Il Governo studia nuove misure per fronteggiare l’emergenza Coronavirus: probabilmente sarà ampliata la sospensione dei termini per il versamento dei tributi. Si sta pensando di estendere il periodo fino al 31 maggio, sia pure subordinatamente all’osservanza di alcune condizioni. Non sarà concretamente agevole prendere la “mira”. Fino ad oggi sono stati utilizzati due parametri per effettuare la selezione dei soggetti in grado di beneficiare della sospensione prevedendo, quindi, dei trattamenti differenziati. La sospensione attualmente in vigore In base all’art. 8, D.L. n. 9/2020 le categorie economiche ivi indicate possono fruire della sospensione dei versamenti indipendentemente dall’ammontare dei ricavi conseguiti nel periodo di imposta 2019. Si tratta, ad esempio, delle strutture recettive, delle agenzie di viaggio, dei tour operator, delle guide, dei gestori degli impianti sportivi, dell’attività di noleggio di mezzi di trasporto, etc. In tale ipotesi la sospensione è in essere fino al 30 aprile 2020 per le ritenute sui redditi di lavoro dipendente e per i contributi. Potrà quindi essere “saltata” la prossima scadenza del 16 aprile. Invece per l’IVA la sospensione ha interessato solo la scadenza del 16 marzo 2020. La stessa disciplina si applica, indipendentemente all’attività esercitata, ai contribuenti aventi residenza, sede legale o operativa, nelle province di Cremona, Bergamo, Piacenza e Lodi. Anche in tale ipotesi è irrilevante l’ammontare dei ricavi conseguiti nel periodo d’imposta 2019. Invece, per i contribuenti esercenti attività economiche diverse, quindi non indicate dal citato art. 8, la sospensione dei termini è subordinata all’ammontare dei ricavi conseguiti nel periodo di imposta 2019. In tale ipotesi, per avvalersi del beneficio della sospensione i ricavi non devono aver superato la soglia di 2 milioni di euro. Inoltre, il periodo di sospensione è anche più limitato, riguardando i versamenti la cui scadenza è compresa nel periodo 8-31 marzo 2020. Se il Governo non dovesse intervenire ulteriormente, le imprese dovranno presentarsi regolarmente alla cassa il 16 aprile prossimo per versare l’IVA, le ritenute e i contributi. Le modifiche allo studio Il Governo sta studiando la possibilità di sospendere il versamento delle imposte e dei contributi per tutti i soggetti e non per filiere. Dovrebbe poi essere esteso l’arco temporale della sospensione per ulteriori due mesi, quindi fino al 31 maggio 2020. Se la misura dovesse essere confermata, potrebbero così essere superate, senza effettuare alcun versamento, le scadenze del 16 aprile e 16 maggio. Dovrebbe poi essere elevato il limite di due milioni di euro fino a dieci milioni di euro. Dovrebbe così trattarsi di una sospensione generalizzata, quindi riguardante ogni soggetto, ma in realtà non sarà così. La possibilità di fruire di questa ulteriore e apparentemente più ampia sospensione non riguarderà ogni soggetto. La sospensione potrebbe essere subordinata alla dimostrazione dell’effettiva contrazione dell’attività. La partita si giocherà, però, a seconda del meccanismo che sarà messo in campo e l’operazione si profila tutt’altro che agevole. Ad esempio Si supponga che la modifica preveda la necessità di confrontare l’ammontare dei ricavi relativi al primo trimestre dell’anno 2020 con quelli relativi al quarto trimestre del precedente periodo d’imposta 2019. La sospensione potrebbe essere prevista solo in conseguenza della diminuzione di una determinata percentuale dei volumi. Tuttavia, il criterio scelto potrebbe determinare risulti iniqui. Ad esempio Una parte delle trattative concluse alla fine del 2019, potrebbe essere stata formalizzata all’inizio dell’anno 2020. In questo caso l’ammontare dei ricavi del primo trimestre dell’anno 2020 potrebbe essere “inquinato” da operazioni nella sostanza riconducibili all’anno precedente. Conseguentemente, essendo stata spedita la merce all’inizio del 2020, i ricavi riferibili al primo trimestre dell’anno potrebbe risultare addirittura incrementato. Nella realtà si tratterebbe di un incremento “fittizio” o figurativo. Il problema non sarebbe risolto neppure effettuando il confronto con il volume di ricavi relativo al primo trimestre 2019. Il diverso parametro di confronto non sarebbe sufficiente per scongiurare il rischio di inquinamento delle operazioni relative all’ultima parte dell’anno 2019, “imputate” in quanto concluse nella prima parte del successivo anno 2020. Nuova proroga con calcoli complicati? Il nuovo stop, che però, sembra destinato a mutare pelle, dovrebbe riguardare i mesi di aprile e di maggio. Se i calcoli saranno eccessivamente complicati i professionisti saranno ancora più in difficoltà nel verificare la sussistenza delle condizioni in grado di attribuire il diritto alla sospensione per l’ulteriore periodo. Gli studi professionali lavorano con difficoltà e a singhiozzo. Le aziende che hanno esternalizzato la contabilità dovranno completare l’invio della documentazione ai professionisti relativi al primo trimestre affrontando le difficoltà del caso. È auspicabile che il criterio scelto non sia penalizzante e soprattutto di agevole applicazione, ma considerata la prima versione del decreto non c’è da essere ottimisti. Per tale ragione, è allo studio anche una moratoria delle sanzioni per evitare “danni” ai contribuenti che tratti in inganno dal decreto non hanno versato i tributi dovuti entro la nuova scadenza del 20 marzo 2020.