Controllante identificata in Italia ammessa all’Iva di gruppo

Agenzia delle Entrate - Risposta n. 536 del 24 dicembre 2019 La società di capitali di diritto francese, identificata direttamente ai fini Iva in Italia, controllante nella liquidazione Iva di gruppo pur non svolgendo direttamente alcuna attività rilevante nel territorio italiano, può partecipare alla procedura in questione, in quanto l’identificazione può avvenire anche al solo fine di esercitare i diritti in materia di imposta sul valore aggiunto direttamente, quali quelli connessi alla costituzione di un gruppo Iva. Questo il chiarimento espresso dall’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 536 del 24 dicembre 2019. IL QUESITO A interpellare l’Agenzia, appunto, è una società di capitali di diritto francese, identificata direttamente ai fini Iva in Italia, ai sensi dell’articolo 35-ter del Dpr n. 633/1972, la quale per il 2018 ha optato per la procedura di liquidazione Iva di gruppo, in qualità di controllante, che detiene partecipazioni dirette e indirette di controllo in misura superiore al 50% di cinque società controllate residenti in Italia A seguito di una riorganizzazione del gruppo realizzata nel 2018, alcune attività svolte dall'istante sono state trasferite ad una società controllata di diritto irlandese, anch’essa identificata direttamente ai fini Iva in Italia, i cui i titoli di partecipazione al capitale sociale appartengono interamente all'istante. Per effetto di un nuovo assetto societario, dal 2019 l’istante, pur continuando a svolgere la propria attività di impresa nello Stato di residenza, non registra più operazioni attive e passive rilevanti ai fini Iva in Italia. A questo punto chiede se è possibile conservare la propria partita Iva italiana, in qualità di soggetto identificato direttamente, continuando a svolgere il ruolo di controllante ai fini della liquidazione Iva di gruppo e facendo confluire nella procedura le risultanze a saldo zero delle proprie liquidazioni Iva. LA RISPOSTA DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE L’Agenzia, nel fornire risposta, ricorda che la procedura di liquidazione dell’Iva di gruppo, disciplinata dall’articolo 73, comma 3, del decreto Iva e dal Dm 13 dicembre 1979, consente alle società di procedere alla liquidazione periodica Iva in maniera unitaria, mediante compensazione dei debiti e dei crediti risultanti dalle liquidazioni delle società partecipanti. L’Agenzia richiama la risoluzione n. 22/2005, per la quale l'istituto della liquidazione dell'Iva di gruppo trova applicazione anche per le società residenti in altri Stati comunitari, purché in possesso dei requisiti previsti dal Dm citato e identificati ai fini Iva in Italia. Nel caso in esame, è innanzitutto necessario definire se l'istante, società di capitali di diritto francese identificata direttamente in Italia, possa rivestire il ruolo di controllante nella liquidazione Iva di gruppo pur non svolgendo direttamente alcuna attività rilevante ai fini Iva nel territorio italiano. Nell’ipotesi che sussistano tutti i requisiti previsti dall’articolo 2 del Dm 13 dicembre 1979, l’Agenzia è dell'avviso che non sia ostativa al fine della partecipazione alla procedura in questione la circostanza che l’istante non effettui operazioni rilevanti ai fini Iva in Italia. Tanto più che in base all’articolo 35-ter del Dpr n. 633/1972, l'identificazione può avvenire anche al solo fine di "[...] esercitare i diritti in materia di imposta sul valore aggiunto direttamente [...]", quali appunto quelli connessi alla costituzione di un gruppo Iva. Tale considerazione, sottolinea l’Agenzia, si pone in linea con la modulistica e, in particolare, con le istruzioni alla compilazione del modello ANR/3 per l'identificazione diretta, la variazione dati o la cessazione attività ai fini Iva di un soggetto non residente. Infatti, la casella 3 – cessazione attività - deve essere barrata dal soggetto non residente che non intende più assolvere gli obblighi ed esercitare i diritti in materia di Iva direttamente ovvero "che abbia cessato l'esercizio di attività di impresa, arte o professione nello Stato estero di stabilimento". Riguardo, infine, l’articolo 35, comma 15-quinquies, del Dpr n. 633/1972, relativo alla chiusura d’ufficio delle partite Iva inattive, di cui il provvedimento del direttore dell’Agenzia del 3 dicembre 2019, questo non risulta applicabile alla società istante, che pur non svolgendo attività rilevanti ai fini Iva in Italia, deve presentare la dichiarazione annuale e assolvere come controllante agli obblighi di liquidazione periodica dell'Iva di gruppo.

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Non è ostativa al fine della partecipazione alla procedura di liquidazione la circostanza che la società non residente non effettua più operazioni attive e passive rilevanti nel nostro Paese

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