencer inquadrabile come agente di commercio

Carta Dedicata a te: destinatari, requisiti e misura

Decreto Coesione in Gazzetta Ufficiale, le novità in arrivo

Disabili: come cambia la legge 104 dal 30 giugno

Salute e sicurezza sul lavoro: sanzioni e ammende più care del 15,9%

Le ammende riferite alle contravvenzioni in materia di igiene, salute e sicurezza sul lavoro e le sanzioni amministrative pecuniarie sono rivalutate, a decorrere dal 1° luglio 2023, nella misura del 15,9%

Newsletter

Articoli correlati