Acquisto mobili nuovi e grandi elettrodomestici con detrazione al 50%

Ai contribuenti che fruiscono della detrazione per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio è riconosciuta una detrazione IRPEF del 50 per cento per le spese documentate, ulteriori rispetto a quelle dell’intervento edilizio, sostenute negli anni 2023 e 2024 per l'acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici nuovi, “finalizzati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione”. Quali sono le condizioni per accedere all’agevolazione? Come deve essere ripartita la detrazione tra gli aventi diritto? E quanto è possibile risparmiare con il bonus mobili? Chi I contribuenti persone fisiche che usufruiscono della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio, sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali (di cui all’art. 16-bis, comma 1, TUIR). La detrazione spetta anche al contribuente che abbia sostenuto solo una parte delle spese relative all’intervento edilizio o che abbia pagato solo il compenso del professionista o gli oneri di urbanizzazione. Poiché la detrazione spetta unicamente al contribuente che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio, se le spese per gli interventi di recupero sono sostenute soltanto da uno dei coniugi e quelle per l’arredo dall’altro, il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici non spetta a nessuno dei due (circolare 23 aprile 2010, n. 21/E, risposta 2.5). La fruizione del bonus mobili a seguito di interventi edilizi su parti comuni di edifici residenziali (parti condominiali), compresi quelli di manutenzione ordinaria, spetta a condizione che i mobili acquistati siano finalizzati all’arredo delle parti comuni (ad esempio, guardiole, appartamento del portiere, sala adibita a riunioni condominiali, lavatoi, etc.) e non all’arredo della propria unità immobiliare (circolare 18 settembre 2013 n. 29/E, paragrafo 3.2). Si ha diritto al bonus mobili ed elettrodomestici anche quando il contribuente ha scelto, in alternativa alla fruizione diretta delle detrazioni per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, di cedere il credito o di esercitare l’opzione per lo sconto in fattura (circolare 22 dicembre 2020 n. 30/E, risposta 5.1.7). Cosa Ai contribuenti che fruiscono della detrazione per gli interventi indicati nel comma 1 dell’art. 16-bis del TUIR è riconosciuta una detrazione dall'imposta lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, per le spese documentate, ulteriori rispetto a quelle dell’intervento edilizio, sostenute negli anni 2022, 2023 e 2024 per l'acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici nuovi, “finalizzati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione”. Gli interventi edilizi previsti dalla citata disposizione, per i quali sono previste detrazioni d’imposta, sono quelli, anche realizzati in economia, di: - manutenzione ordinaria (art. 3, lettera a, el D.P.R. n. 380/2001), effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale; - manutenzione straordinaria (art. 3, lettera b), effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità immobiliari residenziali; - restauro e di risanamento conservativo (art. 3, lettera c), effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità immobiliari residenziali; - ristrutturazione edilizia (art. 3, lettera d), effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità immobiliari residenziali; - ricostruzione o ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, ancorché non rientranti nelle categorie precedenti, sempreché sia stato dichiarato lo stato di emergenza; - restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia (art. 3, lettere c) e d), riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che provvedano entro 18 mesi dal termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile. Si tratta, in sintesi, di interventi sull’abitazione riconducibili almeno alla manutenzione straordinaria. La detrazione riguarda, a titolo esemplificativo: - mobili nuovi: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione. Sono invece esclusi porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, altri complementi di arredo. - elettrodomestici nuovi: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Gli elettrodomestici nuovi danno diritto alla detrazione se di classe non inferiore: - alla A per i forni, - alla E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, - alla F per i frigoriferi e i congelatori. La classe risulta dall’etichetta energetica. L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo (circolare n. 29/E/2013, paragrafo 3.4). La detrazione è pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto del bene mobile o dell’elettrodomestico ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a: - 8.000 euro per l'anno 2023 (detrazione massima 4.000 euro); - 5.000 euro per l'anno 2024 (detrazione massima 2.500 euro). Per l’anno 2022 la soglia massima di spesa era fissata a 10.000 euro. I limiti di spesa riguardano la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Quindi, il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto al beneficio per ogni unità immobiliare (circolare n. 29/E/2013, paragrafo 3.5). Ai fini dell'utilizzo della detrazione dall'imposta, le spese sono computate indipendentemente dall'importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione che fruiscono delle detrazioni. Tra le spese da portare in detrazione si possono includere quelle di trasporto e di montaggio dei beni acquistati. L’acquisto di mobili o di grandi elettrodomestici è agevolabile anche se i beni sono destinati all’arredo di un ambiente diverso da quello oggetto di predetti interventi, purché l’immobile sia comunque oggetto degli specifici interventi edilizi sopra richiamati (circolare n. 29/E/2013, paragrafo 3.4). Il bonus mobili spetta anche qualora i mobili e i grandi elettrodomestici siano destinati ad arredare l’immobile, ma l’intervento cui è collegato tale acquisto sia effettuato sulle pertinenze dell’immobile stesso, anche se autonomamente accatastate. La detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in 10 quote annuali di pari importo. Ad esempio Per una spesa di 7.000 euro sostenuta nell’anno 2023 da due coniugi in misura paritetica, ciascun coniuge avrà diritto ad una detrazione pari al 50% di 3.500 euro, da ripartire in dieci quote annuali di pari importo (350 euro ciascuna). Come La detrazione si ottiene indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi persone fisiche) e spetta unicamente al contribuente che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio. Per poter usufruire della detrazione, i pagamenti (compreso quelli del trasporto e montaggio dei beni) devono essere effettuati con bonifico (anche non “parlante”) o carta di debito o credito (circolare 31 marzo 2016 n. 7/E, paragrafo 2.4). Le stesse modalità devono essere osservate per il pagamento delle spese di trasporto e montaggio dei beni (circolare 21 maggio 2014 n. 11/E, risposta 4.4). Nel caso di acquisto con finanziamento e pagamento a rate, la società che eroga il finanziamento deve versare il corrispettivo con le modalità sopra indicate e l’anno di sostenimento della spesa si considera quello di effettuazione del pagamento da parte della finanziaria. Al fine di garantire la corretta attuazione del PNRR e al fine di effettuare il monitoraggio degli interventi le informazioni sugli interventi effettuati devono essere trasmesse per via telematica all'ENEA, alla conclusione degli interventi stessi (art. 16, comma 2-bis, D.L. n. 63/2013). Tutte le informazioni sull’invio della comunicazione sono disponibili sul sito dell’Enea, alla pagina dedicata al “bonus casa”. La mancata o tardiva trasmissione non implica, tuttavia, la perdita del diritto alle detrazioni (risoluzione n. 46/E del 18 aprile 2019). A differenza di quanto avviene per le spese per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, la detrazione non utilizzata in tutto o in parte non si trasferisce né in caso di decesso del contribuente né in caso di cessione dell’immobile oggetto di intervento di recupero edilizio (circolare 23 aprile 2010, n. 21/E, risposta 2.2). Ciò anche nel caso in cui, con la cessione dell’immobile, vengano trasferite all’acquirente le restanti rate della detrazione delle spese di recupero del patrimonio edilizio (circolare 24 aprile 2015 n. 17/E, risposta 4.6). Il contribuente può, tuttavia, continuare a fruire delle quote di detrazione non utilizzate anche se l’abitazione oggetto di ristrutturazione edilizia è ceduta prima che sia trascorso l’intero periodo per usufruire del beneficio. Quando La detrazione spetta a condizione che gli interventi di recupero del patrimonio edilizio siano iniziati a partire dal 1° gennaio dell'anno precedente a quello dell'acquisto. Ad esempio Se l’intervento di ristrutturazione è iniziato nel 2021, per il 2023 e il 2024 non spetta alcuna detrazione. Invece, se l’intervento è iniziato nel 2022 la detrazione spetta per il 2023 (ma non per il 2024). Se l’intervento è iniziato nel 2023 la detrazione spetta sia per il 2023 sia per il 2024. Si precisa, tuttavia, che qualora gli interventi di recupero del patrimonio edilizio siano effettuati nell'anno precedente a quello dell'acquisto, ovvero siano iniziati nell'anno precedente a quello dell'acquisto e proseguiti in detto anno, il limite di spesa sopra indicato è considerato al netto delle spese sostenute nell'anno precedente per le quali si è fruito della detrazione. Ad esempio Se un intervento di ristrutturazione è iniziato nel 2022 (limite massimo di spesa pari a 10.000 euro) e il contribuente ha usufruito della detrazione per l’acquisto di un elettrodomestico di costo pari a 5.000 euro (detrazione pari a 2.500 euro), ove i lavori proseguano anche nel 2023 il limite massimo di spesa relativo a tale anno (8.000 euro) deve essere considerato al netto delle spese sostenute nell'anno precedente (5.000 euro) per le quali si è fruito della detrazione. Pertanto, per il 2023 il limite massimo di spesa, in relazione al quale si può fruire della detrazione, è pari a 3.000 euro (8.000 - 5.000). Se nel 2023 si acquista un elettrodomestico di costo pari a 2.000 euro, il limite di spesa residuo non può essere utilizzato per il 2024 in quanto i lavori di ristrutturazione, nel nostro esempio, sono iniziati nel 2022. Il sostenimento delle spese per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici può essere antecedente al pagamento delle spese per la ristrutturazione dell’immobile, a condizione che i lavori siano stati già avviati. La data di inizio lavori (ad esempio, data SCIA) deve essere, quindi, anteriore a quella in cui sono sostenute le spese per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici (circolare n. 29/E/2013, paragrafo 3.3). La data di avvio dei lavori può essere dimostrata, per esempio, da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all’ASL, se è obbligatoria. Per gli interventi che non necessitano di comunicazioni o titoli abilitativi, è sufficiente una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Se l’acquisto dei mobili e grandi elettrodomestici è destinato ad un unico immobile facente parte di un edificio interamente ristrutturato da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, per data di “inizio lavori” si intende la data di acquisto o di assegnazione dell’immobile. Calcola il risparmio Risparmio % Caso n. 1 Nell’ambito di un intervento di ristrutturazione immobiliare, con data di inizio lavori 3 novembre 2022 e fine lavori 10 giugno 2023, il contribuente acquista nel 2023 una lavatrice (classe E), costo 1.500 euro, una lavasciugatrice (classe E), costo 2.300 euro un frigorifero (classe E), costo 1.500 euro e mobili nuovi per 7.000 euro. Totale complessivo: 12.300 Il costo del frigorifero (euro 1.500) non dà luogo all’agevolazione, perché di classe E e non F (come richiesto dalla norma). Totale agevolabile: 10.800 Costo massimo agevolabile: euro 8.000 Detrazione: euro 4.000 (8.000 x 50%) Detrazione per anno: 400 (x 10). Caso n. 2 Nell’ambito di un intervento di ristrutturazione immobiliare, con data di inizio 1° giugno 2022 e data termine 31 marzo 2023, il contribuente effettua i seguenti acquisti di elettrodomestici e beni mobili agevolabili: 2022: 9.000 euro 2023: 5.000 euro Nel 2022 il contribuente ha usufruito della detrazione con riferimento all’intero costo di acquisto (9.000 euro). Nel 2023 il limite di spesa previsto per tale anno (8.000 euro) deve essere considerato al netto delle spese sostenute nell'anno precedente per le quali si è fruito della detrazione (9.000 euro). Pertanto, nel 2023 non è possibile fruire di alcuna detrazione. Caso n. 3 Nell’ambito di un intervento di ristrutturazione immobiliare, con data di inizio 1° giugno 2023 e data termine presunta giugno 2024, il contribuente intende effettuare acquisti di elettrodomestici e beni mobili agevolabili per un ammontare complessivo di euro 13.000. Se il contribuente effettuasse gli acquisti per un importo di 7.000 euro nel 2023 e 6.000 nel 2024, potrebbe utilizzare gli acquisti interamente nel 2023 (7.000 a fronte di una soglia massima di 8.000) mentre nel 2024 non potrebbe utilizzare nessun importo perché il limite di spesa previsto per tale anno (5.000 euro) deve essere considerato al netto delle spese sostenute nell'anno precedente per le quali si è fruito della detrazione (7.000 euro). Pertanto, è conveniente effettuare gli acquisti per 8.000 euro nel 2023.

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