Con 288 sì il decreto crescita ottiene il primo via libera della Camera. Il provvedimento, diventato un vero e proprio decreto “omnibus” con oltre 110 articoli (erano 51 al suo ingresso a Montecitorio), dovrà ora essere convertito in legge entro il 29 giugno dal Senato, chiamato di fatto a ratificare il lavoro della Camera senza alcuna possibilità di intervento sul testo. Un testo che ha subito una lunga serie di integrazioni e correzioni che vanno dal salvataggio delle banche al Sud e la crisi di Carige, alla riapertura della pace fiscale con la possibilità di presentare istanze di adesione alla rottamazione delle cartelle e al saldo e stralcio entro il prossimo 31 luglio. Non solo. Il decreto prevede nelle ristrutturazioni aziendali i nuovi contratti di espansione, con la possibilità di concedere fino a 5 anni di scivolo ai dipendenti prossimi alla pensione per imprese con oltre 1.000 dipendenti. Una norma che per le opposizioni nasce in realtà per andare incontro alle future sigenze di Telecom in vista dell’integrazione della rete con Open Fiber. Hanno trovato posto nel Dl anche il debito di Roma Capitale, la sopravvivenza di Radio radicale e lo stop al commissariamento dell’Inpgi fino a ottobre 2019. Il corposo capitolo fiscale del provvedimento è stato ampliato anche con il pacchetto di semplificazioni fiscali già licenziato dalla Camera. Tra queste, la possibilità per il contribuente o sostituto d’imposta di rilasciare all’intermediario un incarico alla predisposizione di più dichiarazioni e comunicazioni a fronte del quale quest’ultimo rilascia una delega unica a trasmettere i dati di dichiarazioni e comunicazioni. Per sostenere le imprese arriva il taglio progressivo dell’Ires che dal 24% scenderà nel 2023 al 20% (inizialmente era il 20,5%) e, sempre nello stesso anno, la deducibilità Imu sugli immobili strumentali delle imprese passerà dal 70 al 100%. Sempre dal 2023 diventerà strutturale il taglio da 600 milioni delle tariffe Inail. La riduzione è attualmente prevista, fino al 2021, dall’ultima legge di Bilancio, e per non toccare le risorse del reddito di cittadinanza resta scoperto il 2022. Per i 3,5 milioni di partite Iva soggette a Isa arriva la proroga al 30 settembre dei versamenti Irpef, Ires, Iva e Irap. Mentre sugli affitti brevi e la tassa di soggiorno arriva una stretta antievasione. Per gli sportivi professionisti che rientrano in Italia dopo almeno due anni di assenza i redditi saranno tassati al 50%. Non si applicherà comunque il regime più favorevole per gli impatriati al Sud, dove la base imponibile è del 10%. Una restrizione da molti vista come misura anti-Napoli in questa intensa fase di calciomercato. Per restare al Sud, ok alla riorganizzazione del Fondo sviluppo e coesione per accelerare la spesa ma salta la norma che avrebbe trasferito le risorse alle Regioni. Il decreto offre anche una spinta alle aggregazioni di imprese sia finanziarie che non consentendo loro di poter trasformare le attività fiscali differite (Dta) in credito d’imposta nel limite di 500 milioni. Spazio anche alla finanza online. La Consob potrà ordinare ai fornitori di connettività alla rete internet la rimozione delle iniziative messe in atto da chi offre o svolge servizi o attività di investimento senza esservi abilitato. Viene poi istituita una “sandbox” per il fintech. Un contenitore virtuale per strumenti della tecnofinanza. Tra le correzioni della Camera, anche la possibilità per tutte le imprese di ricorre al credito d’imposta per le fiere non solo internazionali, ma anche per quelle che si svolgono sul territorio nazionale (salone Nautico o il salone del mobile).