Fondazione Studi Consulenti del Lavoro - Approfondimento 5 Agosto 2019 La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha pubblicato l’approfondimento del 5 agosto 2019 che riguarda l’esercizio della professione intellettuale, così come definita dall’art. 2229 e ss. del codice civile, con specifico riferimento al rispetto del codice deontologico nell’impiego dei social network. La legge, riconoscendo il valore sociale di determinate professioni, il cui svolgimento richiede una adeguata formazione culturale, scientifica e tecnica, favorisce l’autonomia decisionale del professionista a tutela degli interessi della collettività. L’iscrizione all’albo, avendo carattere costitutivo di uno status professionale, imponendo a chiunque di prendere atto che il soggetto, cui essa si riferisce, ha il diritto di svolgere anche nei confronti dei terzi l’attività connessa con quello status, garantisce lo sviluppo autonomo del libero pensiero dell’individuo. Ruolo sociale della categoria Il professionista, oltre a farsi garante dell’applicazione del diritto positivo, deve anche conformare il suo comportamento a quei valori propri della giusta e virtuosa convivenza, in quanto promotore del miglioramento dei rapporti tra datori di lavoro e lavoratori, aiutando il dialogo sociale e la comprensione delle reciproche necessità, coltivando un pensiero giuridico che metta l’uomo al centro del lavoro stesso. La certificazione dei contratti, delle conciliazioni, l’Asse.Co., lo sviluppo del microcredito, la diffusione del welfare aziendale, l’impulso a favore dell’occupazione giovanile attraverso l’incremento dei tirocini formativi costituiscono un nuovo ambito culturale, un nuovo modo di essere professionisti essenziali alla società. Al riguardo è indispensabile tenere presente che ogni comportamento professionale e personale del Consulente del Lavoro non può prescindere dal rispetto di quelle regole che sono alla base del sistema democratico di cui egli stesso è espressione, in virtù della delega ottenuta per lo svolgimento della professione. Uso dei social network Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, nella consapevolezza del ruolo che il professionista svolge nell’ambito sociale, ha suggerito alcune cautele nell’utilizzo dei social network da parte del professionista. L’utilizzo improprio di tali strumenti può infatti comportare “alcuni rischi, soprattutto ove colui che ne faccia uso sia proprio un professionista: quando un comportamento, inteso nel senso più ampio del termine, è riconducibile alla qualità di professionista e non, invece, alla mera sfera personale, lo stesso può avere una rilevanza deontologica e disciplinare, anche ove esternalizzato a mezzo social”. L’utilizzo sempre più diffuso dei social network ha coinvolto ovviamente anche soggetti appartenenti all’Ordine dei Consulenti del Lavoro che li impiegano per diffondere le proprie idee, per commentare notizie, nonché per formulare apprezzamenti nei confronti di altri soggetti richiede la massima cautela. In tale contesto riveste grandissima importanza la deontologia dei Consulenti del Lavoro, che costituisce l’insieme dei principi e delle regole comportamentali che ogni professionista, in quanto appartenente all’Ordine, deve osservare nell’esercizio della professione. Il Consulente del Lavoro, che si renda colpevole di abusi o mancanze nell’esercizio della professione o comunque di fatti non conformi alla dignità e al decoro professionale, è sottoposto a procedimento disciplinare. È dovere del Consulente svolgere con fedeltà nei confronti del cliente la propria attività professionale. Tale obbligo, visto il costante diffondersi dell’utilizzo dei social network a scopo professionale e commerciale, si traduce nella necessità di evitare di divulgare online qualsiasi informazione dei nostri clienti, ricordando che il Consulente è tenuto ad anteporre gli interessi del cliente a quelli propri.