Con il via libera, in Consiglio dei Ministri, alla legge di delegazione europea 2022-2023, il Governo ha posto il primo tassello per il recepimento nell’ordinamento italiano, tra le altre, anche della direttiva UE n. 2022/2523 del Consiglio europeo, la cui finalità generale è di garantire un livello di imposizione fiscale minimo globale per i gruppi multinazionali di imprese e i gruppi nazionali su larga scala nell'Unione. In pratica, l’applicazione anche in Italia della global minimum tax è ora una questione di calendario, essendo già prevista per il 2024 (peraltro, la global minimum tax ha trovato spazio anche nella delega fiscale). Ma ricostruiamo per tappe la cronistoria di questa innovativa (per alcuni “rivoluzionaria”), forma di tassazione degli utili. La direttiva n. 2022/2523 è stata approvata dall’Unione europea a dicembre 2022. Obiettivo: garantire un livello minimo di imposizione effettiva per i grandi gruppi multinazionali, peraltro estendendo tali previsioni anche ai gruppi esclusivamente domestici, ma con applicazione ritardata di 5 anni. Agli Stati membri il compito di recepire le nuove norme entro il 31 dicembre 2023, cosicché dal 1° gennaio 2024 la normativa sulla Global Minimum Tax diverrà efficace in tutto il territorio dell’Unione europea. La cornice generale È utile definire la cornice in cui trovano spazio le nuove regole fiscali, con la premessa che l’iter appena avviato si concluderà non prima dell’autunno. Le nuove sfide all’ordinamento fiscale internazionale, derivanti dalla digitalizzazione dell’economia e dalla pandemia, hanno portato ad una lotta ancor più radicale contro la concorrenza fiscale tout court. Da tale nuovo approccio deriva la soluzione proposta dall’Inclusive Framework OCSE/G20 BEPS che poggia su due game: - da un lato, il Pillar One è volto a riformare le regole di fiscalità internazionale per superare gli attuali criteri basati sulla presenza fisica e riconoscere, in ogni caso, un diritto di tassazione anche al Paese in cui si trovano i consumatori dei beni e dei servizi digitali, basandolo sulla quota di vendite che le imprese ad attività internazionale effettuano nel proprio territorio; - dall’altro il Pillar Two si focalizza, invece, sull’obiettivo di introdurre un livello minimo effettivo di tassazione sulle multinazionali che funzioni come una sorta di tassazione compensativa nel Paese di residenza della capogruppo per i proventi provenienti da Paesi che adottano un’aliquota d’imposta inferiore rispetto a tale livello minimo. Cosa comporterà il recepimento? La direttiva UE introduce il Pillar Two con al centro la Global minimum tax, ed è questo insieme di norme che il Governo recepirà anche in Italia. In particolare, tale quadro è costituito da due regole intrecciate, congiuntamente denominate anche norme GloBE, attraverso le quali si dovrebbe riscuotere un importo integrativo d'imposta, o aggiuntivo, ogniqualvolta l'aliquota effettiva di un gruppo multinazionale di imprese in una data giurisdizione sia inferiore al 15 %, e questo perché le autorità fiscali locali non applicano un prelievo adeguato e comunque inferiore al 15%. Le GloBE rules nella pratica Queste due nuove regole collegate sono denominate “regola di inclusione del reddito” o income inclusion rule (IIR) e “regola sui profitti a bassa imposizione” o undertaxed profit rule (UTPR). Nell'ambito di tale sistema, l'entità controllante di un gruppo multinazionale di imprese localizzata in uno Stato membro dovrebbe essere obbligata ad applicare l'IIR alla sua quota di imposta integrativa relativa a ogni entità del gruppo a bassa imposizione, sia tale entità localizzata nell'Unione o al di fuori di essa. L'UTPR dovrebbe invece fungere da sostegno all'IIR attraverso una re-imputazione di un eventuale importo residuo dell'imposta integrativa nei casi in cui le entità controllanti non abbiano potuto riscuotere l'intero importo dell'imposta integrativa relativa alle entità a bassa imposizione attraverso l'IIR. Naturalmente, queste due nuove regole dovranno essere inserite all’interno del nostro sistema fiscale. Un lavoro complesso che interesserà con larga probabilità anche l’attuale lavoro sulla delega fiscale. In particolare, è prevista l’applicazione immediata dell’IIR e posticipata di un anno dell’UTPR e con facoltà di introduzione di una QDMTT. Cos’è la Global Minimum Tax Centrale resta quindi la nuova forma di imposizione globale, che funziona come una Top-Up Tax per giurisdizione, vale a dire un’imposta integrativa, calcolata come differenza tra il livello minimo di tassazione concordato (15%) e l’aliquota fiscale effettiva (Effective Tax Rate - ETR), se inferiore, che si applica sugli utili delle entità consolidate e stabili organizzazioni (Costituent Entities) localizzate in una delle giurisdizioni in cui il gruppo opera. La global minimum tax cammina su due gambe: la regola di inclusione del reddito (IIR) e quella sui profitti a bassa tassazione (UTPR). Come funziona Le regole del Pillar Two richiedono alle multinazionali di identificare le giurisdizioni con ETR inferiore al 15%. L'ETR viene calcolato come rapporto tra le imposte sul reddito e il reddito qualificato (GloBE Income) a livello di singola giurisdizione. In pratica, si procede in stretta derivazione dai valori determinati per le singole entità in base ai principi contabili adottati per la redazione del bilancio consolidato, rettificati da numerosi aggiustamenti specifici secondo norme comuni. Tra le imposte al numeratore si includono anche quelle anticipate e differite, opportunamente aggiustate per evitare oscillazioni dovute esclusivamente a differenze temporanee. E così, una volta fissata la misura dell’aliquota effettiva pagata, la differenza tra l’ETR della singola giurisdizione e l’aliquota fiscale minima del 15% individua a sua volta la percentuale dell’imposta aggiuntiva da applicare e ricalcolare. Complicato! Troppo, per molti osservatori. Ed infatti l’OCSE continua a rivedere e semplificare il quadro di riferimento. Con il Secondo Pilastro arriveranno anche nuove disposizioni volte ad aggiornare le convenzioni contro le doppie imposizioni (CDI) al fine di rafforzare la capacità impositiva e applicativa delle Globe-rules da parte dei singoli Stati.