Imposte non dovute: rimborso anche senza dichiarazione integrativa

Ai sensi dell'art. 38 del Dpr n. 602/1973, il contribuente è legittimato a presentare istanza di rimborso del tributo indebitamente assolto, in ciò includendosi, oltre al caso di errore materiale, l'ipotesi di inesistenza totale o parziale dell'obbligo di versamento ove pure conseguente ad una precisa scelta, ad un comportamento volontario. Sulla base di questo presupposto, altresì considerando che diversamente dall'Iva (art. 21, comma 7, Dpr n. 633/1972) nell'imposizione diretta non si configura una “responsabilità oggettiva” avulsa dalla titolarità di un reddito effettivo, devono ritenersi ripetibili le imposte liquidate su utili fittizi artatamente esposti in bilancio e quindi confluiti nella determinazione delle basi imponibili. Il ricorso allo strumento dell'istanza amministrativa, entro il termine decadenziale, non è precluso dalla mancanza di una dichiarazione integrativa. In questi termini si è espressa la Corte di Cassazione con la sentenza n. 15211 depositata il 30 maggio 2023. IL FATTO Nei fatti di causa una società aveva chiesto il rimborso delle maggiori imposte pagate in relazione a risultati civilistici frutto di rappresentazioni artificiose di una solidità nei fatti insussistenti. Il giudizio instaurato avverso il diniego opposto dall'Agenzia vedeva la società soccombere in entrambi i gradi di merito. Da lì, il ricorso per Cassazione. La Ctr, in particolare, aveva rigettato il ricorso ritenendo che la presentazione dell'istanza di rimborso ai sensi dell'art. 38 presupponesse, sempre, un errore incolpevole del contribuente e che esisterebbe, nel nostro sistema, un principio generale secondo il quale, in caso di dichiarazione compiuta nell'ambito di un comportamento illecito (nel caso di specie erano stati esposti ricavi fittizi), la parte sia tenuta al pagamento delle imposte anche in assenza di base imponibile. Secondo la Corte territoriale, poi, l'istanza di rimborso non poteva sostituire l'omessa dichiarazione integrativa, peraltro in specie non praticabile attesa la sua natura di dichiarazione di volontà. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE Per converso, gli Ermellini ribadiscono la centralità della fase del rimborso nell'attuazione del tributo quale presidio di imposizione conforme a capacità contributiva. L'art. 38, prevedendo la possibilità di presentare istanza di rimborso anche nel caso di “inesistenza totale o parziale dell'obbligo di versamento”, può essere attivato in tutte le ipotesi di ripetibilità del versamento indebito, anche quanto l'inesistenza dell'obbligo fiscale è ab origine. Nel comparto delle imposte dirette, poi, non esiste un omologo del “principio di cartolarità” valido ai fini Iva il quale impone di versare anche l'imposta fittiziamente fatturata. In secondo luogo, l'istanza di rimborso non è preclusa dall'omessa dichiarazione integrativa, non sussistendo alcuna interferenza tra l'autonoma facoltà di emendare gli errori mediante dichiarazione e la presentazione dell'istanza stessa. Si tratta, infatti, di due opzioni concorrenti e non alternative che l'ordinamento offre all'interessato a seconda che egli si attivi nel campo dell'accertamento o in quello della riscossione.

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Imposte non dovute: rimborso anche senza dichiarazione integrativa

Il contribuente che in dichiarazione abbia assoggettato propri redditi a imposta che ritiene non dovuta e provveduto al relativo versamento, in via di autotassazione, può chiederne il rimborso nel termine previsto dall’articolo 38 del Dpr 602/1973

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