Credito d’imposta per la quotazione delle PMI fino a 500mila euro

La Borsa è il mercato adatto alle esigenze finanziarie delle PMI italiane rispondendo agli obiettivi di raccolta di capitale per la crescita, l’internazionalizzazione e l’ampliamento della visibilità. Questo viene favorito dal Governo, con la legge di Bilancio 2023, prorogando il credito d’imposta in favore delle PMI che sostengono le spese di consulenza per ottenere la quotazione, in particolare: per l’adeguamento del sistema di controllo di gestione, per la redazione del piano industriale, nella collocazione presso gli investitori delle azioni, per la due diligence finanziaria, nonché le attività riguardanti le questioni legali, fiscali e contrattualistiche inerenti alla procedura di quotazione. La quotazione rappresenta uno strumento di ingresso nel capitale di quelle società che, in un’ottica di lungo periodo, intendano: finanziare la crescita, aumentare la capacità competitiva sul mercato e incrementare la forza contrattuale con fornitori e clienti. Per cui tutte le piccole e medie imprese che si quotano godranno complessivamente di una dotazione di 10 milioni di euro e il bonus a loro riconosciuto sarà fino ad un importo massimo di 500.000 euro e nella misura del 50% dei costi complessivamente sostenuti dalle stesse PMI. Le modalità di ammissione previste sono: Offerta Pubblica di Sottoscrizione (OPS) Nello specifico l’offerta comporta un aumento di capitale sociale corrispondente alla liquidità raccolta Offerta Pubblica di Vendita (OPV) I detentori delle azioni decidono di mettere sul mercato una parte del capitale sociale (i.e. il “flottante” effettivamente in circolazione sul mercato azionario ed oggetto di negoziazioni) Offerta Pubblica di Vendita e Sottoscrizione (OPVS) Questa costituisce una forma mista delle prime due, nella quale il flottante, immesso sul mercato borsistico, è costituito in parte dalle azioni già in possesso della originaria compagine sociale e in parte dall’aumento del capitale sociale Perché il mercato azionario è una scelta chiave per le PMI La quotazione rappresenta lo strumento più efficace per realizzare un progetto di crescita dimensionale, culturale e di visibilità per le PMI. L’incentivo fiscale sui costi di quotazione nel quadriennio di applicazione dal 2018 al 2021 ha favorito oltre 90 IPO con un utilizzo complessivo della misura da parte delle PMI di circa 40 milioni di euro. La quotazione è una scelta chiave per il futuro della PMI perché offre una soluzione a scenari competitivi sempre più complessi che richiedono capitali per realizzare i progetti di crescita, visione strategica, visibilità per generare vantaggi competitivi e rafforzamento patrimoniale. Ecco perché la finanza privata ha sostenuto il mercato borsistico: dal 2019 ad oggi 262 società quotate hanno raccolto attraverso la quotazione in Borsa 5,6 miliardi di euro da investitori istituzionali per finanziare lo sviluppo. Il Governo con la legge di Bilancio 2023 ha voluto proseguire il percorso di incentivazione della raccolta di capitale in equity, una misura che si è dimostrata un forte volano per l’occupazione e la crescita economica delle PMI italiane. La norma proroga al 31 dicembre 2023 la disciplina del credito d'imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle PMI di cui ai commi da 89 a 92 dell'art. 1 della legge n. 205 del 2017, disponendo, a tal riguardo, l'integrazione dello stanziamento per l'anno 2023, portandolo a 10 milioni di euro, nonché disponendo di un nuovo stanziamento di 10 milioni di euro per l'anno 2024. Quali sono le fasi del processo di quotazione in Borsa Il processo di quotazione tipicamente si sostanzia in fasi legate alle attività preliminari e indispensabili per allineare la società ai requisiti di Borsa Italiana e predisporre il set di documentazione necessaria per il completamento della domanda di ammissione alla quotazione. In particolare, le fasi che producono i costi di quotazione come previsto dalla proroga sul credito d’imposta nella legge di Bilancio 2023 sono: Preparazione alla quotazione Due Diligence Ammissione e Collocamento Eventuale riorganizzazione società / gruppo, adeguamento al sistema di controllo interno e le modifiche di governance Verifica Piano Industriale, Working Capital Report (AIM), QMAT e Tax Due Diligence Analisi della documentazione da parte di Borsa Italiana e della CONSOB Definizione del Piano Industriale Controllo di gestione adeguato alle caratteristiche dell’azione e al mercato (Memorandum sul Sistema di Controllo di Gestione) Provvedimento di ammissione alla quotazione Primi contatti con la Borsa Italiana e la scelta dei consulenti Costruzione di una equity story Organizzazione del Roadshow in Italia e all’estero e book building per collocamento istituzionale Organizzazione del consorzio di collocamento Collocamento al pubblico risparmio Predisposizione del Documento di Ammissione (AIM), Prospetto Informativo (MTA) e International Offering Circular (MTA) 6 - 12 mesi circa Tipicamente 4 - 6 mesi 1° giorno di quotazione Fattori di successo della quotazione I fattori che contribuiscono al successo della quotazione sono: - la possibilità di accesso a finanziamenti alternativi come il mercato azionario, per aziende caratterizzate da una limitata dimensione di fatturato; - un processo ora semplificato ed equilibrato di IPO che ha l’obiettivo di facilitare la transizione graduale di una PMI verso lo status di società quotata; - minori costi e adempimenti durante il periodo di permanenza sul mercato; - una base di investitori diversificata e internazionale con prospettive di investimento a medio termine; - una riduzione della dipendenza delle PMI dal sistema creditizio. La quotazione rappresenta uno strumento di ingresso nel capitale di quelle società che, in un’ottica di lungo periodo, intendano: finanziare la crescita, aumentare la capacità competitiva sul mercato e incrementare la forza contrattuale con fornitori e clienti Il credito d’imposta, prorogato con il disegno di legge di Bilancio 2023 e istituito nella legge n. 205/2017, art. 1, commi da 89 a 92, è riconosciuto, fino a un importo massimo di 500.000 euro, nella misura del 50% dei costi complessivamente sostenuti per le già menzionate attività sostenute fino alla data in cui si ottiene la quotazione e, comunque, entro il 31 dicembre 2023. Quali sono i requisiti che devono avere le PMI per quotarsi Per il successo dell’operazione di IPO è necessario attrarre l’interesse degli investitori. La PMI deve dimostrare di poter creare valore nel futuro ed essere in possesso di una serie di requisiti sostanziali e formali. La decisione di quotarsi in Borsa è strettamente connessa al progetto strategico di crescita, che non può prescindere dal track record e dalla sostenibilità futura del modello di business. La fattibilità della IPO comporta la verifica dei requisiti sostanziali che attraggono l’attenzione degli investitori: le caratteristiche strategiche, organizzative, finanziarie, il contesto competitivo e di mercato, i key driver che determinano il successo dell’azienda. È opportuno che la società soddisfi una serie di requisiti sostanziali: track record di successo solido posizionamento competitivo piano industriale sostenibile fondamentali solidi ed elevata marginalità orientamento alla creazione di valore capacità di innovazione orientamento all’internazionalizzazione apertura alla comunicazione autonomia gestionale leadership di mercato equilibrio della struttura finanziaria organizzazione manageriale settore con opportunità di crescita expertise del management Quali sono i requisiti per ottenere il credito d’imposta Sono beneficiari del credito d’imposta, istituito dalla legge n. 205/2017, art. 1, c. da 89 a 92, e le cui disposizioni attuative sono contenute nel DM 23 aprile 2018, tutte le piccole e medie imprese che: I) alla data di presentazione della domanda, sono costituite e iscritte al Registro delle imprese; II) operano nei settori economici nell’ambito di applicazione del regolamento (UE) n. 651/2014, compreso quello della produzione primaria di prodotti agricoli; III) ottengono l’ammissione alla quotazione con una delibera adottata dal gestore del mercato entro la data del 31 dicembre 2023; IV) sono in regola con la restituzione di somme dovute in relazione a provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero dello Imprese e del Made in Italy; V) non si trovano in condizioni tali da risultare impresa in difficoltà ai sensi della disciplina europea; VI) non rientrano tra le imprese che hanno ricevuto e non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti definiti illegali e incompatibili dalla Commissione europea. Quali sono i costi ammissibili al bonus quotazione PMI I costi per sostenere la preparazione vengono finanziati con un bonus quotazione per le PMI previsto nel disegno di legge di Bilancio 2023 e viene esteso ai costi sostenuti fino al 31 dicembre 2023 attraverso il credito d'imposta, già istituito dalla legge n. 205/2017 (legge di Bilancio 2018). Dal 1° gennaio 2023, l’importo massimo del bonus fruibile sarà di 500.000 euro. I costi che si intende affrontare nel processo di quotazione dipendono dalla complessità aziendale e dallo standing del mercato. Sono ammessi i costi direttamente connessi allo svolgimento delle attività nonché prestate da consulenti esterni come servizi non continuativi o periodici. In generale, nella fase che precede la quotazione l’emittente deve farsi carico di una serie di adempimenti che sono al di fuori dei costi di esercizio ordinari dell'impresa e connessi ad attività regolari. In particolare, sono ammissibili al credito d’imposta, i costi relativi alle seguenti attività di consulenza: I) le attività in vista dell’inizio del processo di quotazione, ad esso finalizzate, tra le quali l’implementazione o l’adeguamento del sistema di controllo di gestione, l’assistenza dell’impresa nella redazione del piano industriale (Business Plan), il supporto all’impresa in tutte le fasi del percorso funzionale alla quotazione; II) le attività durante la fase di ammissione alla quotazione e finalizzate ad attestare l’idoneità della PMI all’ammissione medesima e alla successiva permanenza sul mercato; III) le attività per collocare presso gli investitori le azioni oggetto di quotazione; IV) le attività per supportare la PMI nella revisione delle informazioni finanziarie storiche o prospettiche e nella conseguente preparazione di un report; tra tali attività rientrano, tra gli altri, lo svolgimento della due diligence finanziaria; V) l’assistenza della PMI nella redazione del documento di ammissione e del prospetto o dei documenti utilizzati per il collocamento presso investitori qualificati o per la produzione di ricerche; VI) le attività per le questioni legali, fiscali e contrattualistiche inerenti alla procedura di quotazione quali le attività relative alla definizione dell’offerta, la disamina del prospetto informativo o documento di ammissione o dei documenti utilizzati per il collocamento presso investitori qualificati, la due diligence legale o fiscale e gli aspetti legati al governo dell’impresa; VII) le attività di comunicazione necessarie a offrire la visibilità della PMI, a divulgare l’investment case, tramite interviste, comunicati stampa, eventi e presentazioni alla comunità finanziaria. Le spese possono consistere in un importo previamente pattuito in misura fissa oppure parzialmente proporzionata al successo dell’operazione di quotazione. È necessaria la certificazione dei costi, ossia l’effettivo sostenimento dei costi e l’ammissibilità degli stessi devono risultare da apposita attestazione rilasciata dal presidente del collegio sindacale, oppure da un revisore legale iscritto nel registro dei revisori legali, o da un professionista iscritto nell’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili Secondo quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate (risposta a istanza di interpello n. 257 del 7 agosto 2020) rientra tra i costi rilevanti ai fini dell'agevolazione anche l’IVA indetraibile derivante da un pro-rata pari a zero. Come fare domanda per il bonus quotazione Il credito d’imposta è riconosciuto, fino a un importo massimo di 500.000 euro, nella misura del 50% dei costi sostenuti fino alla data in cui si ottiene la quotazione e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2023. Per quanto riguarda il trattamento fiscale il credito d’imposta non concorre ai fini della base imponibile ai fini delle imposte dirette e IRAP. Il credito d’imposta ottenuto potrà essere utilizzato esclusivamente in compensazione mediante modello F24 ai sensi dell’art. 17, D.Lgs. n. 241/1997, e successive modificazioni, attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata ottenuta la quotazione. Ai fini del riconoscimento del credito d'imposta, le PMI devono inoltrare, in via telematica, un'apposita istanza che contiene: - gli elementi identificativi della PMI, ivi compreso il codice fiscale; - l’ammontare del credito d’imposta richiesto; - l’ammontare dei costi agevolabili sostenuti a decorrere dal 1° gennaio 2023 per l’ammissione alla quotazione; - la dichiarazione sostitutiva resa ai sensi del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, con l’indicazione dei codici fiscali di tutti i soggetti sottoposti alla verifica antimafia; - la delibera di avvenuta ammissione alla quotazione. Il credito d’imposta dovrà, inoltre, essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui sono state sostenute le spese agevolabili e nelle dichiarazioni relative ai periodi d’imposta successivi, fino a quando non se ne conclude l’utilizzo.

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