Locazioni, leasing e noleggi a “breve termine” di imbarcazioni da diporto: in arrivo la norma antielusiva

Il Ddl di bilancio 2020 approvato dal Senato e trasmesso alla Camera prevede una norma antielusiva relativa al luogo di tassazione ai fini IVA di locazioni, leasing e noleggi a “breve termine” di imbarcazioni da diporto. La nuova disposizione è riferita alla territorialità IVA delle prestazioni di servizi di cui all’art. 7-quater lett. e) del DPR 633/72, ossia la locazione, il leasing, il noleggio e simili, a breve termine di mezzi di trasporto. Viene, quindi, stabilito che le suddette operazioni si considerino effettuate al di fuori dell’Unione europea “qualora attraverso adeguati mezzi di prova sia dimostrata l’effettiva utilizzazione e l’effettiva fruizione del servizio al di fuori della Unione europea”. La disciplina sarà efficace per le operazioni decorrenti dal 1° aprile 2020 e richiederà un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate per individuare le modalità e i mezzi che dimostrino l’effettivo utilizzo dell’imbarcazione al di fuori dell’Ue. In merito alla territorialità IVA delle prestazioni di locazione, leasing, noleggio e simili, occorre tuttavia rammentare che, a norma dell’art. 7-quater comma 1 lett. e) del DPR 633/72, dette prestazioni si intendono effettuate in Italia allorché: - i mezzi di trasporto sono messi a disposizione del destinatario nel territorio dello Stato e le prestazioni sono utilizzate all’interno del territorio dell’Ue; - i mezzi di trasporto sono messi a disposizione del destinatario al di fuori del territorio dell’Ue e sono utilizzati nel territorio dello Stato. In ragione della norma appena richiamata è, dunque, determinante comprendere se i mezzi di trasporto (nella specie, le imbarcazioni) siano utilizzati o meno nell’Unione europea. Solamente in assenza di quest’ultima condizione (l’utilizzo nel territorio dell’Ue) è possibile far valere l’irrilevanza delle operazioni ai fini IVA in Italia. Il suddetto criterio di territorialità, peraltro, vale a prescindere dalla circostanza che il committente sia un soggetto passivo IVA oppure un “privato”. Nel quadro normativo descritto è intervenuta la prassi amministrativa (circ. Agenzia delle Entrate nn. 49/2002, 38/2009, 37/2011, 43/2011), la quale, in assenza di elementi certi che attestino l’effettivo utilizzo di un’imbarcazione nelle acque territoriali della Ue, ha fissato percentuali forfetarie ai fini dell’assoggettamento a IVA dell’operazione. Dette percentuali sono determinate in base alla propulsione del natante (vela oppure motore) e in base alla lunghezza del medesimo. In sostanza, l’Agenzia delle Entrate ha ammesso, con la propria prassi in materia, che l’imbarcazione potesse essere utilizzata “promiscuamente” in acque internazionali e in acque interne, assoggettando a IVA la percentuale forfetaria corrispondente allo stimato utilizzo del mezzo. Procedura di infrazione contro l’Italia Peraltro, in materia è pendente l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Nella richiesta di informazioni allo Stato italiano, la Commissione ha evidenziato che, sebbene l’attuale normativa in materia di IVA permetta agli Stati membri di non tassare alcune prestazioni di servizi (noleggi, locazioni, leasing) quando l’utilizzazione e la fruizione effettive hanno luogo al di fuori dell’Unione, non è ammissibile una riduzione forfetaria generale esclusivamente sulla base di presunzioni. In buona sostanza, nel caso di leasing di unità da diporto, non si potrà tralasciare del tutto la concreta verifica del luogo di reale impiego del bene dando per scontato che quanto più è grande un’imbarcazione, tanto meno è probabile che essa sia utilizzata nelle acque dell’Ue.

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La nuova disposizione è riferita alla territorialità IVA delle prestazioni di servizi di cui all’art. 7-quater lett. e) del DPR 633/72, ossia la locazione, il leasing, il noleggio e simili, a breve termine di mezzi di trasporto

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