Nel Governo scoppia la partita per il taglio dell’IVA

M5S spinge per la riduzione, ma il Tesoro predica prudenza, per Pd e Iv la misura è troppo costosa e non incide. Per Confindustria non serve: "Se vogliono farlo, trovino fondi tagliando il reddito di cittadinanza". Consumi -30% a maggio, Confcommercio chiede certezze

Al momento è solo un’ipotesi allo studio, ma è bastato a Giuseppe Conte lanciare la proposta di ridurre l’Iva, una mossa a tempo per rilanciare i consumi, per scatenare una prima reazione a catena. Molti i contrari, tra le imprese, ma anche dentro la maggioranza, e perfino il Tesoro avrebbe sollevato perplessità per una misura che è molto costosa e contraria alla “massima” europea di spostare la tassazione dalle persone alle cose.

L’Italia guarda a quanto fatto dalla Germania, che nel maxi piano da 130 miliardi lanciato dalla cancelliera Angela Merkel per far fronte alla crisi, ha previsto la riduzione dell’Iva (dal 19 al 16%) per sei mesi. L’Iva, imposta sul valore aggiunto, ha oggi un’aliquota ordinaria del 22%, ma su alcuni beni ci sono aliquote al 4% e al 10%.

Dal Tesoro trapela scetticismo e prudenza per una misura che per un Paese con i conti in ordine come la Germania è un’opzione, ma diventa molto più complessa per chi ha il debito che veleggia verso il 150% del Pil. Per questo Roberto Gualtieri vuole attendere prima l’assestamento di bilancio di fine mese. Già nei giorni scorsi, però, al Festival dell’Economia di Trento, il ministro aveva detto che abbassare l’Iva “è una misura molto costosa” che va valutata attentamente.

Una prima stima, a seconda delle dimensioni del provvedimento, quota la misura tra i 4 e i 10 miliardi di euro. Un’ipotesi è anche collegare la riduzione al pagamento con le carte, proprio per dare slancio al piano “cashless” del Governo.

Chi spinge per una riduzione dell’Iva è M5S, che con Vito Crimi ha messo la firma sotto gli annunci del premier Conte, al termine degli Stati Generali di Villa Pamphili.

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli giudica positiva “l’ipotesi del Governo di sostenere consumi e domanda interna attraverso misure di riduzione dell’Iva, sarebbe – spiega – un segnale importante di fiducia che abbiamo sempre auspicato”. Ma sottolinea: “Che non sia, però, una misura eccessivamente provvisoria. Consumatori e imprese hanno bisogno di certezze per programmare e realizzare scelte di acquisto e di investimento indispensabili per rilanciare l’economia”. D’altra parte Confcommercio riporta dati sui consumi in forte depressione: a maggio, nonostante l’allentamento delle misure per il contenimento della pandemia e la graduale ripresa delle attività con la fase due, la domanda delle famiglie ha stentato a trovare la strada del recupero. Nel confronto annuo l’indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc) segnala un calo del 29,4%, un dato meno negativo se confrontato con il -47% di aprile ma che conferma “grandi difficoltà” soprattutto per i servizi legati alla fruizione del tempo libero. Tra i settori più colpiti, infatti, tempo libero (-92%), alberghi, bar e ristoranti (-66%) e abbigliamento (-55%). Molte imprese rischiano la chiusura, è ora di passare dagli annunci alla concretezza dei risultati, sottolinea Sangalli.

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