Addio alla fattura cartacea: cosa cambia con l’avvento della e-fattura

Cara fattura di carta, addio! Con passo severo e insieme un po’ commosso, siamo partiti! Esatto, un po’ commosso, in quanto anche il professionista più cinico e chi si occupa di questa fredda materia ha vissuto queste ore con un velo di emozione, perché, comunque la si pensi, con l’introduzione della fatturazione elettronica è finita un’epoca e questi giorni saranno nostalgicamente comunque ricordati negli annali fiscali come quelli della riforma dell’IVA del 1973 o come quelli in cui nel 1997 si fece il primo passo verso Entratel, con i primi invii di files tramite modem che “gracchiavano” a 56Kb. Forse non tutte le imprese erano pronte, ma il momento del congedo definitivo è arrivato: con qualche se (forfetari, agricoli, associazioni, ecc.), con qualche ma (espresso dal Garante della privacy per medici, dentisti ed operatori obbligati al STS), con denunce giudiziarie (respinte dai giudici) e molti dubbi (dell’ANC), con espliciti distinguo a favore del SI’ (dell’AIDC), con un’inascoltata richiesta di avvio a scaglioni (del CNDCEC) e, infine, con il NO di una parte dell’opposizione politica e di diverse associazioni di categoria imprenditoriali. Con buona pace di tutti, però, il Capodanno 2019 sarà ricordato come una data spartiacque di questa materia, una di quelle date a partire dalla quale per anni si confronterà il presente con il passato, perché, comunque la si pensi, da oggi parte una nuova storia del Fisco italiano, inizia l’epoca della e-fattura, con avversari implacabili che la considereranno ancora “la nemica”, un inciampo, un ostacolo, con sostenitori che, invece, la promuoveranno a baricentro della modernizzazione del Paese e tutti gli altri che, semplicemente, la utilizzeranno con lo stesso pragmatico disincanto con cui hanno sempre trattato la fattura analogica o inviarono il loro primo file telematico di una dichiarazione dei redditi. Il ruolo centrale dell’Agenzia delle Entrate In ogni caso, però, una cosa deve essere ben chiara: tutta la responsabilità di far viaggiare in riservatezza e sicurezza i dati dei contribuenti incombe su coloro che, in questi mesi, hanno ostentato assoluta certezza nella tenuta complessiva del Sistema di Interscambio e, quindi, sulla non necessità di alcun rinvio dell’odierna partenza. Grava, allora, sull’Agenzia delle Entrate anche la necessità di non trasformare questo nuovo adempimento solo nell'ennesimo onere in più, spettando al Fisco rivelare al mondo che la e-fattura è davvero uno strumento potente per combattere l'evasione fiscale. Sarebbe, infatti, inaccettabile sentir ancora dire che “chi non emetteva la fattura di carta non emetterà neanche quella elettronica”, perché altrimenti qualcuno dovrà pur spiegare agli italiani dove si pensano di trovare i due miliardi di euro che i sostenitori dell’introduzione di questo nuovo adempimento digitale hanno promesso di recuperare. Ad onore del vero, anche alla luce delle norme introdotte con il D.L. n. 119/2018, è diffusa la sensazione che saranno anche le discrasie tra momento di esigibilità del tributo in capo all’emittente e momento della possibilità di detrazione del cessionario/committente a generare anticipazioni di gettito del tributo nelle casse dello Stato (si pensi, ad esempio, alla disapplicazione delle sanzioni per le tardività nell’invio nei primi mesi del 2019, alle fatture che saranno emesse nel dicembre 2019 e ricevute nel gennaio 2020 ed al ricorso che, per molti, sarà sistematico alla fatturazione differita). Parimenti, saranno anche le difficoltà nell’ottenere materialmente la fattura elettronica (si pensi, ad esempio, all’acquisto di carburanti in ore notturne per rifornimenti presso distributori occasionali) a generare indesiderati presupposti di indetraibilità e, quindi, di maggior incasso erariale. Vedremo. Di sicuro, nel sentimento percepito dei contribuenti oggi prevalgono ancora perplessità e, quindi, starà all’Agenzia delle Entrate saper trasformare costi e adempimenti aggiuntivi, che inevitabilmente questo processo comporta, in opportunità per tutti. Contro l’evasione fiscale La sfida, infatti, sarà vinta solo se il potenziale evasore fiscale sarà fortemente dissuaso da comportamenti irregolari, solo se si renderà conto che l'Amministrazione finanziaria è in grado di utilizzare l'enorme mole di dati che la fattura elettronica gli metterà a disposizione e sarà, allora, decisiva la capacità e la rapidità di adattamento dei "guardiani del fisco" alle nuove prospettive offerte dal passaggio al digitale. Se, al contrario, i dati di quello che diventerà uno “spesometro giornaliero” dei contribuenti ammuffiranno per lungo tempo nei magazzini dell’Anagrafe tributaria senza essere utilizzati, la partita sarà persa: il Fisco, quindi, ha sulle spalle la grande responsabilità di non deludere i cittadini onesti e quella di non vanificare anche l’aspetto psicologico del contrasto all’evasione che questa novità propone, sapendo intercettare in maniera tempestiva il disallineamento della fattura tra cliente e fornitore e spingendo immediatamente chi ha sbagliato a correggere l'errore o ad evitare ogni tentativo di evasione futura. Solo così si costruirà fiducia per un cambiamento culturale che apra una nuova epoca in cui impegno, responsabilità ed idee contribuiscano ad un lavoro complessivo che sappia dare maggiore credibilità al sistema fiscale italiano, nella consapevolezza che neanche una fattura in formato .xml, ancorché visionabile tutti i giorni all’interno dello SdI, riuscirà completamente a far emergere il “nero”: ma se nel calcio un arbitro non sapesse arbitrare neanche con la VAR non sarebbe certamente un buon arbitro. Addio, cara e vecchia fattura cartacea! Con te se ne va la giovinezza di tutti coloro che, da bambini, hanno avuto uno zio saggio che intuirono che con quel documento diffuso con la riforma dell’IVA si sarebbe enormemente sviluppata una nuova professione giuridico-contabile e che, quindi, consigliarono i loro nipoti a studiare le scienze economiche e commerciali. E, a differenza di ciò che alcuni temono, con la fattura elettronica quella professione non finirà e non cambierà in peggio, ma solo per chi, quando soffierà il vento, sarà ancora capace di costruire mulini a vento e non muri.

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