Riaperture: Colao al lavoro, cosa accadrà ad aprile e maggio

Alla task force tecnica, guidata da Vittorio Colao, il compito di elaborare strategie per una ripresa graduale delle attività sociali, economiche e produttive

Il governo ha confermato il lockdown per le attività non essenziali fino al prossimo 3 maggio. Ma mentre si lavora da un lato sul piano sanitario per arginare l’epidemia, dall’altro su quello economico per provare ad arginare l’impatto della recessione, è necessario iniziare a pensare alle modalità di riapertura, soprattutto sul piano logistico.

Chiaro che il 4 maggio si ripartirà con gradualità, specie per quanto concerne le attività commerciali. Così come andrà studiata a fondo la logistica, col necessario distanziamento sociale declinato in carico a metà sui mezzi pubblici, contapersone, servizi su appuntamento e quant’altro.

Così il governo prepara la fase 2 dell’emergenza Coronavirus, istituendo un apposito comitato di esperti, presieduto da Vittorio Colao. Il sito delle piccole-medie imprese pmi.it ha focalizzato una possibile ‘road map’ per la task force del supermanager.

Dal 14 aprile
In sintesi, gli spostamenti continuano a essere consentiti solo per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute”, sono vietati fra comuni diversi, sempre con l’eccezione di quelli motivati da esigenze di lavoro urgenti o motivi di salute, e “resta vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case usate per vacanza”.

Il DPCM approvato elenca con precisione tutte le misure restrittive, le stesse applicate nelle ultime settimane. Resta quindi l’esigenza di comprovare gli spostamenti attraverso i moduli messi a disposizione dal ministero degli Interni, che comunque vengono forniti dagli agenti delle forze dell’ordine nel caso in cui vengano fermate le persone.

Il Viminale sottolinea di aver intensificato i controlli sul territorio, “sono sempre più stringenti”. Luciana Lamorgese, ministra del’Interno, rivolge personalmente un appello ai cittadini perchè siano “attenti, responsabili, consapevoli” rispettando il lockdown per non vanificare gli sforzi e i risultati raggiunti fino ad ora.

Il punto è sempre lo stesso: il miglioramento della curva dei contagi è dovuto fondamentalmente alle misure di contenimento, che quindi vanno portate avanti per arginare definitivamente il Coronavirus. Contro il quale continuano a non esserci cure né vaccini, di conseguenza l’unica strategia efficace è il contenimento.
Negli allegati al decreto sono elencati i codici ATECO e le indicazioni precise su attività commerciali e produttive che possono operare dal 14 al 3 maggio.

Dal 4 maggio
Dal 4 maggio, sempre che la curva epidemiologica lo consenta, potrebbe iniziare la fase 2, ovvero quella della riapertura. Che, ha spiegato il Premier, sarà graduale e si baserà su “nuovi modelli organizzativi e relazionali, che tengano conto delle esigenze di contenimento e prevenzione dell’emergenza”.

L’Esecutivo, anche per mettere a punto il decreto sul prolungamento del lockdown fino al 3 maggio, ha continuato a consultare, oltre che il comitato tecnico-scientifico e le istituzioni locali, anche i rappresentanti delle parti sociali, quindi imprese e sindacati. E ora, per preparare adeguatamente la Fase 2, ha istituito una task force di esperti, guidata da Vittorio Colao.

Il Comitato di esperti dovrà “elaborare le misure necessarie per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive, anche attraverso l’individuazione di nuovi modelli organizzativi e relazionali, che tengano conto delle esigenze di contenimento e prevenzione dell’emergenza”.

Ne fanno parte anche il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, e il commissario straordinario per le misure anti Coronavirus, Domenico Arcuri, oltre a un gruppo di esperti in materia economica e sociale. Fra gli altri, l’ex ministro del Lavoro ed ex presidente ISTAT Enrico Giovannini, i consiglieri economici della presidenza del Consiglio Riccardo Cristadoro, Filomena Maggino e Mariana Mazzuccato, gli economisti Enrico Moretti (università di Berkeley) e Raffaella Sadun (Harvard Business School), il fisico Roberto Cingolani (responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo, ex direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia).

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