Il Decreto del Ministero dell'Interno del 29 febbraio 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.79 del 4-4-2024, stabilisce le regole per l'ingresso e il soggiorno in Italia dei nomadi digitali e dei lavoratori da remoto altamente qualificati non appartenenti all'UE. Requisiti Per quanto riguarda i requisiti richiesti, è necessario che i lavoratori dispongano di un reddito minimo annuo, di un'assicurazione sanitaria valida, di una sistemazione adeguata e di un'esperienza lavorativa pregressa. Devono inoltre presentare un contratto di lavoro o un'offerta vincolante. Permesso di soggiorno Il permesso di soggiorno, rilasciato dalla questura competente, è valido per un anno e può essere rinnovato se permangono le condizioni che ne hanno consentito il rilascio. Il permesso può essere revocato se vengono meno i requisiti o se il datore di lavoro risulta essere stato condannato per determinati reati negli ultimi cinque anni. Il Decreto prevede la possibilità di ricongiungimento familiare per questi lavoratori. La questura comunica il rilascio del permesso di soggiorno all'ispettorato territoriale del lavoro, alle sedi territoriali dell'Istituto nazionale di previdenza sociale e dell'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro per le verifiche di competenza. Normativa applicabile Per i lavoratori stranieri, si applicano le disposizioni delle convenzioni bilaterali in materia di sicurezza sociale tra l'Italia e il Paese di origine del lavoratore. In assenza di tali convenzioni, si applica la legislazione italiana. Codice fiscale e partita Iva Ai lavoratori da remoto non appartenenti all'UE viene assegnato un codice fiscale dalla questura al momento del rilascio del permesso di soggiorno. I nomadi digitali devono anche richiedere un numero di partita IVA, ai sensi dell'art. 35 del Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 (concernente le dichiarazioni di inizio, variazione e cessazione attività d'impresa). Il rilascio del permesso di soggiorno viene comunicato all'Agenzia delle entrate. Se vengono accertate violazioni delle disposizioni fiscali, l'Agenzia delle entrate ne dà comunicazione alla questura che ha rilasciato il permesso di soggiorno.