Amministratore effettivo o prestanome: sempre responsabile penalmente

In occasione della commissione di reati tributari, a carico dell’amministratore di una società sia esso effettivo o prestanome, matura sempre una responsabilità penale omissiva, per i fatti illeciti contestati, per il semplice fatto di aver assunto l’incarico. La responsabilità sussiste anche verso un soggetto scarsamente istruito, che solleva dubbi sull’illegittimità delle operazioni. A chiarirlo è la Corte di Cassazione con la sentenza n. 19213 depositata il 7 maggio 2019. IL FATTO In seguito ad alcuni accertamenti della Guardia di Finanza nei riguardi di una società, venivano effettuate indagini nei confronti dell’amministratore e di un’impiegata, per aver commesso in concorso il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti, violando così l’art. 8 del D.Lgs 74/2000. Al termine degli accertamenti, la procura chiedeva il rinvio a giudizio dell’indagato, stante la sussistenza di prove dell’avvenuta commissione del fatto criminoso, a partire dalla piena consapevolezza di tenere un comportamento non corretto, dimostrata dai dubbi sollevati in occasione della pianificazione delle operazioni. In primo grado il rappresentante legale veniva condannato. La sentenza era impugnata dalla difesa, che ne sosteneva l’illegittimità con una serie di motivi, fra i quali l’assenza dell’elemento psicologico a carico dell’imputato ossia della consapevolezza di violare la norma tributaria, stante il suo basso livello di istruzione. Le doglianze non erano accolte dalla Corte di Appello, che riconfermava sostanzialmente la condanna. Avverso la pronuncia veniva proposto ricorso in Cassazione. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso. I giudici di legittimità, richiamando un consolidato orientamento formatosi sul punto, rilevano che l’amministratore di una società, in tema di reati tributari, risponde del reato omissivo contestatogli, in quanto è il diretto destinatario degli obblighi della legge. Tale responsabilità sussiste anche nell’ipotesi di mero prestanome di altri soggetti, che nel concreto abbiano agito come amministratori di fatto. La ragione, prosegue la Corte, sta nell’atto di semplice accettazione della carica, dal quale scaturiscono i doveri di vigilanza e controllo, il cui mancato rispetto comporta la responsabilità penale sia a titolo di dolo generico per la consapevolezza che dalla condotta omissiva possano derivare gli eventi tipici del reato; sia a titolo di dolo eventuale per la semplice accettazione del rischio che questi ultimi possano verificarsi. Nel caso in esame, l’amministratore prestanome, pur avendo un basso livello di istruzione, risultava del tutto consapevole dell’illegittimità delle operazioni compiute a fronte dei dubbi sollevati sul punto in sede di pianificazione delle stesse, come di fatto è emerso dalle conversazioni intercettate. Da qui il rigetto del ricorso.

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Amministratore effettivo o prestanome: sempre responsabile penalmente

In occasione della commissione di reati tributari, a carico dell’amministratore di una società sia esso effettivo o prestanome, matura sempre una responsabilità penale omissiva, per i fatti illeciti contestati, per il semplice fatto di aver assunto l’incarico

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