Dichiarazioni Ires e Irap, online le statistiche del 2020

I dati fiscali tengono conto delle società di capitali il cui anno d’imposta non coincide con l’anno solare. Per queste, il periodo d’imposta 2020 si conclude nel corso del 2021

Disponibili, sul sito del dipartimento delle Finanze del Mef, le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi delle società e degli enti non commerciali e su quelle Irap, presentate nel 2021 e 2022, con riferimento all’anno d’imposta 2020. I dati aggregati mostrano quanto abbia influito il contesto economico negativo, determinato dalla crisi pandemica. Lo si legge in un dettagliato comunicato diffuso oggi, 28 febbraio 2023, dal ministero dell’Economia e delle Finanze, in cui si specifica che i dati fiscali tengono conto delle società di capitali il cui anno d’imposta non coincide con quello solare e, di conseguenza, per queste, il periodo d’imposta 2020 si conclude nel corso del 2021.

I numeri dell’Ires – Per il 2020, le dichiarazioni delle società di capitali sono aumentate rispetto all’anno precedente, ma è il reddito dichiarato a dare la misura degli effetti economici negativi scatenati dall’emergenza sanitaria. Ebbene, solo il 54% di queste, per la maggior parte srl, ha dichiarato un reddito d’impresa rilevante ai fini fiscali, che nel 39% dei casi è in perdita, nel 7% in pareggio. Il risultato è che l’imponibile dichiarato, alla fine, ha subito una contrazione pari -11,6 per cento.
Tra i settori più penalizzati, le “attività dei servizi di alloggio e ristorazione” (-75%), “trasporto e magazzinaggio” (-43%) e “attività finanziarie” (-20%).
Diminuiti dell’1,9%, rispetto all’anno precedente, anche gli enti non commerciali che hanno presentato il modello “Redditi Enc” per l’anno d’imposta 2020.

Aiuto alla Crescita economica – Nel 2020, le società di capitali con diritto alla deduzione Ace (la quota ammessa in deduzione dal reddito d’impresa del rendimento figurativo del capitale, pari all’1,3%) sono oltre 328mila (+0,6% rispetto al 2019), per un ammontare di deduzione spettante di 19,1 miliardi di euro (+3,7% rispetto al 2019).

Interessi passivi deducibili – Gli interessi passivi di periodo iscritti in bilancio aumentano dell’1,2% rispetto al 2019, mentre quelli relativi a periodi precedenti, e riportabili in quanto non dedotti precedentemente, scendono di 2,7 punti percentuali.  Classificando le società per classi di volume d’affari, il Mef rileva che la percentuale degli interessi deducibili raggiunge il 53,7% nelle società con volume d’affari da 5.615.000 a 25 milioni di euro, mentre scende al 12,5% nella classe da 0 a 200mila euro.

Patent Box – Dalle dichiarazioni per il 2020 risultano oltre 1.700 società che hanno utilizzato l’agevolazione per un ammontare di reddito detassato e plusvalenze esenti pari a 3,1 miliardi di euro (la metà del valore del 2019). La contrazione maggiore si registra nel settore “manifatturiero”.

I numeri dell’Irap – Le dichiarazioni Irap per l’anno d’imposta 2020 segnano un calo del 2,1% in confronto all’anno precedente. La contrazione più consistente ha interessato le persone fisiche (-4,5% ) e le società di persone (-3,7%). Coloro che hanno dichiarano un valore della produzione diverso da zero (al netto delle deduzioni del costo del lavoro) sono 2.924.367 (-2,6% rispetto al 2019), per un ammontare complessivo di circa 345 miliardi di euro (-17,7% rispetto al 2019). I settori più colpiti? Sempre gli stessi, quelli maggiormente penalizzati dalle norme restrittive conseguenti alla diffusione del Covid, come quello delle “attività dei servizi di alloggio e ristorazione, che passa da 12,3 miliardi nel 2019 a -1,2 miliardi di euro nel 2020.
Di conseguenza, anche la base imponibile complessiva è risultata pari a circa 416 miliardi di euro (-11% rispetto al 2019). L’unica ad aver retto il confronto con l’anno precedente è stata la base imponibile Irap dichiarata dalla Pa.