Riciclaggio per la moglie casalinga che detenga e rimetta in circolazione un ingente patrimonio, frutto di operazioni illecite condotte dal marito. In funzione di questa condanna al soggetto va applicata la misura cautelare della custodia in carcere. Questo il principio espresso dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 4215 del 28 gennaio 2019. I Supremi giudici, della seconda sezione penale, si sono trovati alle prese con una vicenda in cui un soggetto aveva depauperato una società trasferendo le somme in diverse società riconducibili a lui e al coniuge e lasciando la società principale come un semplice contenitore di debiti. Questi elementi sono risultati dimostrativi, pertanto, della consapevolezza della ricorrente di prestarsi alla realizzazione del disegno illecito perseguito dal marito, mediante un'attività di sostituzione e trasferimento delle somme di provenienza delittuosa ricevute (in virtù della regola che non poteva non sapere). Pertanto il rilievo che parte delle somme fosse stata destinata a una spesa personale (assai modesta), non elimina la rilevanza personale della condotta, in quanto utilmente idonea a rimettere in circolo proventi di origine delittuosa, così rendendone più difficile il reperimento e l'identificazione.