Locazioni a canone concordato con aliquota IMU-TASI ridotta

Le aliquote IMU e TASI deliberate dai singoli Comuni sono ridotte del 25%, a partire dall’anno 2016, se l’immobile abitativo è locato con un contratto a “canone concordato” ai sensi della L. 9 dicembre 1998 n. 431. L’agevolazione si applica innanzitutto ai contratti di locazione a canone concordato di cui all’art. 2 comma 3 della L. 431/98. Si tratta di quei contratti finalizzati a soddisfare le esigenze abitative durature del conduttore redatti in conformità alle pattuizioni e alla forma previste negli accordi territoriali conclusi tra le associazioni rappresentative delle categorie della proprietà edilizia e dei conduttori. La durata minima non può essere inferiore a tre anni con una proroga minima di ulteriori due anni ove le parti non concordino sul rinnovo del contratto e il canone non può essere superiore ai valori prefissati negli accordi stessi. L’agevolazione si estende anche ai contratti di locazione di natura transitoria di cui all’art. 5 comma 1 della L. 431/98 e a quelli per soddisfare le esigenze abitative degli studenti universitari di cui all’art. 5 comma 2 della L. 431/98. I primi servono per soddisfare le esigenze abitative transitorie di carattere oggettivo del locatore oppure del conduttore e anche in questo caso devono rispettare le pattuizioni e la forma previste negli accordi territoriali conclusi tra le associazioni rappresentative delle categorie della proprietà edilizia e dei conduttori. La durata non può essere inferiore a un mese e superiore a diciotto e il canone non deve essere superiore ai valori prefissati negli accordi territoriali. I secondi possono essere stipulati esclusivamente con studenti universitari fuori sede i quali devono risiedere in un Comune diverso da quello in cui si svolge il corso di laurea. Analogamente alle altre tipologie contrattuali occorre che siano rispettate le pattuizioni e la forma previste negli accordi territoriali conclusi tra le associazioni rappresentative delle categorie della proprietà edilizia e dei conduttori. La durata non può essere inferiore a sei mesi e superiore a tre anni e il canone non deve essere superiore ai valori prefissati negli accordi territoriali. Oltre alla riduzione “statale” i Comuni possono prevedere aliquote più favorevoli per i proprietari che concedono in locazione a canone concordato e a titolo di abitazione principale immobili alle condizioni definite negli accordi locali. Gli accordi territoriali sono stati stipulati sulla base delle convenzioni nazionali. Alla prima convenzione, datata 8 febbraio 1999, è seguito il decreto interministeriale Infrastrutture e trasporti-Economia e finanze del 30 dicembre 2002, di individuazione dei criteri per la definizione degli importi dei canoni e delle bozze da utilizzare. Inoltre nel testo si precisava che l’assistenza delle organizzazioni di categoria alla stipula dei contratti era meramente facoltativa e la loro assenza non avrebbe invalidato il contratto. Successivamente, il 15 marzo 2017, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il DM 16 gennaio 2017 emanato in base alla nuova Convenzione nazionale datata 25 ottobre 2016, prevedendo una diversa disciplina relativa all’attestazione dei requisiti dei contratti concordati. Infatti, per tali contratti, è stata prevista l’assistenza, nella definizione del canone, delle rispettive organizzazioni della proprietà edilizia e dei conduttori e, in alternativa, l’attestazione, da parte di un’organizzazione firmataria dell’accordo, della rispondenza del contenuto economico e normativo del contratto all’accordo stesso, escludendo la possibilità di autocertificazione dei requisiti. Tale attestazione, come indicato nella ris. n. 31/2018 dell’Agenzia delle Entrate, costituisce elemento necessario ai fini del riconoscimento delle agevolazioni fiscali e quindi si estende anche ai fini IMU e TASI. Il medesimo documento afferma che l’attestazione non risulta necessaria, ai fini della applicazione dell’aliquota agevolata, per i contratti di locazione stipulati in Comuni che non abbiano adeguato i propri accordi territoriali alle disposizioni del DM 16 gennaio 2017 oppure per i contratti stipulati antecedentemente all’adeguamento degli accordi territoriali anche se oggetto di successive proroghe. Aliquota TASI ridotta per locatore e conduttore La riduzione dell’aliquota si applica anche alla TASI con l’avvertenza che potranno usufruirne sia il locatore che il conduttore tenendo presente che, ove il conduttore abbia destinato l’immobile ad abitazione principale, questi non sarà assoggettato al tributo. In ultimo si segnala che, in base alle modifiche apportate dal DL n. 34/2019, a partire dall’anno 2019 non occorre più presentare, per poter usufruire della riduzione del 25% dell’aliquota, la dichiarazione o comunicazione per attestare la locazione a canone concordato. Tale adempimento risulta tuttavia necessario, nei termini indicati dai singoli Comuni, per poter usufruire delle ulteriori aliquote ridotte eventualmente deliberate.

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Locazioni a canone concordato con aliquota IMU-TASI ridotta

La riduzione del 25% dell’aliquota IMU e TASI per canoni concordati è subordinata, in alcuni casi, all’attestazione di corrispondenza del contratto

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