Indicatori di anomalia da neutralizzare per aumentare il voto Isa. Gli operatori del settore in questi giorni stanno cercando di familiarizzare con il nuovo strumento e i calcoli elaborati dal software Isa. Il dato che emerge dalle elaborazioni è che in presenza di indicatori di anomalia il voto finale è destinato a scendere drasticamente. Del resto, quando si verifica l’anomalia, il singolo punteggio specifico offerto da questi indici, è pari a 1 o nel migliore dei casi può arrivare a 5. È dunque chiaro che in un sistema dove l’esito finale è il frutto della media matematica di più indicatori, la presenza di questi indici di anomalia risulta pericolosa in quanto deprime in maniera significativa il voto finale. Per leggere correttamente il voto finale è necessario entrare nel merito dei singoli indicatori. Fra gli indici il più gettonato nelle elaborazioni è sicuramente quello relativo all’incidenza dei costi residuali di gestione; l’indicatore è calcolato come rapporto percentuale tra i costi residuali di gestione (rigo F23 del modello) e quelli totali ed è volto a misurare che le voci di costo relative agli oneri diversi di gestione e alle altre componenti negative siano una plausibile componente residuale di costo. Va detto che questo indicatore non si “aggiusta” adeguando i ricavi in dichiarazione. Al fine di un suo contenimento occorre compilare in maniera certosina i campi “interni” del rigo F23, poiché il sistema dal totale della spesa sottrae dal confronto i campi da 2 a 7 del modello. In secondo luogo si consiglia di evitare fin già dalla contabilità la registrazione di importi rilevanti in conti del tipo “spese varie” o “spese generali” essendo preferibile una più attenta valutazione che faccia affluire tali spese in conti più specifici oggetto di rilevazione nella parte alta del modello (per esempio righi F15, F17, F18 dei dati contabili Isa). Fin qui quello che si può fare. Va segnalato tuttavia che in molti casi pratici la presenza di imposte e tasse deducibili, la cui specifica va inserita nel campo “interno” 9 del rigo F23 non permette la sterilizzazione dell’indicatore. Questo perché tale voce, a differenza degli altri campi “di cui” del rigo F23, non è contemplata fra gli elementi da sottrarre al totale per il calcolo dell’indice. Inutile sottolineare che il dispositivo a nostro modo di vedere non è corretto e va a penalizzare situazioni che niente hanno a che fare con anomalie contabili. In tali casi l’unica cosa che rimane da fare è segnalare la situazione fra le annotazioni poste in calce al modello. Vi sono altre tre casistiche che si verificano con grande frequenza nelle elaborazioni. A questa si aggiunge anche quella riguardante l’indicatore «analisi dell’apporto di lavoro delle figure non dipendenti» che monitora la corretta compilazione dell’apporto di lavoro delle figure non dipendenti. In altre parole il sistema pesa la plausibilità delle percentuali di lavoro prestato (colonna 2 – quadro A – parte bassa) per ciascuna figura di addetto non dipendente. Per evitare l’anomalia occorre non imputare percentuali troppo basse per gli addetti indicati nel quadro A, il cui livello varia a seconda del settore e della natura giuridica dell’impresa di appartenenza. Infine si segnala una problematica specifica nell’Isa AG69U comparto costruzioni. Il dato riferito ai bonifici per ristrutturazione tracciato nelle precalcolate (dati importati) riporta le transazioni del 2017 anziché quelle del 2018. Ergo nei casi in cui dovesse scattare l'indicatore di anomalia legato a questa voce il dato va modificato barrando la relativa casella dei dati importati. Le note aggiuntive possono evitare verifiche in caso di anomalie Note aggiuntive fondamentali negli Isa. È un aspetto che va tenuto in considerazione nella valutazione del punteggio di affidabilità che scaturisce dall’elaborazione dei dati (di periodo e storici) dei contribuenti. L’agenzia delle Entrate e la Sose, nell’ambito dei chiarimenti ufficiali e ufficiosi varati recentemente (il riferimento è alla circolare n. 17/E e alle risposte fornite nel corso dei forum organizzati dai vari enti associativi), hanno più volte evidenziato l’opportunità di specificare nella sezione “note aggiuntive” dei modelli Isa ogni informazione utile per spiegare le criticità che possono scaturire dall’applicazione degli indici al caso concreto. Questa sezione, quindi, dovrebbe realizzare una sorta di “contraddittorio” anticipato (e unilaterale) tra contribuente e Agenzia finalizzato da un lato a prevenire eventuali richieste di chiarimenti e/o verifiche in capo a chi presenta significativi riscontri di anomalia nell’attribuzione del punteggio e, dall’altro, a fornire alle Entrate e alla Sose, quante più informazioni utili in vista della successiva fase di revisione periodica degli Isa. Lo scopo delle note aggiuntive, quindi, è quello di comunicare perché il sistema non è stato in grado cogliere la specificità del caso e ha attribuito un voto particolarmente basso in tema di indici di affidabilità e/o di anomalia. In relazione alle situazioni che caratterizzano la struttura dell’attività esercitata, si potranno segnalare le eventuali condizioni di marginalità economica, il limitato apporto di tempo in relazione al lavoro svolto (stagionalità, pensionati e così via), gli eventuali problemi organizzativi e/o le peculiarità del tipo di attività esercitata non colte dal sistema. Inoltre si potranno indicare i disallineamenti tra le informazioni storiche non modificabili precaricate dall’Agenzia nel cassetto fiscale del contribuente e quelle corrette (è consigliabile comunque indicare anche le eventuali informazioni storiche precaricate errate e modificate volontariamente e il perché). Infine per i contribuenti congrui e coerenti agli Sds lo scorso anno e con indici di affidabilità insufficienti potrebbe essere utile segnalare, a parità di condizioni strutturali, l’innalzamento (ingiustificato) dei ricavi/compensi di riferimento.