Non sempre vincolante il principio di diritto della Cassazione

Il principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione non vincola il giudice di rinvio se sopraggiungono successive pronunce della Corte di giustizia europea confliggenti, con efficacia immediata quale jus superveniens. È quanto emerso dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 14624 del 25 maggio 2023. Bocciata l'eccezione di inammissibilità sollevata dal pubblico ministero, fondata sull'assunto che la ricorrente chiederebbe al giudice di legittimità di affermare un principio di diritto incompatibile con quello statuito con l'ordinanza di cassazione con rinvio. Infatti, sebbene l'ordinanza di rinvio segnava i limiti entro i quali avrebbe dovuto muoversi il giudizio di rinvio, esprimendo una regola di giudizio vincolante, ai sensi dell'art. 384 comma secondo, c.p.c., tale efficacia non può essere invocata a fronte di una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea che dichiari l'incompatibilità di una norma interna con i Trattati Ue o con norme di diritto comunitario derivato. Dunque, neppure il principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione ex art. 384 c.p.c. vincola il giudice di rinvio laddove sopraggiungano successive pronunce della Corte di giustizia europea confliggenti, con efficacia immediata quale jus superveniens. Pertanto, nel caso in esame relativo al regime fiscale applicabile alle società madri e figlie residenti in diversi Stati membri dell'Ue, in applicazione del diritto eurounitario come interpretato alla luce delle pronunce della Corte di giustizia Ue, in tema di imposte sui dividendi azionari corrisposti da una società figlia, residente in Italia, ad una società madre, residente nel Regno Unito, l'esenzione integrale da imposta sui dividendi riconosciuta in Italia ai sensi dell'art. 27-bis del Dpr 600/1973, che ha attuato la direttiva madre-figlia n. 453/1990/CE, non elimina necessariamente il rischio di doppia imposizione economica né di violazione del principio di neutralità fiscale. La Suprema corte ha così cassato la sentenza impugnata e deciso nel merito con l'accoglimento del ricorso della società contribuente, rilevandosi che il regime di tassazione dei dividendi di fonte estera adottato nel Regno Unito in relazione ai periodi d'imposta d'interesse imponeva, senza possibilità di deroga, l'integrale assoggettamento dell'ammontare lordo dei dividendi di fonte estera alla “corporate tax” inglese del soggetto percettore.

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Non sempre vincolante il principio di diritto della Cassazione

Neppure il principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione vincola il giudice di rinvio laddove sopraggiungano successive pronunce della Corte di giustizia europea confliggenti

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