Protezione dei consumatori, in arrivo nuove tutele

Più trasparenza nel commercio elettronico: sull’identità del professionista/venditore, sui risultati delle ricerche on line (le quali possono essere annunci pubblicitari camuffati), sulle recensioni di prodotti e servizi (per evitare commenti subornati), sulla modalità di personalizzazione del prezzo usando algoritmi. Questi, ed altri, i temi di cui si occupa il decreto legislativo di recepimento della direttiva Ue n. 2019/2161 approvato dal Consiglio dei ministri del 23 febbraio 2022. Quali sono le novità più importanti che modificano il codice del consumo, anche in tema di mercato analogico? Il provvedimento contiene novità assolute anche per il mercato analogico come quelle in tema di comunicazione dei saldi (anche qui all’insegna della completa chiarezza si deve mettere il consumatore di fare i confronti tra prima e dopo la svendita) e di disciplina del recesso (con un allungamento, in alcuni casi, a 30 giorni del periodo concesso per ripensarci). Peraltro, digitale o analogico che sia l’ambiente di riferimento, sono tutte modifiche al Codice del consumo (D.Lgs. n. 206/2005), che prendono atto che il mercato è soprattutto un mercato piazzato sulla rete elettronica, in cui i beni molto spesso si pagano con i dati, che svecchiano il vocabolario e che aggiornano il sistema delle garanzie per la parte debole (dalle informazioni precontrattuali all’assistenza post-vendita). Vediamo, dunque, una panoramica delle novità, come descritte nello schema di decreto legislativo reso finora noto. Cosa devono indicare i saldi La novella prevede che ogni annuncio di riduzione di prezzo debba indicare il prezzo precedentemente applicato e, di norma, per prezzo precedente si intende il prezzo più basso applicato dal professionista alla generalità dei consumatori nei trenta giorni precedenti (ovvero il termine minimo indicato dalla direttiva). Avvalendosi di una facoltà data dalla direttiva, si prevede una deroga ai trenta giorni per i prodotti agricoli e alimentari deperibili, fermo restando l'obbligo di indicare il prezzo precedente. Peraltro, per i prodotti immessi sul mercato da meno di trenta giorni, l’impresa è tenuta ad indicare il periodo di tempo a cui il prezzo precedente fa riferimento. Esercitando un’altra facoltà prevista dalla direttiva, si dispone che non siano soggetti all'obbligo di indicazione del prezzo precedente i "prezzi di lancio", caratterizzati da successivi annunci di incremento di prezzo. Nel caso in cui la riduzione di prezzo sia progressivamente aumentata, con le riduzioni successive alla prima è indicato il prezzo anteriore alla prima riduzione. Le norme sulle riduzioni di prezzo si applicano anche alle vendite straordinarie, ma non alle vendite sottocosto: il prezzo di vendita al pubblico sottocosto non rileva ai fini dell'individuazione del prezzo precedente. Le disposizioni in tema di annunci di riduzione dei prezzi si applicheranno alle campagne promozionali a decorrere dal novantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del decreto legislativo. Come vengono definite le pratiche sleali Il decreto legislativo integra le definizioni dei termini usati nella disciplina delle pratiche commerciali scorrette. La definizione di "prodotto" viene modificata così da esplicitamente i servizi digitali e il contenuto digitale. Viene inserita la nuova definizione di "mercato online" (servizio che utilizza un software, che permette ai consumatori di concludere contratti a distanza con professionisti o consumatori). Quando è ingannevole l’attività di indicare i prodotti identici Viene considerata ingannevole tra le pratiche commerciali ingannevoli una qualsiasi attività di marketing che promuova un bene, in uno Stato dell'Unione, come identico a un bene commercializzato in altri Stati membri, mentre questo bene ha una composizione o caratteristiche significativamente diverse, salvo laddove ciò sia giustificato da fattori legittimi e oggettivi. Quali sono le omissioni ingannevoli Sono classificate come informazioni rilevanti, la cui omissione è ingannevole, quelle relative alle modalità di pagamento, consegna ed esecuzione, qualora siano difformi dagli obblighi imposti dalla diligenza professionale, ed anche, per i prodotti offerti su mercati online, la notizia se il terzo che offre i prodotti è un professionista o meno. Cosa si deve comunicare nel caso delle ricerche on line Nei casi in cui sia fornita ai consumatori la possibilità di cercare prodotti sulla base di una ricerca sotto forma di parola chiave, frase o altri dati, devono essere fornite, a pena di contestazione di omissione ingannevole, le informazioni generali concernenti i parametri principali che determinano la classificazione dei prodotti presentati al consumatore come risultato della sua ricerca e all'importanza relativa di tali parametri rispetto ad altri. La disposizione impone che le notizie siano disponibili in un'apposita interfaccia online direttamente e facilmente accessibile dalla pagina in cui sono presentati i risultati della ricerca, La norma non si applica ai fornitori di motori di ricerca online. Quali sono le informazioni da fornire in caso di recensioni Diventano anche rilevanti (ai fini della valutazione di ingannevolezza dell’omissione) le informazioni che indicano se e in che modo il professionista garantisce che le recensioni pubblicate e accessibili sui prodotti provengano da consumatori che hanno effettivamente acquistato o utilizzato il prodotto. Quali sono le pratiche commerciali ingannevoli Viene incrementato il numero delle pratiche commerciali ingannevoli. Tra queste prende posto il fornire risultati in risposta a una ricerca online del consumatore senza che sia chiaramente indicato ogni eventuale annuncio pubblicitario a pagamento o pagamento specifico per ottenere una classificazione migliore dei prodotti all'interno di tali risultati. Altra pratica bocciata è la rivendita ai consumatori biglietti per eventi, se il rivenditore ha acquistato tali biglietti utilizzando strumenti automatizzati per eludere qualsiasi limite imposto riguardo al numero di biglietti che una persona può acquistare o qualsiasi altra norma applicabile all'acquisto di biglietti. In materia di recensioni vengono codificate come ingannevoli due pratiche: 1) indicare che le recensioni di un prodotto sono inviate da consumatori che hanno effettivamente utilizzato o acquistato il prodotto senza adottare misure ragionevoli e proporzionate per verificare che le recensioni provengano da tali consumatori; 2) inviare o incaricare un altro soggetto di inviare recensioni di consumatori false o falsi apprezzamenti o di fornire false informazioni in merito a recensioni di consumatori o ad apprezzamenti sui social media, al fine di promuovere prodotti. Quali sono le sanzioni La novella rimodula il sistema sanzionatorio in caso di pratiche commerciali scorrette o clausole vessatorie. Innanzi tutto, viene alzato da cinque a dieci milioni di euro il massimo della sanzione amministrativa applicabile sia in caso di pratica commerciale scorretta, che in caso di inottemperanza ai provvedimenti di sospensione provvisoria della pratica commerciale scorretta, inibitori della stessa o di rimozione degli effetti, nonché in caso di mancato rispetto degli impegni assunti. In caso di infrazione "diffusa" (a danno dei consumatori di almeno due Stati Ue) o "diffusa avente una dimensione unionale" (a danno dei consumatori di almeno due terzi degli Stati Ue, che insieme rappresentano almeno i due terzi della popolazione dell'Unione), l'importo massimo della sanzione irrogata dall'Autorità Garante del Mercato della Concorrenza (AGCM) è pari al 4% del fatturato annuo del professionista realizzato in Italia oppure negli Stati membri dell'Unione interessati dalla relativa violazione. In mancanza di informazioni sul fatturato annuo, l'importo massimo è pari a due milioni di euro. Quali sono le sanzioni per clausole vessatorie In caso di accertamento di utilizzo di clausole vessatorie, nei contratti con i consumatori, l’AGCM applicherà una sanzione amministrativa da cinque mila a dieci milioni di euro. In caso di infrazione diffusa o diffusa avente una dimensione unionale, l'importo massimo della sanzione è pari al 4 per cento del fatturato annuo del professionista realizzato in Italia ovvero negli Stati dell'UE interessati. Come si può ottenere il risarcimento danni Il decreto legislativo prevede poi che i consumatori lesi da pratiche commerciali sleali possano ricorrere al giudice ordinario per ottenere rimedi proporzionati ed effettivi, compresi il risarcimento del danno subito e, se applicabile, la riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto. Come cambia il glossario, il vocabolario dei diritti del consumatore Il decreto in esame riformula il vocabolario dei diritti dei consumatori, in ossequio alla pervasività della dimensione digitale. Trovano posto nel glossario interno al codice del consumo, tra le altre, le definizioni di "beni" (così da includere i beni con elementi digitali), "servizio digitale", "mercato online". Molte nuove definizioni riguardano caratteristiche di contenuti e servizi digitali, quali la "compatibilità", la "funzionalità", l’"interoperabilità". Anche la definizione di "contratto di servizi" fa espresso riferimento anche ai servizi digitali. Degno di rilievo prioritario è, poi, osservare che le nuove definizioni di contratto di servizi e di vendita non menzionano espressamente, quale elemento essenziale, il pagamento o l'impegno a pagare il prezzo quale prestazione corrispettiva a carico del consumatore: ciò rispecchia il fatto che il corrispettivo della fornitura di contenuti digitali mediante o servizi digitali al consumatore può consistere in dati personali. Quali sono le informazioni precontrattuali Per i contratti diversi dai contratti a distanza o negoziati fuori dei locali commerciali vengono incluse fra le informazioni precontrattuali: il richiamo dell'esistenza di una garanzia legale di conformità per il contenuto digitale e i servizi digitali, l'esistenza e le condizioni del relativo servizio postvendita e delle garanzie commerciali; la funzionalità dei beni con elementi digitali, e dei servizi digitali comprese le misure applicabili di protezione tecnica; qualsiasi compatibilità e interoperabilità pertinente dei beni con elementi digitali, del contenuto digitale e dei servizi digitali, di cui il professionista sia a conoscenza o debba ragionevolmente esserne. Per i contratti a distanza e per quelli negoziati fuori dei locali commerciali viene eliminato il fax dai mezzi di comunicazione tra professionista e consumatore, mantenendo invece l'indirizzo geografico dove il professionista è stabilito, così come il suo numero di telefono e il suo indirizzo elettronico. Inoltre, se il professionista fornisce qualsiasi altro mezzo di comunicazione elettronica, purchè che garantisca al consumatore di poter intrattenere con lui una corrispondenza scritta, comprensiva di data e orario dei relativi messaggi, su un supporto durevole, il professionista deve fornire anche le informazioni relative a questo ulteriore mezzo. Viene poi specificato che questi mezzi di comunicazione forniti dal professionista devono consentire al consumatore di contattarlo rapidamente e di comunicare efficacemente. Vengono riprese anche per questi tipi di contratto le informazioni relative a: garanzia legale, servizi postvendita e garanzie commerciali per il contenuto digitale e i servizi digitali, funzionalità dei beni con elementi digitali, e dei servizi digitali, compatibilità e interoperabilità pertinente dei beni con elementi digitali, del contenuto digitale e dei servizi digitali. Cosa dice la norma sul pricing dinamico Viene inclusa fra le informazioni da fornire al consumatore prima della conclusione del contratto, la circostanza che il prezzo è stato personalizzato sulla base di un processo decisionale automatizzato. Quali sono le informazioni da fornire nel caso dei mercati on line Si inserisce nel Codice del consumo una nuova disposizione relativa alle notizie supplementari specifiche da fornire obbligatoriamente prima della conclusione di contratti su mercati online, tra cui le informazioni sulla classificazione delle offerte presentate e la qualità dell’offerente (se è un professionista o no). Qual è il nuovo requisito sul recesso per i contratti negoziati fuori dai locali commerciali Per i contratti negoziati fuori dei locali commerciali viene specificato un requisito formale del contratto a proposito del recesso: si deve esplicitare se, nel caso in cui un consumatore intenda ricevere determinate prestazioni durante il periodo di recesso, il professionista è tenuto, in aggiunta a quanto attualmente previsto, anche a chiedere al consumatore di riconoscere che, una volta che il contratto sarà stato interamente eseguito dal professionista, non avrà più il diritto di recesso. La disciplina del recesso del consumatore viene, poi, variata prolungando da 14 a 30 giorni il termine per avvalersene per i contratti conclusi nel contesto di visite non richieste di un professionista presso l'abitazione di un consumatore oppure di escursioni organizzate da un professionista con lo scopo o con l'effetto di promuovere o vendere prodotti ai consumatori. Come cambia l’informativa di recesso Le modifiche al Codice al consumo modificano l'informativa precontrattuale da rendere con riferimento ai casi di estensione del diritto di recesso da quattordici a trenta giorni. Come cambiano gli obblighi in caso di recesso Vengono revisionati gli obblighi del professionista nel caso di recesso. Per i dati personali si applica il Gdpr (regolamento 2016/679), con particolare riguardo al diritto alla portabilità. Per i contenuti diversi dai dati personali, forniti o creati dal consumatore, in base alla nuova formulazione, il professionista deve astenersi dall'utilizzarli salvo quattro casi espressamente identificati: 1) contenuto privo di utilità al di fuori del contesto del contenuto digitale o del servizio digitale fornito dal professionista; 2) quando riguarda unicamente l'attività del consumatore in tale contesto; 3) quando è stato aggregato ad altri dati; 4) quando è stato generato congiuntamente dal consumatore e da altre persone, e se altri consumatori possono continuare a farne uso. Ad eccezione di tali situazioni (escluso però il caso di generazione congiunta), il professionista, su richiesta del consumatore, è tenuto a mettere a disposizione di questi qualsiasi contenuto, diverso dai dati personali, fornito o creato dal consumatore. Tali contenuti devono poter essere recuperati gratuitamente e senza impedimenti, entro un lasso di tempo ragionevole e in un formato di uso comune e leggibile da dispositivo automatico. Inoltre, in caso di recesso dal contratto, il professionista potrò impedire qualsiasi ulteriore utilizzo del contenuto o del servizio digitale da parte del consumatore. Quanto agli obblighi del consumatore nel caso di recesso, la novella specifica che deve astenersi dall'utilizzare il contenuto o il servizio digitale e dal metterlo a disposizione di terzi. Recesso/fax Viene modificato l'Allegato I del D.Lgs. n. 206/2005, relativo alle informazioni necessarie per l'esercizio del diritto di recesso, eliminando i riferimenti al fax, quale mezzo per le comunicazioni fra professionista e consumatore.

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