Arresti domiciliari per chi emette fatture false

Scattano gli arresti domiciliari per l'imprenditore che emette fatture per operazioni inesistenti e il suo braccio destro operativo. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 36243 del 20 agosto 2019. IL FATTO Un imprenditore e il suo braccio destro, al fine di evadere le imposte, emettevano fatture per operazioni inesistenti per diversi milioni di euro. Il Tribunale del riesame di Roma ha rigettato la richiesta di riesame della misura degli arresti domiciliari. Nel ricorso per cassazione, i ricorrenti si dolgono del fatto che il Tribunale non avesse correttamente valutato la necessaria ricorrenza dei requisiti della concretezza ed attualità della esigenza cautelare posta a base della adozione della misura; ad avviso di costoro, infatti, mancherebbe nell'ordinanza impugnata qualunque minima valutazione sull'attualità del pericolo di reiterazione della condotta criminosa attribuita provvisoriamente agli indagati. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha respinto le doglianze degli imputati. Invero il Tribunale del riesame, con valutazione più che plausibile, ha tratto la convinzione della sussistenza dell'elemento in questione dal fatto che l'imprenditore, il quale ha agito in stretto contatto e comunione di intenti con il suo braccio operativo, è persona spregiudicatamente adusa a tale genere di condotte, tanto da avere posto in essere le condotte pur nella costanza di indagini aventi ad oggetto altri analoghi comportamenti; il che rende evidente di immediata attualità il pericolo che egli, avvalendosi della altra struttura operativa ma attuando le medesime procedure, possa ricadere nel crimine. Il reato provvisoriamente contestato agli indagati è un reato di pura condotta, in quanto consistente nell'emettere fatture relative alla effettuazione di operazioni oggettivamente o soggettivamente inesistenti, ma in esso è presente ed immanente, sia sotto il profilo del dolo specifico che deve sostenere la predetta condotta da parte degli agenti, sia sotto il profilo della utilità economica che le parti intendono retrarre dalle complessive operazioni poste in essere, il concetto di evasione della imposta, essendo, evidentemente, questa la finalità che intende perseguire il cosiddetto missing trader, cioè il simulato acquirente del bene o servizio ceduto od effettuato dal soggetto che emette la fattura fittizia; egli, infatti provvede a scalare nelle proprie dichiarazioni fiscali l'imposta corrispondente al valore della fattura da altri fittiziamente emessa a suo nome, ben sapendo che costoro, a loro volta, non verseranno le imposte derivanti dall'introito finanziario connesso in loro favore al pagamento, solo apparente, della fattura stessa; si tratta pertanto di un reato di pura condotta, il quale è, tuttavia, logicamente e teleologicamente connesso ad altri illeciti attraverso i quali si realizza il danno per l'Erario; correttamente pertanto, il Tribunale ha ricostruito la complessa vicenda evidenziando il fatto che gli attuali ricorrenti avevano omesso il versamento delle imposte che sarebbero derivate dalla emissione delle dette fatture, laddove le stesse fossero state ricollegabili, diversamente da quanto in realtà avvenuto, ad operazioni effettivamente compiute.

Concordato preventivo biennale: in un video le istruzioni per l’uso

Decreto salva casa: nuovi requisiti di abitabilità

Concordato preventivo forfetari: aggiornato il software

Via libera al Decreto Agricoltura: le misure approvate

Decreto Salva Casa: le novità in arrivo

Influencer inquadrabile come agente di commercio

Carta Dedicata a te: destinatari, requisiti e misura

Decreto Coesione in Gazzetta Ufficiale, le novità in arrivo

Disabili: come cambia la legge 104 dal 30 giugno

Arresti domiciliari per chi emette fatture false

Scattano gli arresti domiciliari per l'imprenditore che emette fatture per operazioni inesistenti e il suo braccio destro operativo

Lascia un commento Annulla risposta

Newsletter

Articoli correlati

Lascia un commento Annulla risposta