Ritardi sugli indici sintetici di affidabilità fiscale: in arrivo il decreto che proroga i versamenti

I professionisti chiamano, il Fisco risponde. Sembra essere questa la frase più adatta per descrivere la situazione che si è venuta a creare in conseguenza della richiesta di proroga del termine previsto per il versamento del saldo delle imposte sui redditi, dell’IRAP e dei relativi acconti, dopo l’entrata in vigore degli ISA 2019. Il nuovo termine sta per diventare ufficiale, essendo già pronto lo schema del D.P.C.M. che sposta al 20 luglio prossimo la data per versare senza la maggiorazione dello 0,40 per cento. Il termine di fatto slitterà di ulteriori due giorni, al 22 luglio 2019, in quanto la nuova scadenza cade di sabato. La proroga sta per essere varata rapidamente in quanto può essere disposta in via amministrativa senza che sussista la necessità di un’approvazione da parte del Parlamento. I giorni in più che gli operatori avranno effettivamente a disposizione sono circa 15, se si considerano i giorni effettivamente lavorativi. La nuova finestra temporale è dunque compresa tra il 1° ed il 22 luglio. Invece, se si intenderà versare con la maggiorazione dello 0,40 per cento i contribuenti avranno a disposizione 30 giorni in più che, per effetto del differimento di tutte le scadenze fiscali nel periodo compreso tra il 1° ed il 20 agosto, consentono di individuare il nuovo termine in corrispondenza del 21 agosto. Le nuove scadenze non sono particolarmente felici in quanto vanno a collocarsi nel pieno del periodo estivo. I professionisti saranno così obbligati a fare gli straordinari per rispettare le nuove date. Sarebbe stato preferibile accogliere le richieste dei Dottori commercialisti che avevano individuato in corrispondenza della data del 30 settembre il periodo più idoneo per il versamento. Non è possibile escludere completamente, però, nuovi colpi di scena. Novità nel decreto Crescita? In sede di approvazione finale del decreto Crescita, la cui conversione finale in legge dovrebbe avvenire entro il 28 giugno, potrebbe essere introdotta una nuova scadenza con una proroga ben più ampia. Per il momento, un emendamento al decreto Crescita prevede che la dichiarazione dei redditi debba essere inviata telematicamente all’Agenzia delle Entrate entro il 30 novembre, anziché entro il 30 settembre, cioè la data riportata nelle istruzioni per la compilazione dei modelli. Lo scorso anno l’invio doveva essere effettuato entro la data del 31 ottobre, ma questa scadenza risentiva dell’accavallamento dei termini individuati ai fini dell’invio dello spesometro. Conseguentemente, una volta abrogato questo adempimento a causa dell’entrata in vigore dell’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica, la scadenza era tornata ad essere quella originaria del 30 settembre. Ora, invece, tutto il calendario sembra destinato ad essere riscritto. Da una parte la proroga dei termini di versamento è, quest’anno, un’esigenza imprescindibile a causa della prima applicazione degli ISA e soprattutto del ritardo causato per il rilascio del software utilizzabile al fine di verificare il livello di affidabilità raggiunto dal contribuente. Invece il differimento del termine previsto per l’invio telematico dei modelli di dichiarazione è dovuto ad un’esigenza di semplificazione. Si è dunque voluto riconoscere ai contribuenti un maggior termine anche per effettuare tutte le operazioni di controllo necessarie anche in considerazione del crescente livello di difficoltà per la compilazione della dichiarazione dei redditi. La proroga dei termini di versamento dovrebbe essere collegata a tutte le categorie di contribuenti per le quali sono stati elaborati ed approvati gli ISA. Se la notizia dovesse essere confermata potranno beneficiare della proroga anche i contribuenti di fatto esclusi dagli ISA che determinano il reddito secondo i criteri forfetari di cui alla legge n. 190/2014.

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