Dal 2024 aliquote IMU da rivedere. È la conseguenza dell'entrata in vigore del decreto 7 luglio 2023 del Ministero delle economia e delle finanze, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 172/2023 e attuativo dell'art. 1, comma 756, della L. 160/2019, che individua le fattispecie in base alle quali i Comuni possono diversificare le aliquote dell'imposta. Uno dei maggiori problemi legati alla gestione dell'IMU (e prima ancora dell'ICI) per contribuenti e professionisti è sempre stato rappresentato dall'eccessiva differenziazione del prelievo, che in mancanza di regole unitarie precise si è mossa su binari differenti per ciascun ente, dando vita ad una “giungla” di decine di migliaia di aliquote legate alle più differenti fattispecie e costringendo quindi gli operatori a reperire ed analizzare un numero enorme di provvedimenti, tutti con struttura e contenuti diversi e spesso oggetto di modifica nel corso degli anni. Per ovviare, la legge di Bilancio 2020 (L. 160/2019) ha previsto che, a decorrere dall'anno 2021, i Comuni, in deroga all'arti. 52 del dlgs 446/1997, possano diversificare le aliquote IMU esclusivamente con riferimento alle fattispecie individuate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. Dopo una lunga gestazione, il provvedimento ha finalmente completato il suo iter, anche se le relative disposizioni (come specificato dall'art. 7) si applicheranno solo a partire dall'anno di imposta 2024. Ciascun comune ha due opzioni: 1) se intende esercitare la relativa facoltà, deve, in ogni caso, effettuare la diversificazione delle aliquote nel rispetto delle fattispecie e delle relative declinazioni, oltre che dei criteri generali di ragionevolezza, adeguatezza, proporzionalità e non discriminazione. In tal caso, occorre elaborare e trasmettere al Dipartimento delle finanze il prospetto con le fattispecie di interesse selezionate, tramite l'applicazione informatica disponibile nell'apposita sezione del portale del federalismo fiscale; 2) se non intende diversificare le aliquote, deve comunque redigere la delibera di approvazione accedendo all'applicazione disponibile nel Portale del federalismo fiscale che consente, previa selezione delle fattispecie di interesse del Comune tra quelle individuate con il decreto, di elaborare il prospetto delle aliquote che forma parte integrante della delibera stessa. In altri termini, l'applicazione informatica deve essere utilizzata anche se il Comune non intende diversificare le aliquote. Le aliquote stabilite dai Comuni nel prospetto hanno effetto per l'anno di riferimento, a condizione che il prospetto medesimo sia pubblicato sul sito internet del Dipartimento delle finanze entro il 28 ottobre dello stesso anno. Ai fini della pubblicazione, il Comune è tenuto a inserire il prospetto, entro il termine perentorio del 14 ottobre dello stesso anno, nell'apposita sezione del portale del federalismo fiscale. In caso di mancata pubblicazione entro il 28 ottobre, si applicano le aliquote vigenti nell'anno precedente. Ma attenzione, questo solo a regime. Per il primo anno di applicazione, la mancata pubblicazione del prospetto rende applicabili le aliquote base. Il decreto rappresenta quindi una novità rilevante, che impatterà in modo significativo sull'operatività dei Comuni, chiamati ad una attenta verifica complessiva del proprio sistema di aliquote e dell'impatto della sua revisione in termini di gettito.