Reddito di cittadinanza: sgravi per le imprese che assumeranno disoccupati. Condizioni e requisiti

Dopo l’entrata in vigore della legge di Bilancio 2019 si entra ora nella fase operativa delle due misure simbolo della Manovra finanziaria, quota 100 e reddito di cittadinanza. In settimana dovrebbe approdare infatti in Consiglio dei Ministri il decreto unico che dovrebbe disciplinare i due istituti che hanno l’obiettivo, rispettivamente, di introdurre connotati più accentuati di “flessibilità in uscita” nel sistema previdenziale e contrastare le situazioni di indigenza in una prospettiva comunque di politiche attive del lavoro. In questa prospettiva, pur sottolineando che sono in fase ultimativa di studio i dettagli, il Premier Giuseppe Conte ha anticipato come il progetto del reddito di cittadinanza prevede anche di agevolare direttamente le imprese che assumeranno chi percepisce la prestazione. Reddito di cittadinanza: cosa prevede la Manovra E’ utile ripercorrere, partendo da quanto è già norma, cosa sia stato previsto in legge di Bilancio. Viene istituito, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Fondo per il reddito di cittadinanza volto ad introdurre nel nostro ordinamento il reddito e la pensione di cittadinanza con una dotazione, a seguito delle modifiche intervenute al Senato, pari a: - 7,1 miliardi di euro per il 2019, - 8,055 miliardi di euro per il 2020, - 8,317 miliardi di euro per il 2021 (nel testo iniziale lo stanziamento era pari a 9 mld di euro a partire dal 2019). Fino all’entrata in vigore di tali istituti continuano ad essere garantite le prestazioni del reddito di inclusione. Parte delle risorse previste dal Fondo per il reddito di cittadinanza viene destinata ai Centri per l’impiego. In particolare, le Regioni vengono autorizzate ad assumere fino a 4 mila unità di personale da destinare ai suddetti centri, aumentando le rispettive dotazioni organiche, con decorrenza 2019 e a regime, mediante corrispondente riduzione del Fondo per il reddito di cittadinanza. Va ricordato poi come tale Fondo dialoga con il Fondo istituito per gli interventi in ambito previdenziale con la possibilità di utilizzare, a compensazione degli eventuali maggiori oneri che dovessero derivare dai provvedimenti attuativi delle misure afferenti a uno dei due Fondi, gli eventuali risparmi derivanti dai provvedimenti attuativi delle misure afferenti all’altro Fondo, mediante ridefinizione contestuale degli specifici limiti di spesa, fermo restando l’ammontare complessivo annuo delle risorse autorizzate. Nell’ambito della trattativa con Bruxelles va sottolineato come la misura è stata poi blindata con una specifica clausola di salvaguardia in base alla quale se le domande fossero troppe e di conseguenza la spesa eccedesse lo stanziamento, il Governo procederebbe alla rimodulazione dell’ammontare del beneficio (i 780 euro massimi cioè) per i futuri richiedenti. Sarà l’INPS che dovrà monitorare costantemente le previsioni di spesa in base alle domande accolte e avvertire immediatamente il Governo quando le previsioni superano il 90 per cento dello stanziamento. Progetto di riforma e tempistiche Come ha sottolineato il Presidente del Consiglio, il Governo sta mettendo a punto il progetto di riforma per consentire la partenza del reddito di cittadinanza con entrata in vigore ad aprile. La domanda La domanda per beneficiare della prestazione, nel momento in cui diverrà operativa, potrà essere presentata agli uffici postali o ai CAF (dopo una convenzione con l’INPS). Occorrerà richiedere l’attestazione ISEE e dotarsi di un’identità digitale. La domanda sarà valutata dall’INPS per i requisiti reddituali e patrimoniali e dai comuni per quelli riguardanti la cittadinanza e la residenza. Requisiti Fermo restando che la definizione del meccanismo di funzionamento è ancora in progress, sia pure in fase ultimativa, è tuttavia possibile, alla luce della ultima bozza di decreto in 27 articoli su reddito di cittadinanza (i primi 13 articoli) e pacchetto previdenza, provare a delinearne il probabile schema. Partendo dalla definizione, la prestazione viene citata come misura unica di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, della libera scelta del lavoro, nonché a favorire il diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione, alla cultura, attraverso politiche volte al sostegno economico e all’inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro. I richiedenti devono essere in possesso della cittadinanza italiana o di Paesi facenti parte dell’Unione europea ovvero suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente ovvero proveniente da Paesi che hanno sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, ovvero cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Occorre essere poi residenti in Italia in via continuativa da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda. Andando ai requisiti patrimoniali e reddituali si conferma l’avere un ISEE massimo di 9360 euro, calcolato con riferimento all’anno precedente. E’ necessario poi avere un patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa, non superiore a 30 mila euro e un patrimonio mobiliare superiore a 6 mila euro. Tale soglia verrebbe poi incrementata di 2 mila euro per ogni componente ulteriore della famiglia fino ad un massimo di 10 mila euro, incrementato di ulteriori 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo. Se nel nucleo ci sono dei figli disabili, la somma può essere aumentata di altri 5 mila euro. Come elemento di novità viene preso in considerazione anche il reddito familiare, fissato in 6 mila euro all’anno, moltiplicato per un parametro legato alla consistenza del nucleo familiare. Se la famiglia risiede in un’abitazione in affitto, la soglia di partenza è elevata a 9.360 euro. Nel corredo informativo di valutazione si terrà conto anche della proprietà di autovetture nuove (immatricolate nei 6 mesi precedenti la domanda) o di grossa cilindrata (sopra i 1.600 cc), moto sopra i 250 cc. e barche Il reddito non spetta in caso di dimissioni volontarie dal lavoro e a chi è in carcere o ricoverato in istituti di cura (quindi già a carico dello Stato). Per prevenire ed evitare comportamenti fraudolenti si dispone che chiunque nell’ambito della procedura di richiesta del reddito di cittadinanza fornisca con dolo dati e notizie non corrispondenti al vero, incluso l’occultamento di redditi e patrimoni a fini Isee o di dichiarazioni fiscali, sarà punito con la reclusione da uno a sei anni oltre alla decadenza del beneficio e al recupero di quanto indebitamente percepito, comunque disposti anche in assenza di dolo. Secondo le stime del Governo la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza sarà di 1.437.000 famiglie; i nuclei che potranno accedere al beneficio composti di una sola persona saranno 387.000 pari a oltre un quarto del totale, 198.000 le famiglie coinvolte con cinque componenti o più. Per quel che riguarda la distribuzione geografica i nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza si trovano al 47% al Centro Nord e per il restante 53% al Sud e nelle Isole. Per numeri assoluti di nuclei beneficiari le prime sei regioni in classifica sono nell'ordine: Campania, Sicilia, Lazio, Lombardia, Puglia, Piemonte. Il funzionamento Il beneficiario del reddito di cittadinanza stipula un doppio «patto» sia formativo (che riguarda enti di formazione, enti interprofessionali e aziende) sia lavorativo (con i Centri per l’impiego e, ma è ancora in fase di definizione, con le agenzie del lavoro), che impegna tutti i componenti maggiorenni del nucleo familiare. Le famiglie dove non ci sono persone collocabili al lavoro sottoscriveranno invece un «Patto per l’inclusione sociale» che coinvolgerà i Comuni nell’assistenza dei poveri. Nei trenta giorni successivi al riconoscimento del beneficio, infatti, ci sarà la convocazione (da parte dei Centri per l’impiego o servizi sociali del Comune) e la valutazione dei bisogni del nucleo familiare, individuando i componenti tenuti, oltre al richiedente, a rispettare tutta una serie di obblighi per il reinserimento nel mondo del lavoro. Il percettore del reddito di cittadinanza deve infatti collaborare" con chi deve definire "il bilancio delle competenze", svolgere ricerca attiva del lavoro, consultare "periodicamente l'apposita piattaforma digitale", accettare "di essere avviato a corsi di formazione e riqualificazione professionale", sostenere "colloqui psicoattitudinali e le eventuali prove di selezione finalizzate all'assunzione. Il “ciclo” di vita della prestazione dovrebbe essere pari a 18 mesi rinnovabile, previa sospensione dell'erogazione per un mese prima di un eventuale rinnovo, di ulteriori 18 mesi, durante i quali al cittadino verranno proposte 3 offerte lavorative congrue, di cui almeno una dovrà essere accettata. Saranno ritenute tali quelle entro 100 chilometri dal luogo di residenza per i primi 6 mesi di fruizione del reddito, entro 250 per i successivi mesi. Dopo 12 mesi, una terza offerta di lavoro sarà considerata congrua su tutto il territorio nazionale, se in famiglia non ci sono minori e disabili. In questo caso si continua a percepire il reddito di cittadinanza per i successivi tre mesi dall’accettazione dell’offerta. I beneficiari del sussidio che non verranno convocati entro 60 giorni dai Centri per l’impiego riceveranno l’«assegno di ricollocazione» da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza intensiva alla ricerca di lavoro (centri per l’impiego o agenzie per il lavoro accreditate). Il reddito di cittadinanza, erogato su specifica tessera elettronica, funzionerà come una integrazione al reddito fino a 780 euro mensili. Parte dell’assegno servirà a coprire i costi dell’affitto della casa o del mutuo. Il beneficio economico integrerà il reddito familiare fino a 500 euro al mese per un single con una scala di equivalenza che può raggiungere al massimo il 2,1 (1.050 euro al mese) a fronte di almeno quattro persone se tutte maggiorenni e almeno cinque se nel nucleo c’è anche un minorenne. L’integrazione cresce fino a 280 euro al mese (per un totale di 780 euro se i redditi sono a zero) se la famiglia è in affitto. Se la casa è di proprietà ma si paga un mutuo, il contributo abitativo mensile scende a 150 euro. Si prevedono anche tariffe elettriche e tariffe del gas agevolate. Il reddito sarà erogato attraverso una card unica, ma dal 2020 ogni componente del nucleo potrà avere la sua tessera. Si potranno prelevare contanti per un massimo di 100 euro al mese se si è single e comunque non oltre 210 euro al mese. E’ vietato spendere i soldi per il gioco d’azzardo pena la revoca del beneficio. Incentivi a imprese, agenzie per il lavoro ed enti di formazione Andando agli incentivi per le imprese, coloro che assumono stabilmente il beneficiario del reddito di cittadinanza e non lo licenziano per 24 mesi avranno uno sgravio contributivo pari alla differenza tra 18 mensilità di reddito di cittadinanza e quello già goduto dal beneficiario. L’importo è aumentato di una mensilità se si assumono donne o soggetti svantaggiati e non è inferiore a 5 mesi. Nella ipotesi in cui la assunzione dovesse essere realizzata attraverso una agenzia per il lavoro o un ente di formazione il beneficio si ripartirebbe al 50 per cento tra impresa e intermediario. Ai beneficiari che avviano un'attività lavorativa autonoma o di impresa individuale entro i primi 12 mesi di fruizione del reddito di cittadinanza è riconosciuto un beneficio addizionale pari a sei mensilità della prestazione nei limiti di 780 euro mensili. I cosiddetti navigator (operatori dei centri per l’impiego) che favoriscono l’assunzione avranno, a loro volta, un bonus economico pari a un quinto del reddito di cittadinanza del disoccupato.

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