Il Governo ha messo in campo, nel recente decreto PNRR (D.L. n. 160/2024), 64,6 milioni di euro per l’anno 2024, a valere sulle disponibilità del Fondo sociale per occupazione e formazione ex art.18, c.1, lett. a), del D.L. 185/2008, per finanziare strumenti di sostegno ai lavoratori dipendenti delle imprese del settore moda, vista la crisi occupazionale attualmente in essere. Cassa integrazione per le imprese della moda: 10 settimane in più Si tratta di una misura di integrazione salariale, di ammontare pari a quello previsto dall’art. 3 del D.Lgs. n. 148/2015, che potrà essere concessa per un periodo massimo di circa 10 settimane, ovvero per una durata massima nel periodo intercorrente dal 29 ottobre 2024 (data di entrata in vigore del decreto-legge) al 31 dicembre dell’anno in corso, ai lavoratori dipendenti di datori di lavoro, anche artigiani, con forza occupazionale media fino a 15 addetti nel semestre precedente, operanti nei settori tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero (TAC). Tale intervento agisce in deroga alle previsioni sia dell’art. 4 del D.Lgs. 148/2015, ovvero potrà essere fruito in aggiunta alla durata massima complessiva di 24 mesi in un quinquennio mobile, che dell’art.12 del medesimo D.Lgs., cioè in aggiunta al periodo massimo di 13 settimane continuative prorogabile trimestralmente fino a un massimo complessivo di 52 settimane. Si tratta pertanto di un sostegno che le aziende potranno ottenere una volta esauriti gli altri ammortizzatori sociali disponibili, trasmettendo la relativa domanda telematicamente all’INPS, allegando l’elenco nominativo dei lavoratori interessati, che avranno durante tutto il periodo l’accredito della relativa contribuzione figurativa, ed indicando la durata dei periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, nonchè la dichiarazione di non poter accedere ad altri trattamenti di integrazione salariale già previsti dalla normativa vigente. Modalità di erogazione Le somme corrispondenti saranno erogate direttamente dal datore di lavoro ai dipendenti, ed il relativo importo sarà rimborsato dall’INPS al datore di lavoro o da quest’ultimo conguagliato, a pena di decadenza, entro i termini previsti dall’art. 7, comma 3, del D.Lgs. n. 148/2015. In presenza di serie e documentate difficoltà finanziarie, il datore di lavoro potrà richiedere all’INPS il pagamento diretto della prestazione ai lavoratori aventi diritto. Le somme saranno autorizzate e concesse dall’INPS entro i citati limiti di spesa, su cui l’istituto effettuerà il consueto e progressivo monitoraggio, di cui fornirà i risultati al Ministero del lavoro e al Ministero dell’economia e delle finanze. Andamento degli ammortizzatori sociali: i dati INPS Il provvedimento risulta purtroppo in linea con le informazioni fornite dall’INPS sull’andamento degli ammortizzatori sociali nel comunicato stampa del 24 ottobre u.s., nel quale l’istituto informa che nel mese di settembre 2024 sono state autorizzate complessivamente 44,9 milioni di ore di cassa integrazione, registrando un incremento di 7,1 milioni di ore rispetto a settembre 2023. In particolare, le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate a settembre 2024 sono state 30,7 milioni, in crescita rispetto al mese precedente di 17,4 milioni di ore, ed allo stesso mese dell’anno precedente (19 milioni di ore). I settori maggiormente interessati sono il metalmeccanico, in particolare auto e relativo indotto, e, appunto, il settore tessile. In ambito di cassa integrazione straordinaria, le ore autorizzate a settembre 2024 sono state 13 milioni (di cui 9,5 per solidarietà); anche in questo caso in aumento rispetto al mese precedente (6,4 milioni di ore, di cui 3,8 per solidarietà). Si registra invece una diminuzione rispetto a settembre 2023, in cui le ore autorizzate sono state pari a 18 milioni, di cui 5,6 milioni per solidarietà. Relativamente alla cassa integrazione in deroga, nel mese di settembre 2024 gli interventi sono stati residuali, non hanno infatti raggiunto le 13 mila ore, mentre si registra un aumento delle ore autorizzate dai fondi di solidarietà a settembre 2024 (1,3 milioni), rispetto ad agosto 2024 (0,5 milioni) e a settembre 2023 (0,6 milioni).