Bonus occupazione Sud: gli incentivi per chi assume nel Mezzogiorno

Si sblocca l’incentivo occupazione nel Mezzogiorno e si rileva una doccia fredda per i datori di lavoro che avevano già effettuato assunzioni dall’inizio dell’anno. E’ stato infatti diffuso dall’ANPAL il decreto n. 178 del 19 aprile 2019 attuativo della misura prevista dalla legge di Bilancio 2019 che introduce l’incentivo occupazione sviluppo Sud, e quello che ha colto tutti di sorpresa è il perimetro temporale di applicazione del beneficio. Tradendo le attese, infatti, l’agevolazione non è applicabile alle assunzioni effettuate dal 1° gennaio 2019 ma esclusivamente a quelle dal 1° maggio al 31 dicembre 2019. Anche le risorse previste risultano drasticamente ridotte: rispetto ai 500 milioni stanziati dall’art. 1, comma 247, della l. n. 145/2018, la dotazione finanziaria è per ora di soli 120 milioni. Altre novità rispetto allo scorso anno emergono nella parte relativa alla cumulabilità con gli altri incentivi ed ai requisiti di disoccupazione. Ma entriamo nel dettaglio della misura introdotta. Periodo di applicazione L’incentivo, come anticipato, riguarda i datori di lavoro privati che effettuano le assunzioni nel periodo compreso tra il 1° maggio 2019 al 31 dicembre 2019. Sono dunque escluse le assunzioni effettuate nel periodo 1° gennaio – 30 aprile 2019. Tale aspetto creerà non pochi problemi a tutti quei datori di lavoro che, confidando nella proroga dell’analogo incentivo dello scorso, hanno già effettuato le assunzioni oppure proceduto a conversione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. Ma erano stati i datori di lavoro a fare una scelta improvvida? Il provvedimento è coerente con la fonte di riferimento? A tal proposito, occorre analizzare l’articolo l, comma 247, della l. n. 145/2018 in cui è previsto che “i programmi operativi nazionali e regionali e i programmi operativi complementari possono prevedere, nel limite complessivo di 500 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, nell’ambito degli obiettivi specifici contemplati dalla relativa programmazione e nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, misure per favorire l’assunzione con contratto a tempo indeterminato, nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, di soggetti che non abbiano compiuto i 35 anni di età ovvero di soggetti di età pari o superiore alla suddetta soglia, purché privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi. Tali misure possono consistere anche in un esonero contributivo integrale della quota di contribuzione a carico del datore di lavoro privato (fatti salvi i premi e contributi relativi all'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali), entro il limite massimo di un importo pari a 8.060 euro su base annua (anche in deroga a norme vigenti relative a divieti di cumulo con altri esoneri o riduzioni della contribuzione) [...]”. Come si può notare non emerge alcun riferimento alla data di decorrenza ma la finalità del legislatore era chiara: come si legge nel dossier della Camera dei Deputati, del 22 gennaio 2019, relativo alla legge di Bilancio 2019 procedere alla proroga dell'incentivo all'occupazione nel Mezzogiorno. Lo stesso dossier, nel commentare la misura, evidenzia che “ l’intervento in oggetto ripropone, in termini analoghi, una misura già stabilita per il 2018 dall'art. 1, commi 893 e 894, della L. 27 dicembre 2017, n. 205, a cui è stata attuazione con il decreto direttoriale dell'ANPAL n. 2 del 2018 (come rettificato dal decreto direttoriale n. 81 del 2018)”. In definitiva, dunque, nessun vincolo temporale nella fonte di riferimento, ma certamente disattese le previsioni ufficiali. Il quadro della situazione è stato fotografato dalla Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro con l’approfondimento del 23 aprile 2019. Il documento evidenzia che la legge di Bilancio del 2019 ha forse dato per scontato un finanziamento di non poca rilevanza, generando così un legittimo affidamento da parte delle imprese, nel contempo sottolinea che il provvedimento, inoltre, non poteva contenere alcuna efficacia retroattiva, in quanto alla verifica della spesa da parte degli organismi comunitari sarebbe immediatamente apparsa contraddittoria l’incentivazione di assunzioni avvenute prima che la norma ne disponesse l’avvio. Il documento anticipa altresì un aumento della dotazione da parte dell’ANPAL di ulteriori 250 milioni di euro. Il Presidente della Fondazione Studi Rosario De Luca, uscendo dagli aspetti tecnici della vicenda, è stato particolarmente chiaro e diretto nella dichiarazione apparsa il 24 aprile 2019 sul sito istituzionale dei consulenti del lavoro. Ha infatti senza mezzi termini evidenziato come “il rapporto fiduciario tra Stato e Cittadini è svanito alla vigilia di Pasqua 2019, quando a tarda ora è arrivato il decreto Anpal, che ha gettato nello sconforto professionisti e imprenditori. Da quel momento in poi l’interrogativo rimbalza forte in tutti noi e rimbalzerà tutte le volte che ci troveremo al cospetto di una norma che conterrà un incentivo. E il dubbio non svanirà neanche se andranno in porto le iniziative adottate immediatamente dal Consiglio Nazionale per porre rimedio a questa situazione irreale. In futuro in situazioni analoghe sarà doveroso porsi la domanda: ma mi potrò fidare delle promesse di questo Stato?” Ma andiamo nel dettaglio dell’agevolazione. Requisiti dei lavoratori L’incentivo spetta per i lavoratori che possano far valere i seguenti requisiti: prima di tutto lo stato di disoccupazione, poi un requisito soggettivo di natura anagrafica, infine l’assenza di rapporti di lavoro. Quanto al primo requisito, rispetto allo scorso anno c’è una novità: oltre ai disoccupati ai sensi dell’articolo 19 del D.lgs. n. 150/2015, rientrano anche coloro che risultano tali sulla base dell’art. 4, comma 15-quater del D.L. n. 4/2019 convertito con modificazioni dalla legge n. 26/2019 relativo al reddito di cittadinanza. Più specificamente, sono considerati disoccupati, in via alternativa: - i soggetti privi di impiego che dichiarano, in forma telematica, al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro, la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l'impiego; - i lavoratori il cui reddito da lavoro dipendente o autonomo corrisponde a un'imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti ai sensi dell'articolo 13 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 - TUIR. I requisiti di natura anagrafica sono invece i seguenti: - età compresa tra i 16 anni e 34 anni; - oppure 35 anni di età e oltre se privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi ai sensi del decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del 17 ottobre 2017. A tal fine, ricordiamo che per essere primi di impiego regolarmente retribuito occorre verificare nei sei mesi precedenti la data di assunzione se vi siano stati o meno rapporti di lavoro. In caso affermativo, va effettuata una ulteriore verifica: a) se il rapporto di lavoro è di lavoro subordinato, occorre fare riferimento alla durata; se è inferiore a sei mesi, il soggetto è primo di impiego regolarmente retribuito, diversamente il requisito non è posseduto; b) in caso di lavoro autonomo la verifica va invece effettuata tenendo conto del trattamento fiscale previsto ai fini delle imposte sui redditi dal D.P.R. n. 917/1986; in particolare, possono rientrare coloro che hanno svolto attività lavorativa in forma autonoma o parasubordinata dalla quale derivi un reddito che corrisponde a imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni art. 13 TUIR. Dunque, il calcolo va effettuato sulla base della natura ai fini fiscali del reddito del soggetto (reddito di lavoro autonomo o reddito assimilato a quello di lavoro dipendente); partendo da questa, calcolare l’imposta lorda, sottrarre le detrazioni fiscali di lavoro e verificare che il risultato non dia luogo ad un debito d’imposta. Oltre a tali requisiti, il lavoratore non deve aver avuto un rapporto di lavoro negli ultimi sei mesi con il medesimo datore di lavoro. Per rapporto di lavoro deve intendersi quello di lavoro subordinato (cfr. circ. INPS n. 49/2018). Tale requisito non è richiesto nella ipotesi di conversione di un rapporto di lavoro da tempo determinato in uno a tempo indeterminato. Ambito territoriale Per il diritto al beneficio l’assunzione deve essere effettuata con sede di lavoro nelle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) o nelle Regioni “in transizione” (Abruzzo, Molise e Sardegna), indipendentemente dalla residenza del lavoratore. L’incentivo permane a condizione che la sede di lavoro non venga spostata fuori dell’ambito territoriale agevolato, in caso contrario non si avranno ricadute sul beneficio già goduto ma dal mese successivo non spetterà più. Tipologie contrattuali I rapporti di lavoro che consentono di accedere all’incentivo sono i seguenti: - contratto a tempo indeterminato, anche se effettuato a scopo di somministrazione; - contratto di apprendistato professionalizzante; - conversioni di rapporto da tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. I contratti di lavoro potranno essere stipulati anche a tempo parziale, in tal caso il massimale previsto verrà proporzionato all’orario di lavoro del rapporto di lavoro rispetto all’orario di lavoro normale previsto dal contratto collettivo per un contratto a tempo pieno. Anche i rapporti di lavoro con soci lavoratori di cooperativa sono ammessi all’incentivo, coerentemente peraltro con quanto previsto dalla legge n. 142/2001, ovviamente se la natura del rapporto è subordinata e le tipologie contrattuali risultano tr quelle rientranti ammesse alle agevolazioni. Le esclusioni previste riguardano, come lo scorso anno, il lavoro domestico, occasionale ed intermittente. Misura del beneficio L’agevolazione ricalca le agevolazioni degli anni scorsi. Si tratta di un esonero dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con esclusione di premi e contributi dovuti all’INAIL, per un periodo di 12 mesi a partire dalla data di assunzione, nel limite massimo di 8.060 euro su base annua, per lavoratore assunto, riparametrato e applicato su base mensile. In buona sostanza, occorre fare riferimento mensilmente, per un rapporto di lavoro a tempo pieno, ad un massimale di 250 euro. Il termine di fruizione, a pena di decadenza, è fissato al 28 febbraio 2021. Cumulo Come anticipato, ci sono novità sulla cumulabilità con gli altri incentivi. E’ infatti previsto che il cumulo sia possibile nel limite massimo di un importo di esonero pari a 8.060 euro su base annua con: - l’incentivo relativo alle assunzioni di soggetti che percepiscono il reddito di cittadinanzaprevisto dall’art. 8 del D.L. n. 4/2019, convertito con modificazioni dalla legge n. 26/2019; - l’incentivo strutturale all’occupazione giovanile stabile, previsto dall’art. 1 bis del D.L. n. 87/2018, convertito dalla Legge 9 agosto 2018, n. 96. Come si può notare, non risulta indicato, tra quelli cumulabili, l’incentivo strutturale all’occupazione giovanile stabile, previsto dall’art. 1, comma 100, della l. n. 205/2017 che invece era espressamente indicato all’art. 8 del D.D. n. 1/2018. Non è chiaro se si tratti effettivamente di un’esclusione, oppure di una mancata indicazione nell’art. 8 del D.D. n. 178/2019. Il dubbio deriva dalla previsione del comma 3 del medesimo articolo, secondo cui l’incentivo è inoltre cumulabile, nei limiti massimi di intensità di aiuto previsti dai regolamenti europei in materia di aiuti di stato, con altri incentivi di natura economica introdotti e attuati dalle Regioni del Mezzogiorno in favore dei datori di lavoro che abbiano sede nel territorio di tali Regioni. Non è infatti riproposta la previsione di cui all’art. 9 del D.D. n. 81/2018 secondo cui, salvo la cumulabilità prevista espressamente, veniva puntualizzato che “l’incentivo non è cumulabile con altri incentivi all’assunzione di natura economica o contributiva". Su tale aspetto è fondamentale attendere la circolare dell’INPS necessaria per l’effettiva operatività dell’incentivo. Compatibilità con la disciplina comunitaria Anche le regole previste per il rispetto della disciplina comunitaria in materia di aiuti di stato è analoga a quella dello scorso anno. Il datore di lavoro potrà optare, alternativamente, tra il Regolamento (UE) n. 1407/2013 in materia di aiuti “de minimis“, oltre i limiti previsti dal predetto Regolamento alle condizioni di cui all’art. 7 del D.D. n. 178/2019, previste, in aderenza ed in conformità alla disciplina del Regolamento (UE) n. 651 del 17 giugno 2014. Tabella di sintesi dell’incentivo Lavoratori Modalità di fruizione Limiti e condizioni Tutti Regolamento UE n. 1407/2013 de minimis E’ possibile fruire al massimo € 200.000 di aiuti concessi con la regola de minimis nel corso di tre esercizi finanziari. Nel settore dei trasporti su strada per conto di terzi il limite è di € 100.000. Di età inferiore a 25 anni Oltre i limiti de minimis - L’assunzione deve comportare un incremento occupazionale del numero dei dipendenti del datore di lavoro rispetto alla media dei dodici mesi precedenti (art. 2, par. 32 e art. 32, par. 3, Reg. UE n. 651/2014) - L’incremento deve essere mantenuto per tutto il periodo dell assunzione agevolata, secondo quanto previsto dall’art. 31, c. 1, lett. f), D. Lgs. n. 150/2015 (art. 7, c. 3 D.D. n. 178/2019) Di età compresa tra 25 e 34 anni Oltre i limiti de minimis Oltre all’incremento occupazionale previsto per i lavoratori di età inferiore ai 25 anni, occorre che il lavoratore soddisfi uno dei seguenti requisiti: - Privo di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi ai sensi del Decreto del Ministero del lavoro 17 ottobre 2017 - Non sia in possesso non possedere un diploma di scuola media superiore o professionale - Abbia completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e non avere ancora ottenuto il primo impiego regolarmente retribuito - Essere occupato in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25 % la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici dello Stato, ovvero sia assunto in settori in cui sia riscontrato il predetto differenziale nella misura di almeno il 25% (cfr. D.I. n. 335/2017). 35 anni e oltre Oltre i limiti de minimis L’assunzione deve comportare un incremento occupazionale del numero dei dipendenti del datore di lavoro rispetto alla media dei dodici mesi precedenti (art. 2, par. 32 e art. 32, par. 3, Reg. UE n. 651/2014) per come riportato nelle tabelle precedenti. Quanto alla condizione aggiuntiva, sarà sicuramente posseduta in quanto i lavoratori di età superiore a 34 anni sono ammessi all’incentivo solo se privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi ai sensi del Decreto del Ministero del lavoro 17 ottobre 2017 per cui rientrano tra i soggetti svantaggiati. Procedura di ammissione Come anticipato, per le richieste di ammissione all’incentivo occorrerà attendere la circolare dell’INPS che è preposto, come di consueto, alla gestione della misura in qualità di organismo intermedio ai sensi dell’articolo 1 del decreto. E’ utile comunque ricordare che occorre inoltrare un’istanza preliminare in forma telematica, eventualmente anche prima dell’assunzione o della conversione del rapporto ed una volta ricevuto l’esito positivo, entro dieci giorni, bisogna effettuare l’assunzione a conferma della prenotazione, pena la decadenza dall’istanza. Peraltro, l’istanza dalla quale si è eventualmente decaduti potrà essere ripresentata, l’unico rischio potrebbe essere quello dell’esaurimento delle risorse.

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L’agevolazione spetta solo per le assunzioni effettuate esclusivamente dal 1° maggio al 31 dicembre 2019, tagliando di fatto quelle precedenti a tale perimetro temporale

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