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Contributo a fondo perduto indebito, scattati i controlli del Fisco

A breve le Entrate e la Guardia di finanza sigleranno un protocollo d’intesa finalizzato a dare maggiore impulso alla prevenzione e al contrasto di qualsiasi tentativo di frode

A poco più di un mese dall’apertura del canale dedicato alle richieste di “contributo a fondo perduto”, il Fisco ha effettuato ordinativi di pagamento per un importo complessivo che sfiora i 4,2 miliardi di euro. Contemporaneamente, per bloccare le richieste illecite, grazie all’incrocio dei dati contenuti nelle banche dati a sua disposizione, ha avviato i controlli sulla spettanza del beneficio.

L’attività di verifica in tempo reale, facilitata anche dalle informazioni provenienti dalla piattaforma della fatturazione elettronica, ha consentito di intercettare tempestivamente gli aspiranti beneficiari che, in realtà, non avevano diritto al “contributo” per mancanza dei requisiti o per averli artificiosamente creati. Sono, così, venute allo scoperto situazioni “pericolose”, che hanno determinato la sospensione delle relative erogazioni, come quelle di richiedenti “cartiere” o già implicati in frodi fiscali.

Per porre un ulteriore freno a simili deplorevoli furberie, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza sigleranno, come previsto dalla norma che ha dato il via all’operazione (articolo 25 del Dl “Rilancio”), un protocollo d’intesa finalizzato a dare maggiore impulso alla prevenzione e al contrasto dei tentativi di frode, garantendo contestualmente pagamenti veloci nei confronti degli effettivi destinatari del “contributo”.

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