Esecuzione delle sentenze tributarie: l’ottemperanza è l’unico rimedio

Il giudizio di ottemperanza è l'unico rimedio utilizzabile ai fini dell'esecuzione delle sentenze tributarie in caso di inadempimento dell'Amministrazione finanziaria. È quanto ribadito dall'ordinanza n. 3097 del 2 febbraio 2024 della Corte di Cassazione. L'ordinanza ribadisce che le sentenze delle Corti di giustizia tributarie sono immediatamente esecutive. Nello specifico la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della dirigente dell'Ufficio di segreteria della Commissione tributaria regionale della Sicilia (oggi Corte di giustizia tributaria regionale della Sicilia) che aveva rifiutato il rilascio delle copie delle sentenze munite di formula esecutiva. La vicenda riguarda il contenzioso tra un contribuente e l'Agenzia delle Entrate. La Commissione tributaria di Palermo aveva accolto il ricorso del contribuente contro un avviso di accertamento dell'Agenzia delle Entrate e aveva anche respinto il successivo appello proposto delle Entrate, condannandola in entrambi i casi al pagamento delle spese di lite. Il difensore del contribuente allo scopo di procedere al recupero delle spese di lite, si è rivolto alla segreteria della Commissione tributaria per chiedere la copia di tali sentenze munite della formula esecutiva di cui all'art. 475 del cod. proc. civ. invece che notificare semplicemente la sentenza all'Agenzia delle Entrate. La commissione tributaria però rifiutava il rilascio delle copie con formula esecutiva, dal momento che andava utilizzato il giudizio di ottemperanza (ex art. 70 dlgs n. 546/1992). Nato qui un contenzioso, attraverso i vari gradi di giudizio, la Cassazione ha emesso l'ordinanza n. 3097 del 2 febbraio 2024 con il quale conferma che deve essere utilizzato solo il giudizio di ottemperanza.

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Esecuzione delle sentenze tributarie: l’ottemperanza è l’unico rimedio

Il giudizio di ottemperanza è l’unico rimedio per l’attuazione delle sentenze tributarie nel caso di inadempimento dell’amministrazione finanziaria. Il contribuente non può ricorrere all’espropriazione forzata in sede civile

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