Tra i diversi emendamenti presentati nella discussione sul decreto Crescita, ne è spuntato uno sul tema dei c.d. “lavoratori impatriati” destinato ad interessare anche il calciomercato. In sede di conversione, infatti, verrebbe prevista, da un lato una generale riduzione al 50% dell’esenzione IRPEF per l’ingaggio di calciatori e allenatori con rapporto di lavoro disciplinato dalla legge n. 91/1981 e dall’altro lato, invece, sarebbe azzerato quel privilegiato vantaggio tributario di cui, nel testo previgente, avrebbero potuto particolarmente godere i club calcistici meridionali e quindi, più degli altri, il Napoli. Ma andiamo con ordine. L’estensione di tale regime di agevolazione fiscale agli sportivi professionisti, nonché al più generale e metaforico rientro fiscale agevolato anche dei “non” cervelli, consegue al venir meno, per effetto delle modifiche introdotte dall’art. 5 del D.L. n. 34/2019 nell’art. 16, D.Lgs. n. 147/2015, del previgente requisito di elevata qualificazione o specializzazione. Tra le novità, la versione vigente del decreto Crescita ha anche generalmente innalzato la quota di reddito esente dal 50% al 70% e, in taluni casi, al 90%. Ampliandosi, quindi, la platea dei beneficiari dell’agevolazione anche a soggetti privi di particolari qualifiche, il regime risulterà applicabile a coloro che acquistano la residenza in Italia a partire dal 2020 ed il regime potrà dunque trovare applicazione anche ai calciatori e agli allenatori che si trasferiranno in Italia a partire da luglio di quest’anno, i quali saranno considerati residenti solo a partire dal prossimo 1° gennaio. I benefici previsti Nello specifico, nel vigente testo dell’art. 5 in corso di emendamento, è previsto che i soggetti di nazionalità italiana o estera che trasferiscano la residenza in Italia, ai sensi dell’art. 2 TUIR, potranno beneficiare, ai fini IRPEF, di un concorso limitato alla formazione del loro reddito (di lavoro autonomo o dipendente) per un importo pari al 30% dello stesso, il tutto per cinque periodi di imposta e a partire da quello di acquisto della residenza fiscale italiana, con la possibilità di estendere l’agevolazione per ulteriori cinque anni a determinate condizioni (quali, l’acquisto di un bene immobile residenziale in Italia nel periodo agevolato, o nei 12 mesi precedenti il trasferimento in Italia, oppure per presenza di uno o più figli minorenni o a carico). Altresì, per ottenere l’agevolazione, i lavoratori non devono essere stati residenti fiscalmente in Italia nei 2 periodi di imposta precedenti il trasferimento e devono impegnarsi a risiedere in Italia per almeno 2 anni, prestando l’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano. Per i soggetti, invece, che avessero trasferito la residenza in una delle Regioni del Sud (tra cui, oltre che Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia, ovviamente anche la Campania), il testo in vigore del decreto aveva previsto l’incremento della quota di reddito esente in misura pari al 90%. Cosicché i sogni dei tifosi del Napoli, sulla possibilità che ad indossare la casacca partenopea potessero essere nella prossima stagione sportiva sia James Rodriguez che Hirving Lozano, trovavano particolare concretezza anche in tale opportunità ed è forse per motivazioni dipendenti proprio dal possibile beneficio fiscale, che in questi giorni le cronache sportive hanno segnalato un particolare attivismo sul mercato da parte sia di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, che del suo direttore sportivo, Cristiano Giuntoli. Non sfugga, infatti, come tali operazioni di mercato siano tanto suggestive quanto onerose a livello di costi, in ragione del fatto che solo per l’ingaggio del fantasista colombiano occorrerebbe un contratto di durata quinquennale ed un ingaggio di circa 6,5 milioni di euro a stagione, cosicché poteva risultare determinante per il perfezionamento di tali operazioni anche l’ipotesi di fruire del sostanziale annullamento dell’IRPEF sui costi complessivi degli ingaggi, attesa la circostanza che, ex art. 3, comma 1, legge n. 91/1981, il reddito percepito per tali prestazioni deriva da lavoro subordinato ed è, quindi, tassato come reddito di lavoro dipendente, ex art. 49 TUIR e che, come ben noto, le retribuzioni dei calciatori sono sempre definite con la pattuizione di una somma al netto delle imposte dovute. Le modifiche A raffreddare, però, le ambizioni partenopee arriva ora il citato emendamento che ridurrà il maxi-sconto e tutti i redditi “impatriati” derivanti da ingaggi sportivi professionistici, senza più differenziazioni geografiche sul territorio nazionale, verranno esentati dalla formazione del reddito complessivo solamente per il 50 per cento del loro ammontare, mentre si prevede anche un contributo, pari allo 0,5 per cento della base imponibile, che andrà a finanziare il potenziamento dei settori giovanili. Allargando, peraltro, l’analisi ad altre situazioni societarie, è assai probabile che a ritardare l’annuncio dell’ingaggio del nuovo allenatore della Juventus sia stata anche l’attesa per l’evoluzione e conversione parlamentare del decreto Crescita. Infatti, mentre la retribuzione di Maurizio Sarri (trasferitosi al Chelsea al termine della scorsa stagione sportiva e, quindi, fiscalmente inglese non da un biennio) non può al momento rientrare nelle agevolazioni fiscali, la remunerazione per assumere Pep Guardiola ricadrebbe invece nell’esenzione dell’IRPEF e quindi, sebbene lo stipendio richiesto dallo spagnolo alla Juventus sia di gran lunga più elevato, per effetto del beneficio fiscale il prestigioso allenatore del Manchester City potrebbe alla fin fine essere ingaggiato dal club bianconero per un costo lordo complessivo non dissimile a quello necessario per perfezionare il contratto con il meno titolato allenatore toscano. Le agevolazioni fiscali, invece, pacificamente spetteranno all’ingaggio dell’impatriato Antonio Conte all’Inter, cosicché quest’anno l’assalto al primato della Juventus potrà essere dato anche grazie all’aiuto del Fisco, con l’avvertenza che per vincere i campionati non basteranno solo modelli F24 meno pesanti, in quanto non risulta da alcun almanacco del calcio che a segnare un gol sia mai stata l’IRPEF.