Commercialisti: si a portale unico delle comunicazioni
La categoria audita in Senato sul DDL per la semplificazione in materia del lavoro. Cunsolo (Consigliere nazionale): “Estendere l’attività di intermediazione a livello nazionale anche a commercialisti e avvocati”
Di rilevante utilità pratica sarebbe, secondo i commercialisti “anche la previsione di una piattaforma e/o di standard comuni per tutti gli adempimenti e le comunicazioni in favore dei Fondi di previdenza complementare, attualmente definiti in autonomia da ciascun ente”.
Secondo i commercialisti, è “apprezzabile anche la previsione del DDL di una razionalizzazione e riorganizzazione degli enti e degli organismi che svolgono compiti in materia di servizi per l’impiego e politiche del lavoro”. “A tal riguardo – ha sottolineato Cunsolo – si segnala l’esigenza di una valorizzazione del ruolo rivestito dai sistemi bilaterali istituiti dalla contrattazione collettiva maggiormente rappresentativa, nonché della valorizzazione del ruolo degli enti esponenziali di rappresentanza di tutti i professionisti abilitati dalla legge alla gestione degli adempimenti in materia di lavoro. Nello specifico si segnala l’evidente incongruenza della disposizione normativa rinvenibile nell’art. 6, comma 2, d.lgs. n. 276/2003, nella misura in cui ammette al regime particolare di autorizzazione per lo svolgimento a livello nazionale dell’attività di intermediazione soltanto la fondazione o altro soggetto giuridico dotato di personalità giuridica costituito nell’ambito del consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, non anche nell’ambito del consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili e del consiglio nazionale degli avvocati. Questo, a fronte dell’eguale abilitazione legale all’esercizio della professione nella materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori dipendenti”.
Positivo il giudizio dei commercialisti anche sulla previsione del disegno di legge delega secondo la quale, per la realizzazione degli schemi dei decreti legislativi, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali può istituire apposite commissioni. In proposito, Cunsolo ha affermato che “è necessario che la composizione di ciascuna commissione veda la partecipazione di rappresentanti di tutte le categorie professionali abilitate dalla legge alla gestione degli adempimenti in materia di lavoro, affinché possano essere opportunamente rappresentate le problematiche legate alla concreta amministrazione e gestione dei rapporti di lavoro”.
Nel corso dell’audizione, Cunsolo ha anche ricordato come l’attività degli oltre 119.000 professionisti iscritti all’albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili insiste ampiamente sulle tematiche del lavoro. “In particolare – ha spiegato – oltre 30.000 nostri iscritti, commercialisti del lavoro, gestiscono e amministrano in continuità il personale per conto di oltre 1.100.000 aziende distribuite sul territorio nazionale, connotandosi come professionisti di “prima istanza” poiché impegnati nella interpretazione e prima applicazione degli istituti giuslavoristici”. “E’ dunque interesse dei commercialisti del lavoro e dell’intera categoria professionale – ha concluso Cunsolo “allargare” il dialogo sociale, mantenendo vivo il confronto con le istituzioni deputate alla regolazione del mercato e del diritto del lavoro, anche in considerazione del ruolo rivestito dai nostri iscritti in qualità di intermediari abilitati dalla legge alla cura degli adempimenti in materia di lavoro”.
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