L’Agenzia delle Entrate apre alla possibilità di rimozione delle violazioni formali su invito. A condizione che ci sia stato un «giustificato motivo» che abbia indotto il contribuente in buona fede a non far emergere l’irregolarità formale commessa. Ad anticipare il contenuto della circolare in dirittura d’arrivo sulla sanatoria degli errori formali è stato il direttore delle Entrate Antonino Maggiore nel corso del forum sulla pace fiscale organizzato ieri dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti (Cndcec). Proprio dal presidente dei commercialisti, Massimo Miani, è arrivato un via libera a tutti gli interventi che possono semplificare gli adempimenti di una professione importante e delicata: «Sono 4,5 milioni i contribuenti - ha fatto notare Miani - che si sono avvalsi dell’assistenza fiscale di un commercialista e su 178 miliardi di gettito fiscale proveniente dalle principali imposta sono circa 134 i miliardi che arrivano nelle casse dell’Erario passando attraverso un commercialista». Da Miani un apprezzamento anche alla volontà del Governo di riaprire i termini della rottamazione, giudicando inaccettabili i suggerimenti arrivati da alcuni uffici nei giorni caldi prima della scadenza del 30 aprile di «lavorare anche di notte». E rivolgendosi al vicepresidente della commissione Finanze della Camera, Alberto Gusmeroli, che è stato tra i protagonisti della proposta di legge sulle semplifificazioni, Miani ha promosso l’idea di un correttivo in base al quale «con la sottoscrizione del mandato professionale da parte del cliente si sottoscriva un impegno cumulativo per la trasmissione telematica che valga tutto l’anno». Tornando alle sanatorie ancora in corso, proprio in vista della scadenza del 31 maggio per il pagamento della prima rata (l’altra scade il 2 marzo 2020) Maggiore ha assicurato l’impegno dell’Agenzia a definire in circolare un elenco dettagliato delle violazioni formali oggetto della definizione agevolata. Con una chiara e netta chiusura nei confronti delle ipotesi collegate a frodi, che come tali non possono mai essere considerate solo formali. Uno sforzo interpretativo che secondo il direttore è finalizzato a stimolare la compliance dei contribuenti, puntando a prevenire eventuali comportamenti non corretti piuttosto che arrivare in seconda battuta con la repressione. Anche se quest’ultima resta a pieno titolo uno degli strumenti utilizzabili, ma va indirizzata ai casi più gravi come quelli di frode. È lo stesso spirito di fondo che caratterizzerà l’utilizzo dei dati della Superanagrafe dei conti correnti dopo il via libera del Garante Privacy all’estensione della sperimentazione per le persone fisiche. «Gli incroci si fanno e si faranno, ma dove vale la pena, con una precisa analisi del rischio», ha precisato Maggiore.