Il 2020 potrebbe portare con sé alcune importanti novità fiscali. Prende sempre più piede, infatti, l’ipotesi di una estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche ai forfetari, ossia i titolari di partita IVA minori, di cui all’art. 1, commi da 54 a 89, legge n. 190/2014. Fattura elettronica a tutto campo Originariamente prevista per le sole Pubbliche amministrazioni dall’art. 1, comma 209, legge n. 244/2007, poi estesa in via facoltativa per specifiche categorie di soggetti passivi IVA a decorrere dal 1° luglio 2016 dal D.Lgs. n. 127/2015, la fatturazione elettronica ha avuto, sin dalla sua introduzione, una forte eco, anche a livello comunitario. Non a caso, già con la direttiva n. 2014/55/UE del 16 aprile 2014, nell’intento di promuovere la diffusione della fatturazione elettronica negli appalti pubblici, sfruttandone i vantaggi in termini di impatto ambientale e riduzione degli oneri amministrativi, è stata elaborata una norma europea comune di riferimento. Sul piano nazionale, poi, la legge di Bilancio 2018, in luogo del previgente regime opzionale, ha previsto, a partire dal 1° gennaio 2019, sia per le operazioni intercorrenti tra due operatori IVA (operazioni B2B, cioè Business to Business), sia nel caso in cui la cessione/prestazione venisse effettuata da un operatore IVA verso un consumatore finale (operazioni B2C, cioè Business to Consumer), l’obbligo della fatturazione elettronica, attraverso l’apposito Sistema di Interscambio (SdI). In seguito, il decreto fiscale 2019 (D.L. n. 119/2018), unitamente al decreto Crescita (D.L. n. 34/2019), è tornato sull’argomento introducendo importanti norme volte a semplificare gli adempimenti connessi. In particolare, sono state individuate alcune ipotesi di esonero dall’obbligo della fatturazione elettronica, tra le quali, per quanto qui di interesse, quella concernente i soggetti in regime forfetario, con contestuale mutamento dei relativi requisiti di accesso. Precisamente, sono stati esclusi dall’obbligo di fatturazione elettronica i contribuenti che, nell’esercizio di un’attività di impresa, arte o professione, abbiano conseguito ricavi o compensi per un importo annuo non superiore a 65.000 euro (un tempo 50.000 euro in base alle diverse tipologie di attività), per i quali trova applicazione un’imposta sostitutiva di IRPEF, addizionali regionali e comunali e IRAP pari al 15%. La misura allo studio del Governo Eppure, sembrerebbe che la scelta di inserire i forfetari tra gli esonerati dalla e-fattura sia già oggetto di revisione da parte del nuovo Governo. Da alcune indiscrezioni pare trapelare l’intenzione di estendere l’ambito di applicazione della e-fattura, a partire dal 2020, proprio alla fetta di professionisti e operatori commerciali in regime forfetario rimasti finora esclusi. Molteplici le ragioni che potrebbero giustificare una simile estensione: dalla necessità della digitalizzazione per le transazioni tra privati al fine di contrastare l’evasione fiscale, alla maggiore trasparenza negli scambi commerciali stessi; dal potenziamento dei mezzi di controllo dell’Agenzia delle Entrate, all’ottimizzazione del processo di semplificazione fiscale. A ben guardare, infatti, malgrado gli iniziali problemi di carattere pratico dovuti, soprattutto, al difficile rapporto tra il cittadino medio e la tecnologia, la fatturazione elettronica ha comportato anche indiscutibili vantaggi. Primo fra tutti l’implementazione del processo di evoluzione verso il digitale per molte imprese: una direzione, questa, auspicata da più parti, per restare al passo con i tempi in un mondo sempre più “4.0”, in cui la gestione della produzione deve necessariamente passare per il digitale. Non è affatto trascurabile, poi, il beneficio creatosi sotto forma di maggior efficienza nei rapporti commerciali nonché la riduzione dei costi di gestione. In effetti, visto che la fatturazione elettronica si compendia in un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture, il supporto cartaceo diventa evidentemente irrilevante, con conseguente risparmio dei relativi costi di stampa, spedizione e conservazione. In arrivo nuovi limiti di accesso al regime? Sulla scorta, dunque, delle esternalità positive che il sistema di fatturazione elettronica comporta, non è irragionevole presumere che venga presto esteso anche ai forfetari. Ma v’è di più. All’estensione generalizzata della fattura elettronica potrebbe altresì corrispondere un’ulteriore modifica dei limiti per l’accesso al regime forfetario, con conseguente ripristino dei precedenti parametri. Il tutto in risposta alle possibili derive elusive legate all’uso massiccio del regime nell’ultimo anno: come riferisce il MEF, è stato registrato un incremento del 35,8% di adesioni soltanto nel secondo trimestre del 2019. A giusta ragione, quindi, ci si interroga su quali possano essere le prossime mosse del Governo e quali siano gli effetti sulle tasche dei forfetari che vedranno, con ogni probabilità, nuove modifiche al loro regime fiscale, innovato appena un anno fa.