Dichiarazione dei redditi: per la prova dell’invio è necessaria la ricevuta di copia della comunicazione di ricezione

In tema di dichiarazione dei redditi, la tempestività della presentazione telematica non può essere provata in maniera diversa dai requisiti di forma e sostanza previsti per la documentazione che il professionista è tenuto a rilasciare al contribuente. Per assolvere all'onere probatorio serve, pertanto, la ricevuta di copia della comunicazione dell’Agenzia delle entrate di ricezione della dichiarazione. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 4932 del 20 febbraio 2019. IL FATTO Il caso trae origine da una sentenza con cui la Ctr Campania ha ritenuto valida la dichiarazione dei redditi presentata da una società per l'anno in contestazione. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE Tuttavia, la Suprema Corte ha osservato come fosse stata attestata la presentazione – da parte della società contribuente – della dichiarazione per l’anno in contestazione mediante invio telematico, in assenza della ricevuta di copia della comunicazione dell’Agenzia delle entrate di ricezione della dichiarazione in via telematica, unico documento attestante l’avvenuto invio telematico della dichiarazione, secondo quanto previsto dalla disciplina di cui al d.P.R. n. 435 del 2001. Del resto - prosegue la sentenza -, è noto che il contribuente non assolve agli obblighi tributari con il mero affidamento ad un commercialista del mandato a trasmettere in via telematica la dichiarazione alla competente Agenzia delle entrate, essendo tenuto a vigilare affinchè tale mandato sia puntualmente adempiuto; nè la tempestività della presentazione telematica del Modello Unico ad opera di professionista a ciò incaricato, che si sia assunto il relativo impegno, può essere provata in maniera diversa dai requisiti di forma e sostanza previsti per la documentazione che il professionista è tenuto a rilasciare al contribuente (cfr., sul punto, Cass. n. 19941/2018).

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La tempestività della presentazione telematica non può essere provata in maniera diversa dai requisiti di forma e sostanza previsti per la documentazione che il professionista è tenuto a rilasciare al contribuente

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