Entro il 31 dicembre la dichiarazione dei contributi non dedotti

Nell’agenda del fine anno va rubricato un adempimento importante in ambito previdenziale. Entro il 31 dicembre vanno infatti comunicati alla forma pensionistica complementare alla quale si sia iscritti l’ammontare dei contributi non dedotti nell’anno precedente (il 2022 quindi) e l’eventuale premio di risultato che sia stato conferito alla previdenza complementare nell’ambito dei piani di welfare aziendale. In questo modo, sulla base del principio della “unicità” della tassazione, potrà recuperarsi al momento della percezione della prestazione finale (che si rammenta essere pari al 100% sotto forma di rendita o massimo 50% sotto forma di capitale e 50% forma di rendita) il beneficio di cui non si sia invece usufruito nel corso della partecipazione al piano previdenziale. Contributi previdenziali non dedotti La disciplina fiscale sulla previdenza complementare prevede la deducibilità dal reddito imponibile dei contributi versati entro il limite annuo di 5.164,57 euro. È utile ricordare come in tale importo si ricomprendono anche l’eventuale contributo del datore di lavoro e i versamenti che possono essere effettuati a favore dei soggetti fiscalmente a carico per l’importo da questi non dedotto, nonché i contributi versati per reintegrare eventuali anticipazioni già ottenute. È esclusa dalla deduzione la quota del TFR versata. Va poi ricordato come il limite dei 5.164,57 euro può arrivare a 7.746,86 euro per i lavoratori di prima occupazione successiva al 1° gennaio 2007, per poter recuperare la deducibilità non utilizzata appieno nei primi 5 anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari. Ulteriore profilo è poi quello legato alle somme versate a un fondo pensione ma destinate alla copertura di prestazioni accessorie assicurative per premorienza, invalidità permanente e long term care (non autosufficienza nel compimento degli atti di vita quotidiana), che beneficiano del più vantaggioso regime di deduzione dal reddito complessivo; tali coperture, se stipulate direttamente con una compagnia assicurativa, godono, al momento, del meno favorevole regime di detrazione dall’imposta lorda con la nuova riduzione applicabile ai contribuenti con redditi superiori ai 120.000 euro. Cosa accade quando si dovesse versare al fondo pensione un importo superiore al limite annuo dei 5.164,57 euro? Potrebbe essere il caso di versamenti eccedenti il limite di deducibilità annuale in un singolo fondo pensione o, fenomeno di rilievo, come sottolineato nell’ultima Relazione annuale della COVIP, il caso di iscritti con posizioni multiple, vale a dire con più posizioni aperte in differenti forme pensionistiche. La normativa attribuisce la possibilità all’aderente di comunicare alla forma pensionistica l’importo non dedotto, in maniera tale che al momento della pensione si sia esenti sulla quota di prestazione (capitale o rendita) riconducibile a tali versamenti. La base imponibile su cui è applicata la ritenuta di imposta del 15% (che si riduce dello 0,30% per ogni anno di durata superiore al quindicesimo, fino a un minimo del 9%) non considererà infatti i contributi versati e non dedotti, a condizione che siano stati comunicati, nonché i rendimenti (già tassati in fase di accumulo con aliquota del 20%, la quota investita in titoli di Stato è invece tassata al 12,50%). Per quel che riguarda la modalità da adottare per la comunicazione, non vi è una specifica previsione normativa, per cui l’informativa può essere fornita in forma libera. Va in ogni modo sottolineato come i fondi pensione e i piani individuali di previdenza a matrice assicurativa spesso allegano alle informative periodiche obbligatorie da inviarsi entro fine marzo un facsimile che può essere utilizzato a tal fine. Premio di risultato I premi di risultato rientranti nei limiti stabiliti per le agevolazioni fiscali possono essere convertiti, tra l’altro, in contributi alla previdenza complementare e beneficiare delle ulteriori agevolazioni previste. Come evidenzia la COVIP, la normativa intende valorizzare al tempo stesso sia la contrattazione collettiva sia la volontà individuale del lavoratore. Alla luce delle indicazioni sin qui fornite dall’Agenzia delle Entrate, d’intesa con il competente Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la COVIP fa presente che la scelta in ordine alla conversione del premio di risultato e alla sua devoluzione a previdenza complementare non è rimessa unicamente in capo al singolo lavoratore, dovendo trovare la sua principale legittimazione in un accordo collettivo di secondo livello che lo preveda. Dal punto di vista fiscale, il premio di risultato erogato sotto forma di contribuzione a previdenza complementare non è assoggettato a tassazione anche se detti contributi superano il limite di deducibilità dal reddito di euro 5.164,57 previsto dall’art. 8, commi 4 e 6, del D.Lgs. n. 252 del 2005 (limite incrementato, limitatamente ai primi 5 anni di contribuzione, di un importo non superiore a euro 2.582,29 per i lavoratori di prima occupazione). I contributi alla previdenza complementare, se versati in sostituzione del premio di risultato, possono, pertanto, essere esclusi dalla formazione del reddito complessivo del lavoratore per un importo di euro 8.164,57, potendo aggiungersi al limite di deducibilità di euro 5.164,57 (incrementato come sopra detto per i lavoratori di prima occupazione). Quale ulteriore misura di favore, è previsto che l’esclusione dal reddito dei contributi versati alla previdenza complementare in sostituzione dei premi di risultato non ha effetti sulla tassazione della prestazione pensionistica. La legge di Bilancio 2017, disponendo una deroga all’art. 11, comma 6, del D.Lgs. n. 252 del 2005, che prevede l’imponibilità di tali prestazioni per il loro ammontare complessivo al netto dei contributi non dedotti, prevede, infatti, che i contributi in esame siano comunque dedotti dalla base imponibile. Ne consegue che, entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui i contributi sono stati versati alla forma previdenziale complementare, il contribuente è tenuto a comunicare a quest’ultima sia l’eventuale ammontare di contributi non dedotti, che l’importo dei contributi sostitutivi del premio di risultato che, seppur non assoggettati ad imposizione, non dovranno concorrere alla formazione della base imponibile della prestazione previdenziale.

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