Imposta di registro: avviso di liquidazione con decadenza triennale

In tema di agevolazioni tributarie previste per l’acquisto di aree soggette a piani urbanistici particolari, il termine di decadenza per l’Agenzia delle Entrate per la notifica di un eventuale avviso di accertamento e liquidazione è quello triennale. Quest’ultimo decorre dalla registrazione dell’atto di rivendita, senza alcun onere a carico del contribuente in termini di comunicazione della perdita del beneficio fiscale. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 23226 del 18 settembre 2019. IL FATTO Una società acquistava un terreno edificabile e nell’atto di acquisto invocava l’applicazione di alcuni benefici fiscali legati all’imposta di registro, sottoposti alla circostanza dell’effettivo utilizzo edificatorio dell’area in oggetto. L’immobile, più tardi, veniva ceduto a terzi, senza aver dato atto al verificarsi delle menzionate condizioni. In seguito a questo trasferimento, l’Agenzia delle Entrate, entro il quinquennio successivo notificava un avviso di accertamento e liquidazione, a mezzo del quale negava l’applicazione dei benefici fiscali in precedenza invocati. Il provvedimento veniva immediatamente impugnato innanzi alle Commissioni tributarie competenti, per sostenere l’ormai intervenuta decadenza a carico dell’Ufficio per la notifica dell’avviso di liquidazione e sanzioni. I giudici di primo grado accoglievano le doglianze, ma la decisione non era confermata in appello. Secondo la CTR, non poteva applicarsi alcuna decadenza, in quanto la società aveva effettuato un successivo trasferimento, non prontamente denunciato. Il contribuente, infatti, si era semplicemente limitato a registrare l’atto. Avverso detta pronuncia la difesa del contribuente proponeva ricorso in Cassazione, per sostenere l’intervenuta decadenza. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal contribuente. I giudici di legittimità motivano l’accoglimento richiamando l’applicazione in via estensiva della disciplina in materia di agevolazioni “prima casa”, secondo cui l’imposta di registro liquidata dall’Ufficio in seguito all’accertamento della mancanza dei requisiti per il trattamento agevolato, deve essere considerata un’imposta complementare. Quest’ultima, infatti, non potrebbe rientrare né nella categoria delle principali, in quanto è applicata in un momento successivo, né in quella delle suppletive perché non è volta ad emendare errori od omissioni commessi dall’Amministrazione in sede di registrazione. Pertanto, il termine entro il quale l’Ufficio del registro ha la facoltà di contestare la perdita di trattamento agevolato è di tre anni. Ad ulteriore supporto di tale conclusione, la Corte richiama una pronuncia recente, ove asseriva che in caso di mancata edificazione entro cinque anni dall’acquisto, in area soggetta a particolare piano urbanistico, il termine di decadenza per l’ufficio ai fini dell’emissione dell’avviso di accertamento e liquidazione dell’imposta ordinaria di registro con le relative sanzioni fosse quello triennale, a norma dell’art. 76, comma 2, D.P.R. n. 131/1986. Da qui, l’accoglimento del ricorso.

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Il termine entro il quale l’Ufficio del registro ha la facoltà di contestare la perdita di trattamento agevolato è di tre anni

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