Era atteso ma nient’affatto scontato il via libera definitivo di Bruxelles all’ennesimo cambio di passo gius-normativo e procedurale in materia di IVA, da estendere alle autostrade virtuali attraverso le quali si realizza l’interscambio e la vendita di beni e servizi online. E comunque, nonostante i dubbi espressi nei giorni passati dai rappresentanti diplomatici, preoccupati di non aprire un ulteriore fronte di attrito con Washington, l’ok dell’Ecofin è giunto puntuale. La Commissione UE ha espresso soddisfazione per l'accordo raggiunto dagli Stati membri sulle misure necessarie a semplificare le norme sull'IVA per le vendite online, che garantiscono allo stesso tempo che i mercati online svolgano il proprio ruolo nella lotta contro le frodi fiscali. Un controsenso apparente ma che da almeno un biennio costituisce l’orizzonte normativo di riferimento dell’Unione. 5 miliardi di euro di maggior gettito assicurati, 7 a regime Le norme concordate garantiranno un'introduzione fluida delle nuove misure in materia di IVA per il commercio elettronico già definite nel dicembre 2017 e destinate a entrare in vigore nel gennaio 2021. Esse dovrebbero altresì aiutare gli Stati membri a recuperare i 5 miliardi di euro di introiti fiscali persi nel settore ogni anno, una cifra destinata a raggiungere 7 miliardi di euro entro il 2020, quando l’intera normativa andrà a regime. Un passo verso una unione doganale effettiva La novità, tra l’altro, ha come effetto quello di restringere gradualmente i divari normativi, in materia di dogane, che comportano la perdita di entrate fiscali, fatto che priva gli Stati membri di fondi che potrebbero essere impiegati per i servizi e gli investimenti pubblici. Nello stesso tempo le norme sull’IVA risultano ora più in linea alle esigenze dell’economia digitale e globalizzata. Le imprese, infatti, potranno fin d’ora contare su una transizione senza soluzione di continuità verso il più ampio sistema dell'IVA per il commercio elettronico il cui appuntamento è fissato nel 2021. Maggiore conformità in materia di IVA Le imprese non europee, incluse quelle che utilizzano i depositi o i "centri di elaborazione degli ordini" nell'UE, possono vendere beni ai consumatori europei attraverso i mercati online. Per le autorità fiscali può essere difficile riscuotere l'IVA dovuta su tali beni. Conformemente alle misure concordate nel dicembre 2017, i mercati digitali saranno considerati il venditore quando facilitano la vendita di beni di valore fino a 150 euro a clienti nell'UE da parte di imprese non europee attraverso le loro piattaforme. Dato di particolare rilevanza, le stesse norme si applicheranno quando imprese non europee utilizzano piattaforme online per vendere beni ubicati nei "centri di elaborazione" all'interno dell'UE, indipendentemente dal loro valore, consentendo alle autorità fiscali di esigere l'IVA dovuta su tali vendite. Le piattaforme online dovranno inoltre tenere registri delle vendite di beni o servizi effettuate dalle imprese che utilizzano la piattaforma. Le norme concordate oggi, inoltre, specificano con maggiori dettagli se e quando si ritiene che i mercati online agevolino tali forniture, in base a chi stabilisce termini e condizioni della fornitura nonché il relativo ruolo nel pagamento o nell'ordine e nella fornitura dei beni. Un nuovo sistema dell'IVA per i venditori online Le nuove regole garantiranno inoltre che un nuovo sistema dell'IVA sia pronto per le imprese di vendita online dal 2021. Le norme, infatti, introducono nel sistema gli elementi innovativi fondamentali e necessari affinché le imprese online possano trarre pieno vantaggio dal mercato unico dell'UE. Sportello unico UE per l’e-commerce Il portale aggiornato sull'IVA nel commercio elettronico, denominato "sportello unico", istituito mediante tali misure consentirà alle imprese che vendono beni online ai loro clienti di assolvere gli obblighi in materia di IVA nell'UE attraverso un portale online di facile utilizzo nella loro lingua. Senza il portale sarebbe necessaria la registrazione ai fini dell'IVA in ciascuno Stato membro UE in cui le imprese intendono vendere, una situazione descritta dagli interessati come uno dei maggiori ostacoli per le piccole imprese che effettuano operazioni transfrontaliere. Per i fornitori di servizi elettronici il sistema è operativo già dal 2015 e funziona bene. Registrazioni al via da ottobre 2020 L'adozione definitiva delle nuove norme sarà possibile dal momento in cui sarà disponibile il parere consultivo del Parlamento europeo. Ad ogni modo, gli Stati membri possono basarsi sulle norme adottate oggi per iniziare ad ampliare i loro sistemi informatici. In sostanza, le nuove norme in materia di IVA si applicheranno dal 1° gennaio 2021 e gli Stati membri avranno tempo fino alla fine del 2020 per recepire nell'ordinamento nazionale le nuove norme della direttiva IVA. Le imprese desiderose di avvalersi dello sportello unico per l'IVA ampliato possono iniziare a registrarsi negli Stati membri dal 1° ottobre 2020.