Legge di Bilancio 2023 e decreto Milleproroghe: le misure a favore di imprese e professionisti

La Fondazione Accademia di Ragioneria ha pubblicato la nota operativa n. 2/2023 avente ad oggetto: Le misure previste dalla Legge di Bilancio 2023 e dal Decreto “Milleproroghe” a favore di imprese, professionisti e persone fisiche. La nota evidenzia come il Governo, a seguito dell’impatto negativo della pandemia Covid-19 e della guerra in Ucraina sulla nostra economia, sia dovuto intervenire con misure atte ad agevolare le imprese, le libere professioni e le persone fisiche. Le misure agevolative sono state previste dalla Legge n. 197/2022 “Legge di Bilancio 2023”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 29 dicembre e dal decreto-legge n. 198/2022 c.d. “Milleproroghe”. Alcuni dei principali provvedimenti emessi risultano i seguenti: - la rottamazione e le altre sanatorie; - lo stralcio delle cartelle fino a 1000 euro; - la sanatoria delle liti tributarie pendenti; - le regolarizzazioni di irregolarità formali e degli omessi versamenti da atti di accertamento; - la definizione agevolata per gli atti del procedimento di accertamento; - la sanatoria delle cripto-valute; - il ravvedimento delle dichiarazioni e rateizzazioni delle tasse per le società sportive; - la regolarizzazione degli utili detenuti nei paradisi fiscali; - la proroga per investimenti in beni strumentali nuovi; - le misure a favore del lavoro dipendente; - il 5 per mille a favore delle onlus. La Nota operativa analizza nel dettaglio alcune delle misure attuate e altre disposizioni utili per una migliore gestione delle imprese. Secondo la Fondazione, le misure predisposte dal Governo con la Legge di Bilancio 2023 e dal decreto Milleproroghe sono da apprezzare, ma è necessario che si intervenga al più presto per riformare il sistema fiscale, da tempo obsoleto, in modo da contribuire a: - ricreare la crescita economica del nostro Paese; - essere concorrente con quella degli altri paesi europei; - creare un buon rapporto tra fisco e contribuente, indispensabile per il suo funzionamento. La riforma del sistema fiscale, per essere efficace, deve articolarsi sui seguenti capisaldi: 1) semplificazione delle norme e rivisitazione del calendario fiscale; 2) neutralità; 3) garanzia per il contribuente. Il Testo Unico delle Imposte sui redditi risale al 1986 e, benché nel corso degli anni ha subito molte modifiche, non è più conforme alla situazione dell’attuale contesto economico. Ciò comporta un difficile rapporto tra i professionisti che assistono le imprese e le persone fisiche con l’amministrazione finanziaria, con notevole aumento del contenzioso tributario. Pertanto, è necessario che il Governo intervenga al più presto per attuare: - la riforma dello statuto del contribuente, - la riforma del processo tributario, - la riforma della giustizia tributaria. Flat Tax Tra le misure previste nella Legge di Bilancio vi è quella delle modifiche alla normativa riguardante la Flat Tax. In particolare viene analizzata la Flat Tax incrementale che è una forma di tassazione che si applica solo all’aumento del reddito registrato nel corso degli anni. Quindi è una tassazione ridotta che permette alle persone fisiche, titolari di reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo che non applicano il regime forfetario (legge 190/2014), quando faranno la dichiarazione dei redditi del 2023, di pagare le imposte con un’aliquota fissa del 15% sull’incremento dei propri ricavi rispetto agli anni precedenti. In particolare, la detta disposizione permette ai soggetti con partita IVA di pagare un’imposta ridotta del 15% sulla differenza tra il loro reddito nel 2023 e quello più alto avuto tra il 2020 e il 2022, cioè nei tre anni precedenti. la Flat Tax incrementale si può applicare solo agli incrementi di reddito derivanti dai ricavi in più rispetto ai tre anni precedenti, fino a un massimo di 40.000 euro di incremento. In sostanza il reddito sarà suddiviso in due parti: - una quota pari alla differenza tra il reddito del 2023 e quello più alto realizzato tra il 2020 e il 2022 rivalutato del 5%, che beneficerà dell’imposta sostitutiva del 15% fino ad un massimo di 40.000 euro; - la quota residua resterà assoggettata a IRPEF e relative addizionali, seguendo la disciplina della tassazione ordinaria. La nuova forma di tassazione degli extra redditi, si applicherà dunque solo per l'anno 2023 rimandando al modello Redditi 2024 PF sia le scelte di convenienza che i relativi calcoli. Regime forfetario Il regime, chiamato anche “tassa piatta”, permette alle persone fisiche, esercenti attività d’impresa o arti e professioni possessori di partite IVA, di applicare un’aliquota unica del 15%, al posto delle cinque aliquote IRPEF e dei cinque scaglioni di reddito, sull’imponibile con soglia di ricavi e compensi di 85.000 euro (art. 54 della Legge di Bilancio 2023). La novità nel 2023 è l’aumento della soglia minima che passa quindi dai 65.000 agli 85.000 euro. Per determinare il reddito imponibile cui applicare l’aliquota del 15% o 5% non assumono alcuna rilevanza le spese sostenute nel periodo, siano esse inerenti o non inerenti all’attività svolta dal contribuente. Possono essere portati in deduzione dal reddito tassabile solo i contributi previdenziali versati in ottemperanza a disposizione di legge. I soggetti già in regime forfetario nel 2022 resteranno tali anche nel 2023, a patto di non aver conseguito ricavi o compensi di importo superiore di 85.000 euro. La nuova normativa inoltre prevede che chi avrà compensi o ricavi superiori a 100.000 euro dovrà immediatamente uscire dal regime forfetario, senza aspettare l’anno successivo e conseguentemente sarà dovuta l’Iva a partire dalle operazioni effettuate che comportano il superamento del predetto limite. Quindi, in sintesi possono verificarsi tre casi: 1) ricavi/compensi fino a 85.000 euro permetteranno di usufruire del regime forfetario anche nell’anno successivo; 2) ricavi/compensi compresi tra 85.000 e 100.000 euro consentiranno di mantenere il regime forfetario per l’anno corrente, ma ne causeranno l’uscita nell’anno successivo; 3) ricavi/compensi superiori a 100.000 euro determineranno l’uscita immediata dal regime forfetario e l’applicazione del regime IRPEF. Sospensione degli ammortamenti Per arginare la forte contrazione dei ricavi delle imprese italiane, derivanti dalla pandemia Covid-19 e dalla guerra in Ucraina, il legislatore è intervenuto più volte a favore delle imprese, dando la possibilità alle stesse di sospendere gli ammortamenti annuali dei beni materiali e immateriali, e sterilizzare le perdite di esercizio al fine di salvaguardarne i bilanci, permettendone la chiusura anche con consistenti perdite mediante il rinvio con la capitalizzazione. In particolare, il legislatore con il D.L. Milleproroghe ha esteso la possibilità di sospendere, in tutto o in parte, gli ammortamenti dei beni materiali e immateriali nei bilanci delle imprese anche per immobilizzazioni acquistate nel corso dell’esercizio 2023, inoltre ha esteso l’applicabilità della norma anche alle microimprese. Sanatorie e chiusura delle liti fiscali pendenti Il provvedimento riguardante le sanatorie e la chiusura delle liti fiscali pendenti prevista dalla Legge di Bilancio 2023 è una delle misure di sostegno ai contribuenti che dà agli stessi la possibilità di mettere in regola la propria posizione nei confronti del Fisco usufruendo di un regime di favore. La casistica in cui è possibile il ravvedimento riguarda il rapporto dei contribuenti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, delle Dogane e dei Monopoli. In particolare, la relazione illustrativa (e le schede di lettura) dell’Amministrazione specifica che la definizione riguarda “Atti impositivi (avvisi di accertamento, provvedimenti di irrogazioni delle sanzioni e ogni altro atto di imposizione)”. Con la suddetta Legge di Bilancio sono state previste molte misure fiscali a sostegno dei contribuenti, alcune delle quali sono già state utilizzate in passato quali: - la rottamazione dei ruoli, - lo stralcio dei carichi di importo ridotto - la chiusura delle liti tributarie. La novità è che per fare la pace con il Fisco è possibile definire, con modalità agevolate, anche le somme dovute a seguito di controllo automatizzato (c.d. avvisi bonari), per i quali il termine di pagamento relativo agli anni 2019, 2020 e 2021, non sia ancora scaduto alla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio (1° gennaio 2023), ovvero, che gli avvisi siano stati recapitati successivamente a tale data. In data 13 gennaio 2023, l’Agenzia delle Entrate con Circolare n. 1/E ha chiarito le modalità di definizione agevolata delle somme dovute a seguito di controllo automatizzato delle dichiarazioni, disciplinato dagli articoli 36-bis del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 e 54-bis del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633. La misura agevolativa, introdotta dalla Legge di Bilancio 2023, si applica alle comunicazioni che riguardano le dichiarazioni relative agli anni 2019, 2020, 2021. Con la definizione agevolata, le imposte, i contributi previdenziali, gli interessi e le somme aggiuntive sono dovuti per intero, mentre le sanzioni sono ricalcolate nella misura del 3% delle imposte non versate o versate in ritardo. In particolare, la Circolare precisa che rientrano nel perimetro dell’agevolazione le comunicazioni per le quali il termine di pagamento non è ancora scaduto alla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio 2023 (1° gennaio 2023), ossia le comunicazioni già recapitate per le quali, alla stessa data, non è ancora scaduto il termine di 30 giorni (90 giorni in caso di avviso telematico) per il pagamento delle somme dovute o della prima rata e le comunicazioni recapitate dopo il 1° gennaio 2023. La Circolare, inoltre, precisa che la definizione si applica anche nelle ipotesi di lieve inadempimento previste dall’articolo 15-ter del D.P.R. 602/1973. Le ipotesi di lieve inadempimento sono: - ritardo non superiore a sette giorni nel versamento delle somme dovute o della prima rata; - insufficiente versamento, per una frazione non superiore al 3 per cento e, in ogni caso, a 10.000 euro nel versamento delle somme dovute o di una rata; - tardivo versamento di una rata diversa dalla prima entro il termine di versamento della rata successiva. Rottamazione delle cartelle e modalità di adesione all’agevolazione Con Legge di Bilancio 2023 viene disposto l’annullamento automatico, o stralcio, dei debiti tributari fino a 1.000 euro, comprensivo di capitale, interessi e sanzioni risultanti dai singoli carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. La data rilevante per l’annullamento automatico è fissata al 31 marzo 2023, però è prevista una disciplina differenziata per i carichi affidati agli agenti della riscossione da enti diversi dalle: a) Amministrazioni statali; b) Agenzie fiscali; c) Enti pubblici previdenziali. Per i carichi affidati a enti diversi da quelli sopra evidenziati, l’annullamento automatico opera limitatamente alle somme dovute a titolo di interessi per ritardata iscrizione a ruolo, di sanzioni e di interessi di mora, ma non opera per quanto dovuto a titolo di capitale e a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notificazione della cartella di pagamento. Sino alla data del 31 marzo 2023, data a partire dalla quale si procederà con lo stralcio, rimarrà sospesa la riscossione dei debiti e non si applicheranno gli interessi di mora. Coloro che si vogliono avvalere della Rottamazione-quater dovranno presentare la domanda di adesione entro il 30 aprile 2023 con procedura online. Difatti, l’Agenzia delle Entrate ha reso note le modalità telematiche e le FAQ per presentare la domanda di adesione alla nuova sanatoria. Basterà collegarsi al sito dell’Agenzia Entrate Riscossione nella sezione dedicata alla “Definizione agevolata” dell'area pubblica e, senza la necessità di credenziali di accesso, si potrà compilare il modulo di richiesta, inserendo i numeri identificativi di cartelle/avvisi che si intende ricomprendere nella definizione agevolata, indicando sia il numero delle rate (fino a un massimo di 18) in cui si intende pagare e sia il domicilio a cui si chiede di far arrivare la successiva comunicazione dell’Agenzia con il piano dei versamenti. Comunque bisognerà allegare un documento di riconoscimento e indicare un indirizzo e-mail, a cui arriverà una prima mail con link da convalidare nelle successive 72 ore. Per chi non procede alla convalida entro tale termine, il link non sarà più valido e la domanda sarà automaticamente annullata. Contabilità semplificata e ordinaria La Legge di Bilancio 2023, con il comma 276, ha modificato le soglie di tenuta della contabilità semplificata di cui all’articolo 18 del decreto 600/1973, stabilendo che se ne possono avvalere le imprese che: - hanno ricavi non superiori a 500.000 euro per le prestazioni di servizi; - hanno ricavi non superiori a 800.000 euro per le altre attività. Le precedenti soglie erano rispettivamente 400.000 euro e 700.000 euro.

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