Stop ai contratti che strangolano le pmi sui tempi di pagamento. Nelle transazioni commerciali in cui il creditore sia una piccola e media impresa dovranno considerarsi «gravemente inique», e quindi nulle ai sensi del dlgs 231/2002, le clausole che prevedono tempi di pagamento superiori a 60 giorni. È quanto prevede un emendamento dei relatori, Mauro Coltorti (M5s) e Daisy Pirovano (Lega) al decreto legge Semplificazioni, presentato in commissione al senato. La norma, stabilendo una presunzione assoluta di iniquità (e quindi di nullità) a carico delle clausole che prevedano pagamenti oltre 60 giorni nei rapporti contrattuali con le pmi, punta ad accelerare la liquidazione dei debiti verso le realtà produttive più piccole la cui sostenibilità finanziaria può essere più facilmente messa in pericolo da contratti vessatori sui tempi di pagamento. Quando invece tutte le parti del contratto sono pmi le norme sui pagamenti saranno più flessibili visto che le disposizioni di cui sopra non troveranno applicazione. L'emendamento sui pagamenti è solo uno di lunga lista di proposte di modifica dei relatori al dl semplificazioni all'esame delle commissioni affari costituzionali e lavori pubblici di palazzo Madama, i cui lavori ieri sono andati ancora a rilento, anche a causa del ritardo nei pareri da parte della commissione bilancio. Le commissioni hanno completato la scrematura delle proposte di modifica, bocciando o accantonando gli emendamenti esaminati. Ma gli emendamenti di peso non sono stati ancora discussi. Mentre non è stato ancora presentato l'emendamento che riporterà dal 24 al 12% l'aliquota Ires sugli enti non profit. Vediamo tutte le novità. Rottamazione-ter Tra gli emendamenti dei relatori trova conferma anche la riapertura della rottamazione per coloro che non avevano pagato entro il termine del 7 dicembre 2018. Scuola Maestri e professori, una volta diventati di ruolo, non potranno cambiare scuola per i primi cinque anni. Un emendamento dei relatori estende «al personale docente ed educativo di ogni ordine e grado» (quindi anche per la scuola dell'infanzia) le misure attualmente in vigore per gli insegnanti delle superiori. Adeguamento antincendio Prorogati, rispettivamente al 31 dicembre 2021 e al 31 dicembre 2019 i termini per l'adeguamento delle scuole e degli asili nido alla normativa antincendio. La proroga è giustificata nelle more dell'attuazione di un piano triennale di interventi per il 2019-2021. Associazionismo comunale Gli obblighi di gestione associata delle funzioni fondamentali, previsti dal cosiddetto decreto Calderoli (dl 78/2010) e sulla cui legittimità costituzionale è attesa a breve una pronuncia della Consulta, sempre prorogati di anno in anno dal 2010 in avanti e, da ultimo, fino al prossimo 30 giugno, slittano ancora: al 31 dicembre 2019. Lo slittamento servirà a dare tempo al tavolo tecnico-politico istituito presso il Mininterno per riformare l'ordinamento delle province, superare gli obblighi di gestione associata e semplificare gli oneri amministrativi e contabili. Mutui negli enti in riequilibrio finanziario Con una modifica all'articolo 243-bis del Tuel si prevede che i comuni che fanno ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale possano contrarre mutui anche per la copertura di spese di investimento «strettamente funzionali all'ordinato svolgimento di progetti e interventi finanziati in prevalenza con risorse provenienti dall'Unione europea o da amministrazioni ed enti nazionali, pubblici o privati». Alienazioni immobiliari Diventa strutturale, e non solo limitata al triennio 2018-2020, la possibilità per gli enti locali di utilizzare i proventi derivanti dalle alienazioni patrimoniali, per finanziare le quote capitali dei mutui o dei prestiti obbligazionari in ammortamento nell'anno o in anticipo rispetto all'originario piano di ammortamento. Stralcio delle mini-cartelle Comuni e province potranno ripartire su un arco temporale di 5 anni la perdita sui crediti iscritti in bilancio e divenuti inesigibili per legge, a seguito dell'operazione di cancellazione automatica dei vecchi ruoli fino a 1.000 euro disposta con il decreto fiscale. Il Fondo Imu-Tasi sale a 300 milioni Con un emendamento al comma 892 della legge di Bilancio 2019, viene istituzionalizzato il rifinanziamento integrale (300 milioni) del fondo Imu-Tasi, oggetto di una lunga trattativa col governo che prima aveva ridotto le risorse a quota 190 milioni e poi ha accontentato i comuni. Resta in ogni caso il vincolo di destinazione delle somme.