Il regolamento europeo P2B sui rapporti tra piattaforme e utenti commerciali

Assonime ha pubblicato la circolare n. 25 del 4 agosto 2021 con cui analizza il regolamento (UE) 2019/1150, noto come regolamento Platform to business (P2B), che ha introdotto una prima disciplina europea volta ad assicurare trasparenza ed equità nei rapporti tra le piattaforme online e i loro utenti commerciali. Il regolamento si applica ai fornitori di servizi di intermediazione online utilizzati da imprese che hanno il loro luogo di stabilimento o residenza nell’Unione europea e offrono beni o servizi a consumatori nell’Unione. Per alcuni aspetti la disciplina si estende ai rapporti tra motori di ricerca online e utenti titolari di siti web aziendali. Il regolamento P2B impone una serie di obblighi di trasparenza in capo alle piattaforme che forniscono agli utenti professionali servizi di intermediazione online e, per alcuni aspetti, anche in capo ai fornitori di motori di ricerca, pur in assenza in questo caso di rapporti contrattuali con le imprese titolari dei siti web. Gli obblighi di trasparenza riguardano, in particolare: - le condizioni contrattuali e le loro modifiche; - le decisioni di sospendere o limitare la fornitura dei servizi di intermediazione online o di chiudere l’account; - il posizionamento degli utenti commerciali nei servizi di intermediazione online e nei risultati di ricerca; l’offerta di prodotti e servizi accessori; - l’eventuale trattamento più favorevole riservato ai beni/servizi offerti dalla piattaforma o dal motore di ricerca (c.d. self-preferencing); - l’accesso ai dati forniti o generati nel contesto dell’utilizzo dei servizi di intermediazione online; - le limitazioni dell’offerta da parte dell’utente commerciale di condizioni diverse per l’offerta dei beni o servizi ai consumatori mediante canali diversi dal servizio di intermediazione online (c.d. parity clauses). Il regolamento P2B persegue l’obiettivo di contribuire al corretto funzionamento del mercato interno stabilendo norme dirette a garantire che gli utenti commerciali che si avvalgono dei servizi di intermediazione delle piattaforme online e gli utenti titolari di siti web aziendali che sono in relazione con motori di ricerca: - dispongano di un’adeguata trasparenza; - ricevano un trattamento equo (fair); - abbiano accesso a efficaci possibilità di ricorso. La circolare, dopo aver approfondito la normativa europea, analizza le scelte adottate a livello italiano per assicurare l’applicazione della disciplina, commentando in particolare le disposizioni della legge di bilancio 2021 che hanno attribuito la competenza all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il P2B nell’ordinamento italiano Nell’ordinamento italiano le misure per dare attuazione all’articolo 15 del regolamento P2B sono state adottate con l’articolo 1, commi da 515 a 517, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di Bilancio 2021). In linea con le previsioni del regolamento il legislatore italiano ha individuato l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) quale soggetto incaricato di garantire l’applicazione delle norme del regolamento P2B in ambito nazionale. In particolare la normativa prevede che: - per i casi di inottemperanza agli ordini e alle diffide dell’autorità adottati in applicazione del regolamento P2B è prevista l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria non inferiore al 2 per cento e non superiore al 5 per cento del fatturato; - l’estensione ai fornitori di servizi di intermediazione online e ai fornitori di motori di ricerca online (come definiti dal regolamento P2B) l’obbligo di iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (c.d. ROC), di cui l’AGCOM cura la tenuta e al quale devono iscriversi tutti gli operatori del settore delle comunicazioni; - il versamento di un contributo annuale all’AGCOM per la copertura dei costi amministrativi sostenuti per l’esercizio delle sue funzioni. Assonime fa presente che l’AGCOM ha di recente pubblicato i primi provvedimenti attuativi delle disposizioni introdotte con la legge di bilancio 2021, con particolare riguardo alle modalità di iscrizione al ROC dei fornitori di servizi di intermediazione online e dei fornitori di motori di ricerca online nonché all’obbligo di comunicare la c.d. informativa economica di sistema (IES).

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Assonime analizza il regolamento (UE) 2019/1150, noto come regolamento Platform to business (P2B), che ha introdotto una prima disciplina europea volta ad assicurare trasparenza ed equità nei rapporti tra le piattaforme online e i loro utenti commerciali

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