Gli Isa, che sostituiscono gli studi di settore e i parametri, sono un rompicapo. Alcuni risultati sono sorprendenti. Capita infatti che: - con il punteggio non superiore a 6, il sistema non “consiglia” alcuna integrazione dei ricavi o compensi, quando, invece, dovrebbe consigliare l’adeguamento; - anche con punteggio superiore a 8, il sistema “consiglia” di aumentare i ricavi o compensi; - per alcuni modelli, il programma segnala anomalie che bloccano il calcolo, in quanto è in attesa di aggiornamento. Insomma, gli indici sintetici di affidabilità fiscale rischiano di rivelarsi uno strumento che contrasta con la propria denominazione. Peraltro hanno già comportato la proroga al 30 settembre 2019 dei versamenti dei redditi e delle imposte collegate, che erano in scadenza il 30 giugno 2019. Misura forse insufficiente, visto che con decreto del 9 agosto 2019 sono state approvate ulteriori modifiche applicabili per il periodo d’imposta 2018. Intanto le Entrate hanno reso disponibile il nuovo programma Isa. Sul proprio sito si legge che il prodotto software il “tuo Isa 2019”, versione 1.0.6 del 23 agosto 2019, consente il calcolo di tutti gli Isa approvati. Nel dare la notizia del programma, l’Agenzia precisa che le precedenti versioni del software tenevano conto delle modifiche contenute nel decreto del Mef del 9 agosto 2019. Occorre ora verificarlo sul campo. Sono diversi i contribuenti che, dopo avere fatto i calcoli sulla base del programma disponibile prima della nuova versione del 23 agosto, si sono sorpresi dei risultati degli Isa. Molti contribuenti, a parità di dati con gli anni precedenti, che avevano ricavi o compensi di ammontare superiore a quelli stimati dallo studio di settore mediante lo strumento Gerico (gestione dei ricavi e compensi), sono bocciati dagli Isa, con punteggi bassi e richiesta di adeguamenti esagerati. Capita anche il contrario, con contribuenti per i quali lo studio di settore richiedeva adeguamenti esagerati, ma che per gli Isa sono affidabili con punteggio magari pari a 10. Al riguardo, si ricorda che con i nuovi Isa il Fisco valuta l’affidabilità fiscale del contribuente attribuendo un voto, da 1 a 10. Però, il voto 6, che a scuola significa promozione, per gli Isa significa bocciatura. Infatti, da 1 a 6, non si supera l’esame con il Fisco. Chi vuole la promozione Isa, deve pagare, nel senso che è permesso l’adeguamento, aumentando i componenti positivi, cioè i ricavi o i compensi dichiarati. Il livello di affidabilità minima deve essere superiore a 6. Ma anche superando il 6 capita che nel modello di elaborazione degli indici sintetici di affidabilità, in «applicazione calcolo Isa», vengano proposti «ulteriori componenti positivi consigliati per massimizzare il punteggio di affidabilità». Insomma, il contribuente esercente impresa, arte o professione, può migliorare il punteggio di affidabilità, dichiarando ulteriori ricavi o compensi che non risultano dalle scritture contabili, ma che diventano rilevanti ai fini delle imposte sui redditi, dell’Irap e dell’Iva, nonché dei contributi previdenziali. Resta fermo che il contribuente soggetto agli Isa non è obbligato a eseguire alcun adeguamento. La scelta di adeguare i ricavi o compensi dichiarati a quelli presuntivamente stimati dal nuovo strumento induttivo, così com’era per gli studi di settore o i parametri, è una facoltà. Si deve infine considerare che siamo a fine agosto, che le case software magari dovranno rifare un nuovo programma e che la stessa agenzia delle Entrate deve ancora fornire il programma di controllo delle dichiarazioni annuali dei Redditi 2019, per il 2018. Insomma, per evitare altra confusione, sarebbe il caso di bocciare gli Isa 2019 e rinviarli al prossimo anno, considerando i modelli Isa 2019 solo prove sperimentali, in attesa di un “tuo Isa” più affidabile.