Sono state presentate presso la Commissione Lavoro del Senato le proposte di modifica al decreto 28 gennaio n. 4 del 2019 su reddito di cittadinanza, quota 100 e pensioni, che verrà esaminato dall’Aula a partire dal 19 febbraio. Gli emendamenti sono complessivamente 1.570, presentati sia dalla compagine di maggioranza che dalle forze politiche di opposizione. Quali sono i principali profili presi in considerazione? Reddito e pensione di cittadinanza Partendo dal reddito di cittadinanza, la maggioranza interviene in primo luogo sulla scala di equivalenza che nella versione attuale, secondo quanto osservato nell’ambito delle diverse audizioni parlamentari, penalizza i nuclei con oltre tre figli a carico a vantaggio di chi fa nucleo familiare a sé. La modifica proposta prevede l’ampliamento della struttura attuale riconoscendo alle famiglie una cifra incrementata di 0,3 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,5. Va ricordato come il parametro attuale è pari a 0,2 a minore, fino a un massimo di 2,1. Se venisse accolto l’emendamento il beneficio massimo del reddito potrebbe arrivare a 1.530 euro al mese da 1.330 euro attuali. Un altro emendamento prevede poi che venga data priorità ai nuclei con disabili. Altra proposta dispone poi che, in caso di rinnovo del reddito di cittadinanza, anche le famiglie dove sono presenti figli minori devono godere di alcune misure di vantaggio. L’obiettivo è far sì che l’offerta di lavoro debba essere accettata solo entro un raggio di 250 chilometri e non più, come prevede il testo attuale, ovunque sia collocata. Altra proposta prevede che gli incentivi per i datori di lavoro legati alle assunzioni di beneficiari del reddito di cittadinanza non siano cumulabili con gli sgravi per le assunzioni di under-35 o di precari nelle Regioni del Mezzogiorno previsti dalla legge di Bilancio per il 2019 e 2020. Si suggerisce ancora l’introduzione dell’obbligo di prestare servizio civile da parte degli under 28 che chiedono il sussidio. Tra le altre richieste vi è poi quella di introdurre tra i requisiti per poter chiedere il RdC il versamento di imposte sul lavoro e contributi per almeno 24 mesi, anche non continuativi, nei dieci anni precedenti. Vi è ancora la proposta di introdurre una maxi sanzione per chi utilizza lavoratori in nero che percepiscono il reddito di cittadinanza. Il disposto attuale prevede un incremento, rispetto alle multe standard, del 20 per cento in caso di impiego di lavoratori stranieri irregolari o di minori in età non lavorativa. La proposta aggiunge a tali categorie i lavoratori beneficiari del reddito di cittadinanza. Altro emendamento prevede e l’estensione degli incentivi all’assunzione dei percettori del reddito di cittadinanza anche ai datori di lavoro “domestico”. Ulteriore proposta è quella che prevede la possibilità del rinnovo della prestazione una sola volta per un periodo pari alla prima erogazione. Attualmente si prevede un tetto di 18 mesi per la prima erogazione e la possibilità di rinnovo con lo stop di un mese prima di ciascun rinnovo. In materia di pensione di cittadinanza si prevede che competa anche a nuclei con persone con meno di 67 anni se sono in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza. Tra gli emendamenti presentati dall’opposizione, si segnala la proposta di introdurre il salario di disoccupazione, l’estensione e il potenziamento del reddito di inclusione (ReI), il ripristino dell'assegno di ricollocazione per i percettori Naspi. Vi è ancora la soppressione della norma sui navigator con la destinazione delle risorse all'assunzione degli assistenti sociali e la stabilizzazione dei precari ANPAL servizi, nonchè il ripristino della scala di equivalenza in modo da non penalizzare le famiglie più numerose. Quota 100 e altre pensioni In ambito previdenziale va riportata in primo luogo la proposta della maggioranza di esentare dal meccanismo delle finestre trimestrali chi ha un lavoro gravoso o usurante per l’accesso anticipato alle pensioni di anzianità contributiva. Con riferimento al riscatto laurea light la proposta è quella di superare il limite attuale di età dei 45 anni escludendo però la possibilità di calcolare i periodi antecedenti al 1° gennaio 1996 ai fini del calcolo della pensione con il sistema retributivo o misto. Altro emendamento consente di escludere i contributi figurativi relativi al servizio di leva o civile anteriori al 1° gennaio 1996 per evitare che il loro computo e il relativo inserimento nel regime misto porti alla esclusione dall'accesso al riscatto agevolato della laurea. Si prevede ancora l’incremento da 30 mila a 45 mila euro del limite per l’anticipo delle liquidazioni dei dipendenti pubblici con prestito bancario. Ulteriore emendamento prevede poi la proroga di un anno dell’opzione donna estendendo il diritto alla pensione anticipata a tutte quelle lavoratrici che abbiano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2019. Vi è ancora un emendamento in base al quale si prevede la modifica del metodo di calcolo dell’assegno, disponendo che il trattamento pensionistico dei lavoratori impegnati in attività sindacali sia uguale a quello della categoria professionale di riferimento. Con riferimento alle proposte dell’opposizione si segnala la possibilità proposta di accedere alla pensione anticipata nel sistema contributivo e la introduzione della possibilità per tutti i lavoratori di optare per il sistema contributivo al compimento di 64 anni di età, con 20 anni di contributi, l’'ampliamento e la stabilizzazione dell'APE sociale, la stabilizzazione della disciplina dell'APE volontario e la nona salvaguardia per gli esodati.