Inps, ancora in calo il numero di artigiani e commercianti. Colf e badanti sempre più italiane

Nel lavoro domestico le donne sono l’88%, diminuiscono gli stranieri

Inps, ancora in calo il numero di artigiani e commercianti. Colf e badanti sempre più italianeSono sempre di meno gli artigiani e i commercianti iscritti all’Inps: i dati relativi al 2018 mostrano infatti un andamento in calo, più marcato per gli artigiani e meno accentuato per i commercianti. Mentre sul lavoro domestico sono sempre di più le colf, tate e badanti italiane: cala infatti il numero di lavoratori domestici stranieri e sono complessivamente in ribasso, nel 2018, quelli contribuenti all’Inps pari a 859.233.

Gli artigiani
Per gli artigiani, il numero degli iscritti decresce ogni anno di circa un punto percentuale fino al 2011 e di circa due punti percentuali dal 2011 al 2015, mentre tra il 2015 e il 2018 la flessione è per ogni anno di circa un punto e mezzo. In particolare, risultavano iscritti 1.657.591 artigiani, l’1,5% in meno rispetto al 2017 (1.682.942 iscritti) e il 3,1% in meno rispetto al 2016 (1.711.494 iscritti). Relativamente alla ripartizione per qualifica, nell’anno 2018 vi è una marcata prevalenza di titolari che con 1.531.624 iscritti costituiscono il 92,4% del totale. La distribuzione per qualifica si mantiene pressoché costante nel tempo. Se si analizza la distribuzione per sesso, è evidente la prevalenza dei maschi, che nel 2018 costituiscono il 79,1% del totale degli artigiani. I maschi rappresentano l’81% del totale.

Tra gli artigiani, la classe di età tra i 50 e i 59 anni è quella con maggior frequenza, pari al 30,4%, seguita dalla classe 40-49 anni (30,0%), gli ultrasessantenni sono il 16,5% e solo il 5,5% ha meno di 30 anni di età. A livello territoriale nel 2018 più della metà degli artigiani (56,3%) è ubicato nelle regioni del Nord.

I commercianti
Per quanto riguarda i commercianti, nel 2018 sono 2.199.462, con una lieve flessione rispetto al 2017 (-0,7%) e al 2016 (-1,5%). Nel 2018 risultano titolari dell’azienda il 91,3% degli iscritti. Tale percentuale risulta leggermente crescente nel tempo, anche per effetto della leggera diminuzione negli ultimi anni del numero dei collaboratori. Tra i commercianti prevalgono i lavoratori di sesso maschile, che nel 2018 costituiscono il 65% dei lavoratori, percentuale in lieve aumento nel corso del tempo.

Analizzando la serie storica del numero di iscritti dal 2009 ad oggi, si può dedurre che l’andamento dei lavoratori è crescente, se pur di un solo punto percentuale per ciascun anno fino al 2012, rimane pressoché costante dal 2012 al 2015, decresce di quasi un punto percentuale per ciascun anno, tra il 2015 e il 2018. La distribuzione per sesso e qualifica nell’anno 2018 mette in evidenza una sostanziale prevalenza dei maschi tra i titolari con 1.350.720 iscritti (67,3%), mentre a prevalere tra i collaboratori sono le femmine con 111.456 iscritti (58,3%).

Sempre nel 2018 la maggior parte dei commercianti si concentra tra i 40 e i 49 anni di età (28,2%), il 27,9% ha un’età compresa tra i 50 e i 59 anni e il 18,7% ha dai 60 anni in poi. Nel complesso quasi i tre quarti dei commercianti hanno 40 anni o più di età (74,8%) e solo il 7,3% ha meno di 30 anni.

Il lavoro domestico
Per quel che riguarda colf, tate e badanti – si legge in un report dell’Inps – l’88,4% sono donne. La distribuzione territoriale dei lavoratori domestici in base al luogo di lavoro evidenzia che il Nord-Ovest è l’area geografica che, con il 29,7%, presenta il maggior numero di lavoratori, seguita dal Centro con il 28,4%, dal Nord-Est con il 20,0%, dal Sud con il 12,3% e dalle Isole con l’9,6%. La regione che presenta il maggior numero di lavoratori domestici, sia per i maschi che per le femmine, è la Lombardia, con 155.467 lavoratori pari al 18,1%, seguita dal Lazio (14,8%), dall’Emilia Romagna (8,8%) e dalla Toscana (8,7%).

Rispetto al trend decrescente del complesso dei lavoratori domestici, nel triennio 2016-2018 i lavoratori italiani mostrano un andamento decisamente crescente pari a +11,4%. Nell’ultimo anno a livello regionale i lavoratori domestici italiani aumentano in quasi tutte le regioni. Al contrario i lavoratori domestici stranieri nel suddetto triennio diminuiscono del 6,3%, -3,3% nell’ultimo anno con una diminuzione generalizzata in tutte le regioni. Con riferimento ai dati 2018 l’Europa dell’Est continua ad essere la zona geografica da cui proviene la maggior parte dei lavoratori domestici: 362.294, pari al 42,2%.

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