Assegno unico, la Ue bacchetta l’Italia sui requisiti di residenza

Nel mirino il requisito di 2 anni di residenza: diritto limitato, cittadini non trattati in modo equo. La misura vale in media 256 euro a famiglia

Non c’è solo il tema dei balneari sul tavolo della Commissione europea: l’esecutivo di Bruxelles è infatti tornato a mettere nel mirino l’assegno unico italiano, facendo un passo ulteriore nella procedura d’infrazione sui meccanismi che regolano il sostegno che ha sostituito il grosso delle detrazioni per i figli a carico.

La Commissione Ue ha infatti inviato al governo italiano la lettera con parere motivato: contesta il fatto che “la legislazione viola il diritto dell’Ue in quanto non tratta i cittadini europei in modo equo, il che si qualifica come discriminazione”.

La Commissione contesta la misura, attiva dal marzo 2022, per il mancato rispetto delle norme dell’Ue in materia di coordinamento della sicurezza sociale e di libera circolazione dei lavoratori. Possono beneficiarne infatti solo coloro che risiedono per almeno due anni in Italia, e solo se vivono nello stesso nucleo familiare dei figli. Secondo il parere dell’esecutivo comunitario questa normativa viola il diritto dell’Ue, in quanto non tratta i cittadini dell’Unione in modo equo, e pertanto si qualifica come discriminazione.

Vietati requisiti di residenza

Il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale, ricorda la Commissione, vieta inoltre qualsiasi requisito di residenza ai fini della percezione di prestazioni di sicurezza sociale, quali gli assegni familiari.

La vicenda non nasce certo oggi. Bruxelles aveva inviato a febbraio 2023 una lettera di costituzione in mora, cui l’Italia ha risposto a giugno. L’esecutivo comunitario spiega ora di ritenere che “la risposta non affronti in modo soddisfacente i suoi rilievi”. L’Italia ha due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Ue.

Assegno a 6 milioni di famiglie, 256 euro per nucleo

Nel frattempo, l’Inps ha aggiornato i conti della misura. Tra gennaio e settembre hanno ricevuto almeno una mensilità di assegno unico 6.308.756 famiglie per 9.847.719 figli e una spesa nel periodo di 13,416 miliardi. La media mensile delle famiglie tutelate nel 2023 è stata di 5.907.598 nuclei. L’importo medio mensile per i richiedenti nel 2023 senza Rdc è stato di 256 euro a nucleo e di 161 euro per figlio.