L’accertamento annullato alla società non produce effetti automatici su quello del socio

Manca, fra l’accertamento della società di capitali a ristretta base sociale e l’accertamento al socio, un rapporto procedimentale o formale: pertanto l’eventuale annullamento del primo non ha alcun effetto caducatorio automatico nei confronti del secondo. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 736 depositata il 9 gennaio 2024. L’ipotesi è piuttosto frequente: una società di capitali “ristretta” riceve un accertamento su maggiori ricavi non contabilizzati con cui viene determinato un maggior reddito. In base alla presunzione di distribuzione degli utili extracontabili l’Erario accerta un dividendo “nero” in capo al socio, emettendo un primo accertamento a carico della società con la richiesta a titolo di IRES e poi nuovamente a titolo di IRPEF ai soci in ragione della quota ad essi riconducibile. Nel caso di specie il socio e legale rappresentante della società impugnava l’accertamento e, in primo grado, eccepiva in via preliminare il suo difetto di legittimazione poiché si era verificata l’estinzione della società e la sua cancellazione dal Registro delle imprese antecedentemente alla notifica dell’accertamento. Si constata la presenza di un contrasto interpretativo in ordine alla possibilità che la presunzione in parola possa essere applicata in epoca successiva all’estinzione della società (nella giurisprudenza di merito, a favore, C.T. Reg. Ancona 8 marzo 2016 n. 150/3/16, contra, C.T. Reg. Genova 2 luglio 2015 n. 769/3/15). Secondo una parte della giurisprudenza la presunzione vale anche successivamente all’estinzione della società e i soci, in tale contesto, possono essere destinatari di atti processuali (Cass. 3 giugno 2021 n. 15422 e Cass. 30 dicembre 2022 n. 38130). L’assunto si basa sulla circostanza che l’art. 2495 c.c. attribuisca efficacia di pubblicità costitutiva alla cancellazione della società di capitali dal Registro delle imprese. Come evidenziato dalla pronuncia della Cassazione del 22 aprile 2021 n. 10732, oltretutto, per confutare la legittimità dell’accertamento non si può sostenere che, in questa fattispecie, debbano per forza trovare applicazione l’art. 2495 c.c. o l’art. 36 comma 3 del DPR 602/73. Il discorso non cambia dopo l’avvento del quarto comma dell’art. 28 del DLgs. 175/2014: l’Erario può, in sostanza precostituirsi l’accertamento notificandolo alla società estinta ma “ancora in vita” per il quinquennio, per poi ribaltarlo pro quota sui soci applicando la presunzione (Cass. 16 dicembre 2022 n. 36892). La norma, è utile ricordare, posticipa ai fini fiscali e contributivi gli effetti della cancellazione della società dal Registro delle imprese, se richiesta a partire dal 13 dicembre 2014, per i successivi 5 anni. Posto che non è mai stata in dubbio la non retroattività della norma (per tutte, Cass. 24 luglio 2015 n. 15648), nel caso di specie, l’accertamento era stato notificato in data 9 gennaio 2014, dopo l’estinzione della società. La Cassazione in commento si interroga quindi sull’autonomia o meno dell’avviso di accertamento a carico della società, definito “principale”, e di quello a carico del socio, denominato “ulteriore” (nella specie l’annullamento dell’accertamento in capo alla società era dovuto al fatto che la stessa era stata cancellata dal Registro delle imprese, quindi tale annullamento non aveva escluso la sussistenza del maggior reddito, come precisato nel principio di diritto). La pronuncia rileva come, fra i due accertamenti, manchi ogni rapporto procedimentale e formale tale per cui l’accertamento nei confronti del socio trovi causa e sia condizionato da quello della società. Ciò che rileva, proseguono i giudici, è tuttalpiù la verifica del maggior reddito: il reddito è in un primo momento ascrivibile alla società, poi, a seguito dell’emissione della proposta di recupero ai danni del socio, è determinabile “incidenter tantum” in quanto reddito di partecipazione. In applicazione di ciò, dunque, l’eventuale annullamento che abbia colpito l’avviso notificato alla società, non comporta un automatico effetto caducatorio di quello notificato al socio il cui reddito resta soggetto ad accertamento giudiziale.

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Tra i due accertamenti manca un rapporto procedimentale e formale

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