L’Europa allunga a 10 giorni il congedo di paternità obbligatorio
È la principale novità introdotta dalla direttiva approvata dal Parlamento europeo, che regolamenta anche congedi parentali e di assistenza. Tre anni agli Stati per recepirla
Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la direttiva che introduce dieci giorni lavorativi di congedo di paternità obbligatorio (in Italia dal 2019 sono 5 giorni) e due mesi di congedo parentale retribuiti come requisito minimo in tutti gli Stati membri. L’obiettivo è facilitare la conciliazione tra lavoro e famiglia e rafforzare il ruolo del padre. Il provvedimento è stato approvato con 490 voti a favore, 82 contrari e 48 astensioni. Gli Stati membri hanno tre anni di tempo per recepire nelle proprie leggi la direttiva europea.
Ecco le principali novità introdotte dall’Europarlamento, che riguardano anche i congedi per l’assistenza dei familiari. Si tratta sempre dei requisiti minimi richiesti agli Stati, che potranno ampliarli a favore dei lavoratori.
Congedo di paternità, parentale e di assistenza
Il padre avrà diritto ad almeno 10 giorni lavorativi di congedo di paternità retribuito nei giorni vicini alla nascita. Tale congedo dovrà essere pagato a un livello non inferiore all’indennità di malattia. Attualmente in Italia la durata del congedo obbligatorio per il padre è di 5 giorni, più un giorno facoltativo previo accordo con la madre e in sua sostituzione.
I deputati hanno aggiunto due mesi di congedo parentale non trasferibile e retribuito. Questo congedo sarà un diritto individuale, in modo da creare le condizioni adeguate per una distribuzione più equilibrata delle responsabilità.
Gli Stati membri fisseranno un livello adeguato di retribuzione, o indennità, per il periodo minimo non trasferibile di congedo parentale, tenendo conto del fatto che questo spesso comporta una perdita di reddito per la famiglia e che invece anche il familiare più retribuito (spesso un uomo) dovrebbe potersi avvalere di tale diritto.
Gli Stati membri devono offrire 5 giorni all’anno di congedo per i lavoratori che prestano assistenza personale a un parente o a una persona che vive nella stessa famiglia a causa di un grave motivo medico o infermità connesse all’età.
Lavoro flessibile
I genitori e i prestatori di assistenza che lavorano potranno richiedere modalità di lavoro adattabili, ove possibile, ricorrendo al lavoro a distanza o a orari flessibili per poter svolgere le loro mansioni. Nell’esaminare tali richieste, i datori di lavoro potranno tener conto non solo delle proprie risorse, ma anche delle esigenze specifiche di un genitore di figli con disabilità, o una malattia di lunga durata, e dei genitori soli.
«Una migliore divisione delle responsabilità»
Il relatore David Casa (PPE, MT) ha dichiarato: «Questa direttiva vuole realizzare una maggiore parità di genere e una migliore divisione delle responsabilità. Le donne hanno sofferto a causa della mancanza di parità, che ha portato a differenze di retribuzione e a un divario pensionistico. Ora saranno sostenute per entrare nel mercato del lavoro e raggiungere il loro pieno potenziale, mentre i padri avranno un ruolo più importante nell’educazione dei loro figli. Questa direttiva va anche a vantaggio dei familiari che si occupano di una generazione più anziana. È positiva per gli uomini, le donne, le famiglie e l’economia».
Tre anni di tempo per adeguare le legislazioni
La direttiva, approvata con 490 voti a favore, 82 contrari e 48 astensioni, entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Gli Stati membri dovranno conformarsi alle norme entro tre anni.
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